domenica 18 febbraio 2007

LA DOLCE VITA (I,1960)
DI FEDERICO FELLINI
Con MARCELLO MASTROIANNI ,Yvonne Furneaux, Anita Ekberg, Alain Cuny.
DRAMMATICO

Epocale. Perche'marchia inesorabilmente un momento della nostra Storia, quel periodo esatto tra la fine del dopoguerra piu'remota e l'inizio del "boom", perche'racconta un mondo arido dentro che dura tuttora, di ambienti volgari e agiati, di un uomo che è anche meglio di come vuol essere e puo'sembrare, ma è troppo preso da altre cose per accorgersene, e insegue la fatuita'come una regola irrinunciabile. Fellini ha realizzato con "La dolce vita", un film insieme concreto e metaforico, collage di episodi e ritratto di umanita'sguaiata, a malcelare la disperazione di chi non ha idea di cosa sta a fare al mondo con una frenesia festaiola o una circolarita'salottiera forzate. Il grande regista riminese non risparmia nessuno, i beceri figli di vip, gli intellettuali fuori fase, la massa cogliona che si fa imbambolare dalle leggende dei rotocalchi : Marcello Mastroianni è un antieroe stampato su un'Italia confusa e stranita, piena di rumore e che non sa ascoltare piu' le parole, le scene della festa nella villa, con quella dichiarazione d'amore buttata al vento per una bella impietosa, quella leggendaria della fontana con la dea bionda Anita Ekberg giunonico sogno maschile, il suicidio/infanticidio dell'amico intellettuale Steiner, sono tutte sequenze di quando il cinema italiano era grande davvero, e degne di rimanerci impresse sempre. E il finale, con la bambina sorridente, lontana, che chiama un protagonista ormai aldila'di ogni possibile recupero, è leggibile in tanti, stimolanti modi .

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