venerdì 29 febbraio 2008

007-IL DOMANI NON MUORE MAI( Tomorrow never dies, GB 1997)
DI ROGER SPOTTISWOODE
Con PIERCE BROSNAN, Michelle Yeoh, Jonathan Pryce, Judi Dench.
AZIONE/SPIONAGGIO

In un'epoca in cui i media hanno un potere esponenziale, l'idea che un cattivo psicotico da contrapporre a James Bond fosse un magnate dei network, capace di far scatenare una guerra per fare più profitti, non è delle più sconsiderate : il secondo titolo dell'era-Brosnan era atteso con particolare attenzione, visti gli ottimi risultati di "Goldeneye", apprezzato anche dai recensori. Spottiswoode, però, si è dimostrato meno a proprio agio del suo predecessore Martin Campbell nel gestire le avventure della spia fleminghiana, il quale tornerà a far brillare la serie con l'ultima versione Daniel Craig: pur contando su una sequenza action come l'inseguimento che coinvolge Pierce Brosnan e Michelle Yeoh ammanettati in fuga per più di un quarto d'ora di proiezione anche su una moto mentre un elicottero tenta di eliminarli, il film si dilunga eccessivamente, chiudendosi su una battaglia a bordo di un sommergibile in stile "La spia che mi amava", ma riducendosi a una mezz'ora di sparatorie abbastanza noiose. Brosnan ci mette un buon mestiere e non si può dire che non possegga stile nel dar nuovo lustro al personaggio giunto al cinema nel 1962, Michelle Yeoh è una bond-girl tra le migliori, parte attiva nell'avventura, mentre Pryce è un cattivo anche troppo caricaturale, in uno degli episodi meno memorabili del serial di 007.
UN UOMO TRANQUILLO ( The quiet man, USA 1952)
DI JOHN FORD
Con JOHN WAYNE,MAUREEN O'HARA, Victor McLaglen, Barry Fitzgerald.
COMMEDIA


Insolito vedere "The Duke" in una commedia, infatti, oltre a questo film divenuto nei decenni un classico, sono state molto rare le occasioni di trovare il nome di John Wayne nel cast di un film brillante: vincitore dell'Oscar per la regia e per la fotografia( tuttora splendida) , "Un uomo tranquillo" segna un omaggio alla terra d'origine per l'autore di "Ombre rosse", e l'ambientazione in una verde Irlanda è una delle cose più belle di questa pellicola schietta e divertente, spiritosa e foriera di belle immagini. E gli interpreti, guidati da un Wayne carismatico e più simpatico del solito, sono adeguati e diretti benissimo dal regista.La zuffa finale che coinvolge l'ex boxeur protagonista e altri personaggi è il momento sicuramente più celebre di questo lavoro fordiano, ma la trovata del cavallo del beone che si arresta cronicamente davanti alla taverna ha del mirabile.

giovedì 28 febbraio 2008

NON E' UN PAESE PER VECCHI ( No country for old men, USA 2007)
DI JOEL COEN
Con JOSH BROLIN, JAVIER BARDEM, TOMMY LEE JONES, Kelly MacDonald.
NOIR

E' arrivato l'Oscar anche per i fratelli Coen, a conferma che negli ultimi anni il premio ambitissimo è stato indirizzato su un cinema meno tradizionalmente hollywoodiano, non pensato a priori per soddisfare le esigenze della grossa industria: "Non è un paese per vecchi", tratto da un romanzo di Cormac McCarthy, autore assai in auge tra la gente di cinema in America, è un noir risoluto, violento e ribollente di un nichilismo non nuovo per chi conosce il lavoro dei fratelli, che da una ventina e passa di anni ha intrapreso una strada al nero d'autore farcito di humour dello stesso colore apprezzato già dal primo lungometraggio, "Blood simple". Senza un vero protagonista, il film narra una caccia al tesoro impietosa e mortuaria, tra uno scalcagnato tipo che vive in un caravan, un killer grottesco e dotato di un'inquietante indistruttibilità, e un pacato sceriffo di frontiera a mezzo passo dal pensionamento: incalzante soprattutto nelle sequenze di azione pura, "Non è un paese per vecchi" è ambientato nel 1980, ma l'America non sembra migliorata granchè da allora, intende la pellicola, e il Caso , nella sua stolida imprevedibilità, premia bislaccamente . o perlomeno risparmia, il peggiore. Disincantato e provvisto di pezzi di cinema di notevole livello, questo non è però il più bel film dei Coen, "Il grande Lebowski", tuttora, trasuda maggior genialità e questo vale anche per altre loro produzioni: può darsi, come accadde per Scorsese lo scorso anno, che questo Oscar, comunque per niente precoce, agli occhi dei membri dell'Academy risulti un irrimandabile riconoscimento. Se avessi dovuto votare, personalmente avrei preferito di qualche lunghezza "Il petroliere". Ma non toccava a me.
SILKWOOD ( Silkwood, USA 1983)
DI MIKE NICHOLS
Con MERYL STREEP, Kurt Russell, Cher, Craig T.Nelson.
DRAMMATICO

Ambientazione proletaria, svolto nel 1974, però il film di Mike Nichols anticipò, purtroppo, il disastro di Chernobyl: la vicenda vera dell'operaia di uno stabilimento nucleare Karen Silkwood è raccontata dal regista de "Il laureato", che veniva da anni abbastanza lontani dal cinema, con piglio deciso e intenso, quasi a rapportarsi al cinema di denuncia alla Rosi, in piena era Reagan. "Silkwood", che si chiude su una tragedia provocata, il probabilmente incidente indotto che causò la morte della coraggiosa lavoratrice non è un film contro il nucleare: è un'opera di denuncia che punta il dito sulla cialtroneria con cui tale materiale viene maneggiato e la spregevole bassa considerazione delle vite umane da parte di chi deve gestire gerarchie e poteri, senza alcuna preoccupazione di conseguenze e effetti collaterali. Al solito, Nichols compie un gran lavoro con gli attori, anche se si può eccepire che un cast così composto esalterebbe qualsiasi regista: Meryl Streep, in uno dei suoi ruoli più appassionati, solleva l'applauso, ma non le sono da meno Kurt Russell, compagno ruvido e onesto, e Cher, collega e amica .

martedì 26 febbraio 2008

BELLA, BIONDA E DICE SEMPRE Sì
( The marrying man, USA 1991)
DI Jerry Rees
Con KIM BASINGER, ALEC BALDWIN, Robert Loggia.
COMMEDIA

Non è un film che rimane particolarmente impresso, di quelli che una volta visti si accumulano nella parte più nascosta della memoria e ,vuoi per la mancanza di una sceneggiatura particolarmente priva di trovate( nonostante sia firmata da un grande della commedia brillante come Neil Simon),vuoi perche'il regista Rees non ha tutta quella personalità che magari avrebbe potuto rendere le cose migliori, sbiadisce innocuamente.Kim Basinger è al solito splendida, ancora Alec Baldwin sembrava potesse diventare un nome importante di Hollywood, la commediola sentimentale procede in sordina e si ride ben poco.Certo,si sono viste cose parecchio peggiori, però...
ISHTAR ( Ishtar, USA 1987)
DI ELAINE MAY
Con WARREN BEATTY, DUSTIN HOFFMAN, Isabelle Adjani, Charles Grodin.
COMMEDIA

Più che un film, una voragine:è stato uno delle commedie più magniloquenti fuori luogo, non diverte quasi per niente, non ha ritmo né una valida sceneggiatura,gli attori sono vistosamente spaesati,la storia non prende mai.E c'è da dire che Elaine May è stata fino a questo film una professionista apprezzata tra gli sceneggiatori, e che Warren Beatty difficilmente sbagliava film in maniera così clamorosa, ai tempi.Sulla carta il trio Beatty/Hoffman/Adjani prometteva scintille,visti insieme non provocano che noia:una commedia di sconvolgente inutilità, peggio anche di "Oscar" con Stallone, di Landis.
PRONTI A MORIRE ( The quick and the dead, USA 1995)
DI SAM RAIMI
Con SHARON STONE, GENE HACKMAN, Russell Crowe, Leonardo Di Caprio.
WESTERN


Il western, si sa, conosce spesso nuova linfa e nuovi tramonti:il trionfo di "Balla coi lupi" ridette slancio al genere, e numerosi furono, per quattro-cinque anni, i film messi in produzione per tirare a lucido il genere più classico del cinema americano, prima dei fallimenti commerciali ("Wyatt Earp") che avrebbero convinto le majors ad accantonare ancora pistole, cavalli e polvere sugli stivali."The quick and the dead" è un riferimento al quadro finale del duello, snodo quasi inevitabile di ogni western, tra lo svelto e il morto:Raimi mette molto estro registico in questo film, a partire dalla trovata di sceneggiatura che mette al centro della vicenda uno schianto di pistolera come Sharon Stone nei panni di una vendicatrice che ha subito uno spregio rimembrante quello del Bronson di "C'era una volta il West", inoltrando una galleria di bravi caratteristi come partecipanti al "torneo" di duelli con pistola indetto dal malvagio sceriffo Herod(un Gene Hackman di sopraffina e divertita malignità), e invenzioni visive di alta qualità e senso dell'umorismo(una per tutte:l'ombra "bucata" dal colpo di pistola).Divertente, ben ritmato e godibile,"Pronti a morire" si avvale anche della partecipazione di due future star di grande importanza, in ruoli importanti ma secondari:Leonardo DiCaprio e Russell Crowe.

lunedì 25 febbraio 2008

JOHN RAMBO ( Rambo, USA 2008)
DI SYLVESTER STALLONE
Con SYLVESTER STALLONE, Julie Benz, Matthew Marsden, Graham McTavish.
AZIONE


Viviamo un'era mediaticamente brutale: i ragazzini riprendono violenze con i videofonini e le spediscono su Youtube, così come atti terroristici spaventosi ci vengono riferiti ormai come agenzie del Televideo, al cinema "Hostel" , che ha inventato il sottogenere del pornohorror ha totalizzato interesse e alti incassi. Sarebbe facile liquidare il quarto episodio della serie "Rambo" come filmaccio d'azione in cui si è scelto di spingere sul pedale degli effetti crudi delle imprese del reduce dal Vietnam in guerra con tutto e specializzato in operazioni folli.Oltretutto, qui c'è l'ambigua presentazione di una squadra di mercenari, inizialmente arroganti, poi soldati affidabili. Però, a riguardo di quello che dicevo all'inizio, la coerenza di un personaggio che vive una condizione di reietto ovunque scelga di vivere, un rifiuto reciproco verso e dal mondo, è narrativamente una scelta apprezzabile: John Rambo , nell'ultima caratterizzazione datagli, è un rodomonte dalla furia primordiale mai sopita, quasi una creatura di Frankenstein spersa in un limbo asiatico, anche se i tempi sono cambiati e da solo non può evitare ogni scempio. Se si deve essere onesti, Stallone dirige le scene d'azione pura con un montaggio rapidissimo e un'abilità di linguaggio cinematografico notevoli , che , pur in una cornice dai costi contenuti, decretano migliore il forse ultimo capitolo dell'epopea di guerra del soldato dei due sequels che l'hanno preceduto. Il finale è probabilmente la chiusura del ciclo del personaggio in una sequenza che ci riporta indietro di un quarto di secolo, ma considerando che in Usa, è vero, la risposta del pubblico non è stata fragorosa ( a parte il numero II, comunque, nessuno dei quattro in patria è stato un grande successo) , ma in giro per il mondo Rambo attira sempre file di spettatori, e non è detta l'ultima parola.
I GEMELLI ( Twins, USA 1988)
DI IVAN REITMAN
Con ARNOLD SCHWARZENEGGER, DANNY DE VITO, Chloe Webb, Kelly Preston.
COMMEDIA

L'accoppiata Schwarzenegger-DeVito è già una buona idea di partenza, farli passare per "gemelli" un'intuizione felice, e certi momenti del duo sono francamente divertenti:ma Reitman si fa scoppiare il palloncino in mano, la commediola, benchè baciata da un successo non indifferente, ha poco sale, e spesso gira a vuoto senza ritrovare la verve. In alcune scene anche un pò noiosa e stenta a trovare verve.
CLOVERFIELD (Cloverfield, USA 2008)
DI MATT REEVES
Con LIZZY CAPLAN, T.J.MILLER, MIKE VOGEL, ODETTE YUSTMAN.
CATASTROFICO

Nell'era della Rete Web , con abilità si può costruire un successo semplicemente anticipando con blog e notizie contrastanti: fu il caso di "The Blair Witch project", lo è per "Cloverfield". Sui giornali e sui siti di categoria fioccano le opinioni contrastanti su questo prodotto che ha comunque realizzato il suo obbiettivo: far guadagnare in tempi record cifre tali da potersi definire un successone, ma è lecito considerarlo una boiata briccona o un'intuizione che scardina il linguaggio cinematografico? Creato da J.J.Abrams, che in televisione sarà un genio ma al cinema non ha dimostrato granchè, sbagliando un goal a porta vuota come il terzo "Mission:Impossible", questo falso kolossal su un mostro di incerte sembianze che devasta con un attacco la città di New York non è quello che si considera un film. Non c'è praticamente trama, la creatura è presente solo in qualche inquadratura, di sghimbescio, salvo quasi alla fine quando si avventa sul disgraziato che filma l'esperienza, i personaggi quanto a simpatia scarseggiano notevolmente, e nonostante l'ora e quasi venti minuti sia corta, riesce a sembrare infinita in più di un passaggio. Bella furbata,si sapeva, ma il cinema qui dov'è?E, a chi ne plaude l'avvento, posso domandare se davvero lo rivedrebbero?
AMORE PER SEMPRE ( Forever young, USA 1992)
DI STEVE MINER
Con MEL GIBSON, Jamie Lee Curtis, Elijah Wood,Isabel Glasser.
SENTIMENTALE/FANTASTICO

Tema non nuovo del cinema sentimentale, l'amore su spazi temporali differenti che coincide per poco tra i singoli componenti la relazione è presente anche in questo titolo di buon successo alla sua uscita nei cinema, ma che non colpì i cuori come altri classici del genere, vedi "Ghost" e altri. Mel Gibson è un pilota che dagli anni Quaranta si ritrova , mezzo secolo dopo, con le sembianze di allora, ad inseguire il sogno d'amore che nel suo essere ancora giovane persiste, con le complicazioni di prammatica: curiosamente, il regista è lo Steve Miner specializzato più che altro in discreti horror di serie B, comprensivi di un episodio della massacratrice serie di "Venerdì 13", e paradossalmente il lato più debole della pellicola è quello fantastico, quasi di peso, tranne la trovata iniziale, allo svolgimento della storia. Neanche troppo stucchevole, anche se abbastanza scontato, il filmettino procede professionale e senza sbavature, ma anche lasciando poche tracce nella memoria dello spettatore.

domenica 24 febbraio 2008

IL 7 E L'8 ( I, 2007)
DI GIAMBATTISTA AVELLINO E FICARRA & PICONE
Con SALVO FICARRA , VALENTINO PICONE, Andrea Tidona, Lucia Sardo.
COMMEDIA

Un costume corrente dei comici italiani è buttarsi prima o poi nel cinema, però se il film va male o comunque i responsi commerciali non corrispondono alle aspettative, chiusa prontamente ogni prospettiva: si vedano i casi di Chiambretti, Bisio prima maniera, la Gialappa's. Dopo il tonfo di "Nati stanchi" , il duo siculo Ficarra & Picone ha scommesso invece una seconda volta , vincendo questa volta la scommessa. Infatti "Il 7 e l'8" ha incassato molto bene, e ricevuto recensioni benigne , rilanciando la carriera cinematografica della coppia emersa sul cabaret televisivo di "Zelig". Diretto a sei mani, è una commedia sull'equivoco, basato su uno scambio di neonati che condiziona naturalmente tutta la loro vita: ben ritmata, veloce, non da far sganasciare dal riso,ma garbata e ben curata, è effettivamente meritata la sua affermazione. Corredato di partecipazioni di vaglia, come quelle di Sperandeo e Girone, il film scorre in un gioco ben congegnato di incroci e svirgolamenti del Caso fino a una conclusione non banale.
IL TRUCIDO E LO SBIRRO ( I, 1976)
DI UMBERTO LENZI
Con TOMAS MILIAN, CLAUDIO CASSINELLI, Nicoletta Machiavelli, Biagio Pelligra.
AZIONE

"Io sono uno sbirro!" fa Claudio Cassinelli. Risponde Milian "E io sò un trucido! Famo una coppia der cazzo!"E daje cor filmaccio! Qui nasce "Er Monnezza", storica maschera del cinema di serie B interpretata da Tomas Milian, ma ancora non è Nico Giraldi , commissario alla Serpico dal linguaggio sboccatissimo e dai metodi per niente ortodossi, ma un detenuto che viene prelevato dal poliziotto Claudio Cassinelli per trovare una bambina rapita e salvarla dalla morte.Il lessico è di quelli fini, però a Lenzi va riconosciuto di aver dato ritmo a una storia abbastanza scontata, e l'accoppiata Milian-Cassinelli non funziona male: siamo ovviamente nel B-Movie duro e puro,però ci sono trovate non balzane, come l'avvio finto-western e la conclusione marrana.

sabato 23 febbraio 2008

... PIU' FORTE RAGAZZI! ( I, 1973)
DI GIUSEPPE COLIZZI
Con TERENCE HILL, BUD SPENCER, René Koldenhoff, Fernando Murolo.
AVVENTURA/COMMEDIA


Di cazzotti e sberle sono infarciti i film avventurosi per famiglie di Bud Spencer e Terence Hill, che fanno parte della cinematografia nostrana più o meno come per gli americani la serie di Abbott & Costello (Gianni & Pinotto) che negli anni Cinquanta, denominata "Road to..." imperversò presso un pubblico sostanzioso. "Più forte ragazzi!", nonostante gli alti incassi alla propria uscita, non è tra i più amati dai fans , che gli prediligono il dittico di Trinità o "I due superpiedi quasi piatti": seppure Colizzi si sforzi di far prevalere la trama sui momenti "topici" delle risse mai troppo violente del duo, la sceneggiatura si fa presto scombiccherata e procedente per salti, con qualche confusione di logica narrativa. Inoltre, il finale, con il rinnovo delle rivalità tra i due protagonisti, risolte a suon di ceffoni, è troppo tirato per le lunghe. Si può vedere, ma non diverte troppo nemmeno gli aficionados.
IL TENENTE DEI CARABINIERI( I, 1984)
DI MAURIZIO PONZI
Con ENRICO MONTESANO, Nino Manfredi, Marisa Laurito, Massimo Boldi.
COMMEDIA
A ruota dopo i sonori incassi de "I due carabinieri", la stagione seguente uscì un film che non è assolutamente un sequel, ma essendo imperniato su Enrico Montesano che impersona un carabiniere, è ovvio il riferimento: girato da Maurizio Ponzi, giù ex regista preferito da Nuti, il film è una commedia fiacca con qualche tratto giallo, o un bolso film giallo con qualche flebile spunto di commedia. Gli attori, benchè di nome, non sono per niente in palla, e sì che sarebbe stata la maggiore attrattiva del film; cospicuamente insulso, per niente divertente, ha a suo vantaggio la mancanza di ogni volgarità, ma se manca anche il resto....

venerdì 22 febbraio 2008

IL PETROLIERE ( There will be blood, USA 2007)
DI PAUL THOMAS ANDERSON
Con DANIEL DAY-LEWIS, Paul Dano, Kevin J.O'Connor, Ciaràn Hinds.
DRAMMATICO

Tra i due titoli favoriti all'imminente notte degli Oscar 2008, "Il petroliere" è la nuova regia di Paul Thomas Anderson, cinque anni dopo "Ubriaco d'amore":il titolo originale parla di un sangue destinato a scorrere, e infatti non manca il contrapporsi del rosso che ci scorre dentro al nero untuoso che fa girare il mondo . Già assegnatario del Golden Globe che di solito fa da preambolo agli Academy Awards, il film è un'epopea densa, che richiama nello stile della narrazione il grande romanzo classico, e contemporaneamente è una parabola filosofica sul capitalismo come forza selvaggia e impietosa, che riempe gli uomini di potere, ma li svuota di ogni virtù. La prima parte del film , fino all'esplosione del pozzo di petrolio, è seriamente in zona capolavoro, poi un eccessivo minutaggio ( forse un quarto d'ora meno avrebbe reso ancora più incisiva la pellicola) sfarina leggermente il vigore di un film memorabile, la cui potenza delle immagini fa pensare naturalmente a quelle del cinema muto , e non sarà un caso che i primi dieci minuti di proiezione non contemplino nemmeno una parola. Daniel Day-Lewis dà un'interpretazione geniale e carismatica di un uomo consunto dall'ambizione e morto dentro, guardate l'involuzione quasi a primate nell'ultimissima sequenza: gli fa da ottimo rivale il giovane Paul Dano venuto da "Little Miss Sunshine" in una doppia parte, in un duello tra istrioni ( i personaggi, non gli intepreti), e Anderson tira alla chiusa del suo apologo-dramma con capacità da regista di vaglia. Probabilmente non sarà uno dei campioni di incasso della stagione, però è cinema di alto livello.

mercoledì 20 febbraio 2008

MORTAL KOMBAT ( Mortal Kombat, USA 1995)
DI PAUL ANDERSON
Con CHRISTOPHER LAMBERT,TALISA SOTO, Linden Hashby, Trevor Goddard.
FANTASTICO/AZIONE

Dite la verità, ma siamo sicuri che non c'è lo zampino di John Landis in questo film?Perchè va bene la demenzialità, ma qui siamo a livelli stratosferici...Non c'è trama, recitato ignobilmente, senza una parvenza di regia, un minimo contributo degli effetti speciali,Christopher Lambert con i capelli lunghi e bianchi nella parte di un grande saggio (?) combattente, e un finale aperto a un eventuale seguito(regolarmente realizzato) che manda a casa proprio inquieti.Ennesima dimostrazione che dai videogames molto , ma molto difficilmente vengono tratti film degni di nota.
IL TOCCO DELLA MEDUSA ( The Medusa touch, USA 1977)
DI JACK GOLD
Con RICHARD BURTON, LINO VENTURA, Lee Remick,Marie-Christine Barrault.
THRILLER/FANTASTICO

Uno degli spunti più interessanti del thriller fantastico degli anni Settanta è alla base di questo film di buona tensione con due bravi attori come Richard Burton e Lino Ventura:su un "dono" dannato, un uomo che si ritrova ad avere visioni luttuose, prevede grosse catastrofi,e soffre per l'indesiderato potere.Il finale si chiude, come era usuale in quegli anni, su una nota inquietante, e si assiste al film appassionandosi.Poco programmato in tv al giorno d'oggi,fu molto sfruttato dalle prime reti private.Da vedere, per gli appassionati del genere.
THE SENTINEL ( The sentinel, USA 2006)
DI CLARK JOHNSON
Con MICHAEL DOUGLAS, Kiefer Sutherland, Kim Basinger, Eva Longoria.
AZIONE

Da Clark Johnson, dopo aver visto l'orrida versione per il grande schermo della serie tv poliziesca "S.W.A.T.", c'era da aspettarsi molto poco: in questo ordine di idee, "The sentinel" è già migliore, pur nella sua banalità che lo fa assomigliare, nonostante i nomi messi in campo, a un pilot di un nuovo telefilm. Largamente prevedibile nello svolgimento del plot, il film allinea un conflitto tra ex-amici e ora rivali pur se colleghi ( Douglas e Sutherland), un tradimento sentimentale ( triangolo guardia del corpo-first lady-presidente USA), e un tradimento della patria ( il complotto per uccidere il capo dello stato) , risultando alla fine un racconto di pura superficie, con personaggi resi poco bene o addirittura di nessuna utilità alla storia ( quello di Eva Longoria, ad esempio). Douglas ritorna al cinema d'azione ma non è il film giusto, Sutherland e Basinger sono decorosi ma nei limiti di caratteri da fumetto di serie B. Un thriller abbastanza insulso.

martedì 19 febbraio 2008

FRENZY ( Frenzy, GB 1972)
DI ALFRED HITCHCOCK
Con JON FINCH, Barry Foster, Barbara Leigh-Hunt,Alec McCowen.
THRILLER


Penultima fatica di Sir Alfred, probabilmente il più esplicito tra i suoi film, "Frenzy" è un giallo che dopo neanche mezz'ora di proiezione mostra il volto dell'assassino, naturalmente dalla facciata insospettabile, e la sceneggiatura si diverte a porre il protagonista Jon Finch, ex-eroe di guerra caduto in disgrazia, iracondo e avvezzo a farsi un goccio di troppo, in una spirale di sfortunati eventi che lo portano ad essere il maggior sospettato di essere l'assassino che da un pò strangola con cravatte donne sole. Il periodo d'oro del grande maestro del cinema thriller è ormai passato, e l'età veneranda dell'autore di "Intrigo internazionale" porta in superficie ossessioni fino ad allora sempre suggerite , anche se mai palesate del tutto. Il killer è un represso sessuale, che vive nel culto della madre, che sostituisce la seduzione con l'uccisione delle donne che riesce ad avvicinare: il meglio di "Frenzy", che ha qualche alto e basso nella tenuta drammatica del copione,è quando la butta sull'ironia maligna, e nelle sequenze in cui l'assassino agisce, con un contrasto esemplare tra il delitto dell'amica del protagonista, in un crescendo di tensione magistrale,e gli omicidi "fuori campo", lasciandoci impotenti e impliciti voyeur di un atto crudele che succede appena dietro una porta o dentro l'appartamento da cui la mdp si sta allontanando. Un'altra dimostrazione che quando si è grandi registi, talvolta si riesce a creare qualcosa di memorabile anche con poche sequenze , pur sapendo di non poter contare su un gran copione.

lunedì 18 febbraio 2008

VIXEN ! ( Vixen! ,USA 1968)
DI RUSS MEYER
Con ERIKA GAVIN, Jon Evans, Harrison Page, Garth Pislbury.
EROTICO

Scorribanda erotico-delirante di Russ Meyer, considerato il guru dei seguaci del cinema erotico moderno, oggi figura di culto e produttore di pellicole le cui protagoniste ostentano seni mastodontici, via via negli anni sempre più esagerati: qui la protagonista è ribattezzata Vixen, nomignolo derivante dalla femmina della volpe, una miscela di ninfomania, razzismo, ambiguità sessuale, e sfacciataggine resa eloquentemente dalla bellissima Erica Gavin, che seduce ogni personaggio che compare nella storia. Dotato nello stile visivo, Meyer mette insieme un collage di scene di amplesso cucite da un racconto abbastanza squinternato oltretutto straziato da un doppiaggio sballato nell'edizione italiana. Da citare, per i cultori, almeno la scena ad alta tensione erotica tra la protagonista e l'altrettanto bella ospite bionda, con il dettaglio delle fantasie della "Vixen" sulla preda ,e la selvaggia carica sessuale della Gavin: quasi comico a tratti, è formalmente uno dei lavori di Meyer più composti.

domenica 17 febbraio 2008

IL PADRINO PARTE III ( The godfather part III, USA 1990)
DI FRANCIS FORD COPPOLA
Con AL PACINO, Andy Garcia, Sofia Coppola, Diane Keaton.
DRAMMATICO

I turbolenti anni Ottanta del genius Francis Ford Coppola , che conobbe diversi insuccessi ( "Un sogno lungo un giorno","Giardini di pietra", "Peggy Sue si è sposata","Tucker") anche se tuttavia il livello artistico del suo cinema rimase alto, lo misero in seria crisi finanziaria: i produttori, di per contro, continuavano a fare pressione perchè rimettesse mano alla saga dei Corleone, e l'autore di "Rusty il selvaggio" si opponeva a questa scelta. Fu solo quando venne ventilata l'ipotesi di sopperire a una regìa più "debole" con l'inserimento nel cast di Eddie Murphy e Sylvester Stallone ( tutto vero!) che Coppola si decise a riappropriarsi dell'epopea di Michael Corleone. Il film vede un Padrino giunto all'apice del suo potere, nel '79, cercare una forma di pentimento per l'uccisione del fratello Fredo ( splendida la scena tra Pacino e Raf Vallone, cardinale in pectore per l'elezione papale) e rimanere coinvolto nei giochi di forza vaticani: è vero che Coppola mette la quarta e dà una versione romanzata e personale delle vicende che riguardarono il papato breve di Albino Luciani e l'avvento di Woytila ( onestamente, però, quanti in Italia hanno dubbi su come si siano realmente svolte le cose?), ma è bene sottolineare l'epicità del racconto, l'efficacia e la densità del montaggio, la fascinazione di una saga che ormai ha il passo della grande tragedia. Tra gli interpreti, Al Pacino riesce a rinnovare, una terza volta, la complessità di un carattere come Michael Corleone, di cui ripristina un lato umano che nella seconda parte veniva soppresso,Andy Garcia e Sofia Coppola ( vituperata dai recensori, in realtà non così da buttare questa sua prova d'attrice) mentre Talia Shire si fa prendere la mano dall'enfasi e propone una Connie tutta sopra le righe. Atto probabilmente conclusivo di una serie che ha contribuito sicuramente a perpetuare l'attrattiva del cinema sul pubblico, fu baciato da poco successo alla sua uscita, ma negli anni seguenti è stato un titolo pienamente rivalutato dal grande pubblico.

venerdì 15 febbraio 2008

WILLY SIGNORI E VENGO DA LONTANO ( I, 1989)
DI FRANCESCO NUTI
Con FRANCESCO NUTI, ISABELLA FERRARI, Alessandro Haber, Anna Galiena.
COMMEDIA
Un pò scontato, certo, inesorabilmente puntato verso un lieto fine immancabile, ma "Willy Signori..." ha buoni momenti, guizzi d'umorismo surreale nel miglior stile nutiano, e un bel cast che fa fruttare al meglio la sceneggiatura.Ambientato nella Milano da bere al suo apice, il quinto film anche diretto da Nuti Francesco da Prato è una commedia giocata su una duplice vita che il suo protagonista,Willy Signori, cronista fiorentino che vive nel capoluogo lombardo, si ritrova a inventarsi per (a modo suo) espiare il senso di colpa suscitatogli da un incidente mortale, che lo ha visto coinvolto( peraltro di cui non è responsabile).C'è, in questo film molto figlio dell'epoca in cui è stato realizzato, comunque un riferimento alla condizione di un ultratrentenne che fa una vita superficiale e comoda, un richiamo alle responsabilità, da padre "adottante" , da uno che non ha ancora capito perchè vivere con una donna e non con un'altra, oppure si carica sulle spalle pesi che non riesce a scansare più.Musicato allegramente, svelto, un pò tirato via in alcune soluzioni, ma spesso capace di suscitare sorrisi onesti, è uno dei titoli migliori del comico pratese.

giovedì 14 febbraio 2008

PIRANA ( Piranha, USA 1979)
DI JOE DANTE
Con BRADFORD DILLMAN, Heather Menzies, Kevin McCarthy, Barbara Steele.
HORROR
Realizzato in pura economia, furbo al punto di utilizzare bellamente un trucco visivo per non lasciar trasparire la pochezza del suo budget, sfacciato da citare il suo diretto ispiratore, il multimiliardario "Jaws":Joe Dante si presentò con questo film alle platee, centrando subito un buon successo, riuscendo a far spettacolo con poco.Benchè sia discutibile la maniera in cui i ferocissimi pesciolini vengono eliminati( avvelenati con rifiuti tossici), il film non manca di divertire, e anzi appare più convincente dei vari sequel de "Lo squalo".Rifatto , male, qualche anno dopo.
LA SIGNORA DELLA NOTTE ( I, 1985)
DI PIERO SCHIVAZAPPA
Con SERENA GRANDI, Fabio Sartor, Francesca Topi, Alberto Di Stasio.
EROTICO
Appena uscito "Miranda", con relativi ottimi incassi, a ruota più film provvidero a mettere la tantissima Serena Grandi in condizioni di esibire le giunoniche forme:Piero Schivazappa girò subito questo film erotico piuttosto insistito nelle situazioni che vedono la straripante Serena concupita , spogliata e presa da diversi amanti, spesso occasionali, per concludersi con un ricongiungimento( anche carnale, certo...) con il maritino che le corna ha ricevuto e le corna ha fatto.Come in un film di Matarazzo di trent'anni prima, appunto, solo che non è negato quasi niente all'occhio del pubblico.Recitato malissimo e diretto peggio,"La signora della notte" si tuffa spesso a pieno titolo nel ridicolo.
LA MORTE CORRE SUL FIUME
( Night of the hunter, USA 1955)
DI CHARLES LAUGHTON
Con ROBERT MITCHUM, Lillian Gish,Shelley Winters.
NOIR

L'unico film da regista per il grande Charles Laughton fu questo, particolarissimo tanto da assurgere presto allo status di cult, con un Robert Mitchum vera e propria icona del Male: l'assassino travestito da predicatore, specializzato nel mandare all'altro mondo donne sole o vedove , con tanto di tatuaggi sulle dita con impresse le parole "Amore" e "Odio" è una delle interpretazioni più sovraccariche del divo, ma anche tra le più memorabili. Epopea rurale con echi noir ma più tendente alla fiaba macabra in stile fratelli Grimm, "La morte corre sul fiume" è un titolo da cineteca, sebbene il tono volutamente esagerato supportato appunto dalla prova istrioneggiante del cattivo Mitchum possa non essere piaciuto a qualche spettatore. Laughton sottolinea la bigotteria ipocrita dei bravi paesani, la crudeltà spietata dei bambini che isolano i fratellini protagonisti, il male che tracima dal "mostro" serial killer alle vigliaccherie sparse tra la popolazione. Oggi forse non fa più paura, ma la visione di Shelley Winters morta annegata che fluttua nell'acqua dev'essere stata un'apparizione da incubo per molti ai tempi della sua uscita.

mercoledì 13 febbraio 2008

CAOS CALMO ( I, 2008)
DI ANTONELLO GRIMALDI
Con NANNI MORETTI, Blu Yoshimi, Alessandro Gassman, Valeria Golino.
DRAMMATICO


Ultimamente il cinema italiano attinge sempre più in dosi massicce da romanzi più o meno di successo: pratica non nuova, certo, però è sempre maggiore l'investimento delle case di produzione e l'attenzione di autori e sceneggiatori per trasposizioni cinematografiche potenzialmente di rilievo. "Caos calmo", di cui in questi giorni si parla molto per un'ennesima sortita ingiustificata e ingerente vaticana che addirittura suggerisce agli interpreti una sorta di "obiezione di coscienza" su scene rappresentanti attività sessuali ( ma ci avete fatto caso che siamo nel 2008, non nel Medio Evo come piacerebbe a qualcuno invece?), è un'opera che risente forse di certi accorciamenti necessari a trasformare il romanzo in film, probabilmente non un capolavoro, con qualche lieve rallentamento di tono nella parte centrale. Ciò non toglie che il film trasudi verità( la scena "incriminata" di sesso tra Moretti e la Ferrari è di un realismo toccante), che il soggetto richiami vagamente quello di un altro bel film su una crisi personal-familiare che rispecchi una domanda di certezze della società circostante qual'era "Turista per caso"di Kasdan, e che questa figura marginale per scelta divenuta sponda su cui poggiarsi all'apice del senso di vuoto che affiora in quasi tutti i personaggi che incontrano il protagonista Pietro sia un invito all'unica rivoluzione forse possibile oggi, il liberarsi almeno per un pò dalle pressioni che sembrano essere il sale quotidiano di tutto e riscoprire la forza delle cose semplici e consistenti. Mettersi per un attimo in pausa, e riprincipiare ad osservare ciò che ci ruota attorno, per valutare la reale importanza delle cose, è il messaggio che arriva da un film volenteroso e onesto, che tra tante belle apparizioni sottolinea una prova d'attore di ottimo livello per Nanni Moretti.
ZORRO ( I/F, 1975)
DI DUCCIO TESSARI
Con ALAIN DELON, Ottavia Piccolo, Enzo Cerusico, Moustache.
AVVENTURA

Tra le quasi innumerevoli versioni del vendicatore munito di cappello, mantello e maschera tutti neri, e con la spada atta a firmare le proprie imprese, a metà degli anni Settanta uscì questa, con la star Alain Delon nelle doppie vesti di don Diego De La Vega e la "volpe" Zorro. Affidato ad un esperto del cinema d'azione all'italiana di quegli anni, Duccio Tessari, il film è palesemente indirizzato ad un pubblico giovanissimo, inserendosi nella categoria "per ragazzi", che in quegli anni venivano proiettate il sabato pomeriggio nei cinema di periferia. Non manca di ritmo, ma questo "Zorro" con tanto di sergente Garcia a rappresentare la parte comica, e il motivetto portante della colonna sonora è realizzato dagli Oliver Onions, che stavano spesso dietro prodotti per tutti e nazionalpopolari come questo: Delon , più a suo agio nei panni dell'eroe mascherato che in quelli farseschi del suo ingannevole De La Vega, appone tuttavia un carisma senza il quale il lungometraggio avrebbe annaspato di più. Abile la regia di Tessari nelle scene d'azione, troppo buffoneschi parecchi passaggi di sceneggiatura, un'edizione di buon successo ma annacquata delle avventure del giustiziere misterioso.