giovedì 31 luglio 2008

IL FRATELLO PIU' FURBO DI SHERLOCK HOLMES
( The adventures of the Sherlock Holmes's smartest brother, USA 1975)
DI GENE WILDER
Con GENE WILDER, Marty Feldman, Madeline Kahn, Dom De Luise.
COMICO
Mi manca davvero Gene Wilder, quello degli anni Settanta, con i capelli biondi e riccioluti sempre pettinati assurdamente, con l'espressione vagamente folle degli occhi azzurri.A mio parere un grande comico che ha sfruttato non completamente le sue enormi potenzialità:concepire parodie gustose come questa e "Il più grande amatore del mondo" denota senz'altro un senso dell'umorismo potente, sagace, spesso screziato di lampi di genialità.L'abbinamento Wilder-Feldman, già ottimale in "Framkenstein junior" è l'arma vincente del film, le citazioni cinematografiche funzionano molto bene, e spesso il nonsense si impone fieramente a debellare ogni logica e avviarci al riso,vedi la scena in qualche modo collegata a Poe con i due nostri minacciati da una gigantesca sega circolare a motore che li sfiora lacerando i loro frac e scoprendone le natiche.Gene, da anni non si hanno quasi più notizie di te,si sa solo che sei molto malato e sottoposto a cure oncologiche:auguri, ci hai regalato almeno dei bei momenti di buonumore, e grazie di cuore

mercoledì 30 luglio 2008

SPAGHETTI HOUSE ( I, 1982)
DI GIULIO PARADISI
Con NINO MANFREDI, Rudolph Walker, Leo Gullotta, Gino Pernice.
COMMEDIA/DRAMMATICO
L'italiano all'estero, questo conosciuto. Cavallo di battaglia di molti grandi attori di casa nostra, dallo specialista Sordi a Mastroianni, il tipo ritorna in questa commedia drammatica a firma Giulio Paradisi che aveva girato il leggerino ma gradevole "Tesoromio", con lo staff di una "spaghetti house", ristorante facente parte di una catena di luoghi di convitto a tema, capeggiato dal volitivo Nino Manfredi, che intende metter su un locale insieme ai colleghi. Sfortuna vuole che proprio il giorno del grande annuncio, tre neri disperati entrino per una rapina e rimangano bloccati con il personale come ostaggio all'interno del ristorante: a questo punto il film si fa più ambizioso e a rischio, più interessante ma anche più risaputo. Tra sequestratori e ostaggi nasce un'intesa, una solidarietà che porta a un finale amarognolo ma ottimista dal lato umano. Gli attori fanno bene il loro mestiere, e il film si fa seguire, pur con qualche lungaggine di prammatica: solo che la sceneggiatura tende a incanalare troppo i caratteri, con il romano di senso pratico, il siculo nevrotizzato, il marchigiano ridanciano e il toscano buffone, e non sfrutta le potenzialità di un finale che avrebbe potuto aggiungere molti punti alla pellicola. L'impegno di Manfredi è innegabile, ma non di sola bravura d'attore vive un film.

martedì 29 luglio 2008

L'ALLENATORE NEL PALLONE 2 ( I,2008)
DI SERGIO MARTINO
Con LINO BANFI, Biagio Izzo, Anna Falchi, Giuliana Calandra.
COMMEDIA

Dev'essere vero che nei suoi ventiquattro anni di vita cinetelevisiva "L'allenatore nel pallone " di Sergio Martino abbia trovato molti fans che avrebbero voluto vedere nuove avventure di Oronzo Canà adeguate al calcio d'oggi, dato che il sequel ha incassato l'onorevole cifra di oltre sei milioni di euro lo scorso inverno. Però, diciamocelo, non era già granchè quel filmetto con lo scatenato Lino Banfi a sfuriare, inveire e svenire alle prese con l'immaginaria squadra di calcio Longobarda, e Sergio Martino , che ha pur girato quasi tutti i generi, e film a decine, non è tra i migliori artigiani del cinema di serie B di quell'epoca. Quindi, che aspettarsi? Nulla, e va bene così: in questo seguito molto sbiadito e bolso, l'attrattiva è costituita da una fiumana di nomi importanti del mondo del calcio, una flaccida invettiva contro Moggi & Co., la citazione degli azzurri campioni del mondo 2006, e qualche scenetta tra Banfi e Izzo per giungere a superare l'ora e mezza di proiezione. Inoltre, forse memore delle fiction che interpreta per la Rai, Banfi si produce quasi giunto al finale in una scena patetica con il nipotino di Canà: raffazzonato, mal scritto, sgangherato nella messinscena, "L'allenatore nel pallone 2" fa rimpiangere che invece non abbiano dato un seguito a "Vieni avanti cretino", film di serie B sì, ma ben più efficace.
RUGANTINO ( I, 1973)
DI PASQUALE FESTA CAMPANILE
Con ADRIANO CELENTANO, Claudia Mori, Maurizio Arena, Paolo Stoppa.
COMMEDIA
Nino Manfredi, Enrico Montesano, Valerio Mastandrea sono stati tra gli interpreti che hanno impersonato la maschera romana Rugantino, protagonista del musical omonimo di Garinei e Giovannini che piacque moltissimo a partire dagli anni Sessanta in poi, con la carta pigliatutto della canzone "Roma nun fà la stupida stasera", amatissima e cantata da tante star : insolita la scelta del milanese Adriano Celentano, che si mette volenterosamente a sparare "li mortacci tua" e via discorrendo per non far risaltare eccessivamente la sua non-romanità. Festa Campanile gira una commedia decorosa, con qualche punta drammatica, e il finale non proprio lieto, rifacendosi in parte al cinema di Magni, che all'epoca era molto in vigore, ma ripescando anche dal suo curriculum personale, vedi "Le voci bianche": i caratteristi contribuiscono a tenere il livello del film su, e Claudia Mori era di una bellezza che colpiva a fondo.

lunedì 28 luglio 2008

BERTOLDO, BERTOLDINO E CACASENNO ( I, 1984)
DI MARIO MONICELLI
Con UGO TOGNAZZI, Lello Arena, Maurizio Nichetti, Alberto Sordi.
COMMEDIA

Per un "duro" come Mario Monicelli deve essere difficile ammetterlo, ma credo che "L'armata Brancaleone" sia stato uno dei film più amati tra i tantissimi che ha fatto. Infatti, dal sequel di pochi anni dopo, a "Bertoldo, Bertoldino ..." e il successivo "I picari", spesso il regista toscano ha cercato di ricreare quell'ambientazione, quella ricerca e sfida di una commedia in costume con un italiano arcaico e inventato assieme, ma mai ottenendo il successo dell'originale con Gassman. Adattando il famoso testo di Giulio Cesare Croce, da cui diversi stralci anni fa venivano letti nelle scuole, Monicelli e i suoi sceneggiatori hanno preso spunto anche da tanta cultura patrimonio dell'umanità e , pur restando fedeli al libro, hanno immesso qua e là spunti da molti classici: peccato che tanta operosità intellettuale freni e attutisca l'effetto ridanciano di un'opera che , come nel film con Montesano e Giannini , sa poco di spontaneo, non lascia iniziativa ai bei nomi messi assieme, e come un banchetto preparato stando troppo ai testi di cucina, manca di verve autoriale vera, e dello spirito fieramente anarchico del maestro di "Amici miei".

domenica 27 luglio 2008

ANASTASIA MIO FRATELLO ( I,1972)
DI STENO
Con ALBERTO SORDI, RICHARD CONTE, Edoardo Faleta, Maria Tedeschi.
DRAMMATICO

Viaggio in America per Albertone,nella tonaca di un prete fratello di un boss mafioso,tra i primi a pentirsi su Cosa Nostra.Steno, in una fase in cui flirtava con trame più serie del suo solito, girò questo film con Sordi, forse ambendo ad una rivalutazione critica del suo lavoro( poi arrivata anni dopo e postuma).Però "Anastasia,mio fratello" è un ibrido, troppo sospeso tra il film cronachistico e di denuncia, filone attivissimo in quegli anni,e le troppe, ambigue, connessioni con l'istrionismo brillante di Sordi. Molto meglio , quest'ultimo, in "Mafioso" di Lattuada.

LONELY HEARTS ( Lonely hearts, USA 2006)
DI TODD ROBINSON
Con JOHN TRAVOLTA, SALMA HAYEK, JARED LETO, JAMES GANDOLFINI.
THRILLER/DRAMMATICO

Già due volte avevano portato sullo schermo la vicenda sanguinaria di Raymond Ramirez e Martha Beck, negli anni Settanta con "I killer della luna di miele" e nei Novanta con "Profundo carmesì": la diabolica coppia organizzava incontri con vedove, ragazze madri o donne sole in genere, possibilmente in avanti con gli anni e di buon conto in banca, per ucciderle e depredarle. Il regista Todd Robinson è discendente diretto del poliziotto che incastrò i due assassini, qui impersonato da John Travolta: piuttosto violento nella presentazione della spietatezza di Ramirez e Beck, il film è formalmente corretto, anche nell'allestimento di costumi e scenografie anni Quaranta, e , sebbene qui da noi sia uscito direttamente in video, si può parlare di buona confezione e professionalità.Due i difetti maggiori di "Lonely hearts": tra Travolta e Gandolfini non si sviluppa grande affiatamento, e Salma Hayek nei panni della pazza di gelosia Martha Beck è anche troppo bella , dando poca credibilità a una donna raffigurata come corpulenta e sgradevole nei film sopra citati ( nel primo è interpretata addirittura dalla pachidermica Shirley Stoler, kapò in "Pasqualino Settebellezze"). Per il resto, un discreto film tendente al cupo, anche data la drammaticità di varie parti della storia, soprattutto verso il finale, con l'esplosione della pazzia della Beck, capace di uccidere una bambina per ripicca.
LA MOSCA 2 ( The fly II, USA 1989)
DI CHRIS WALAS
Con ERIC STOLTZ, Daphne Zuniga, Lee Richardson, John Getz.
HORROR/FANTASCIENZA

"Tremate!"Sì,va bene,ma di cosa?Mica di questo insulso sequel di uno dei più bei fantahorror degli anni Ottanta?Assurto alla regia il bravissimo curatore degli effetti speciali Chris Walas, questo seguito , che vede protagonista il figlio di Seth Brundle,la "mosca" originale, è poco spaventoso, sprona a sbadigliare, e anche come effetti speciali e trucco non siamo a livelli accettabili:a conti fatti, è uno dei "numeri 2" meno convincenti, e appiccicati per l'appunto mai visti.Tipico prodotto usa e getta, ma forse nemmeno da usare.
ASSASSINIO SUL NILO ( Death on the Nile, USA 1978)
DI JOHN GUILLERMIN
Con PETER USTINOV, Mia Farrow, Jane Birkin, Bette Davis.
GIALLO


Produzione de luxe per un classico della letteratura gialla, portato sullo schermo da uno specialista del cinema spettacolar-catastrofico quale John Guillermin ( "L'inferno di cristallo", "King Kong"), con il detective belga Hercules Poirot che indaga su un fatto di sangue avvenuto durante una crociera fluviale: la leggendaria Agatha è stata fonte abbondante di ispirazione di soggetti per il cinema, e "Assassinio sul nilo" è stato tra quelli di maggiore successo di pubblico. Rispetto a "Assassinio sull'Orient-Express" si nota la differenza tra la mano pratica di Guillermin, comunque molto professionale e nelle sue possibilità abile, e quella più autoriale di Sidney Lumet, la versione di Poirot affidata al massiccio Peter Ustinov, che rielabora con finezza interpretativa e ironia personale il celeberrimo investigatore, diversamente dal pur bravissimo Albert Finney , più aderente al personaggio inventato dalla Christie. Il cast, rassegna di grandi nomi a interpretare il carosello di umanità in tensione che si riunisce in sottofinale ad ascoltare la tesi vincente di Poirot è di ottimo livello, e il giallo versione kolossal è piuttosto godibile, seguito pochi anni dopo dal meno convincente "Delitto sotto il sole".

sabato 26 luglio 2008

L'AMICO DI FAMIGLIA ( I, 2006)
DI PAOLO SORRENTINO
Con GIACOMO RIZZO, Laura Chiatti, Fabrizio Bentivoglio, Clara Bindi.
GROTTESCO

Prima del trionfo internazionale de "Il divo" e dopo i David di Donatello di "Le conseguenze dell'amore", Paolo Sorrentino girò questo film non così premiato, e dai più considerato un titolo di passaggio, come capita a volte nella carriera di un regista. Non so quanto questa collocazione sia vera, perchè "L'amico di famiglia" è invece un lavoro vistosamente elaborato, in cui è stato profuso impegno, e si è voluto fare un discorso su quanto è brutta parecchia Italia di oggi, e di come siamo peggiorati, tutto sommato, noi abitanti: la grettezza ci ha invaso l'immaginario, la gente parla quasi esclusivamente di soldi e costi, un usuraio squallido e repellente come il Geremia de Geremei protagonista della pellicola è una figura consueta, e se lui umanamente fa senso, non è che intorno abbia questa bella fauna . Lo stile di Sorrentino è elegantissimo, le riprese ingegnose, però il meglio del suo cinema è quando può spingere a tutta forza il pedale del grottesco a tutti i costi, bucando più a fondo di quando imposta la parte drammatica del racconto. Se Laura Chiatti, dalla bellezza glaciale ma rovente, ricorda una giovanissima Virna Lisi, Bentivoglio presta una maschera sorniona a un personaggio più raffinato di quanto non voglia far sembrare, la rivelazione è il caratterista Giacomo Rizzo, ogni tanto piccola apparizione in cinema di serie A, più spesso sfruttato in commediacce di Pierino & C., in una interpretazione straordinaria , curatissima nei dettagli ( le ossessioni del patetico Geremia, quel sacchetto penzolante, il gesso fisso al braccio, i cioccolatini sempre in bocca) e stordente per come coniuga enunciata laidezza e fuggevoli barlumi di tristezza che fanno provare compassione per il personaggio, nonostante tutto.
LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO ( I/F, 1971)
DI PAOLO CAVARA
Con GIANCARLO GIANNINI, Stefania Sandrelli, Claudine Auger, Barbara Bouchet.
THRILLER
Tra i numerosi tentativi di imitare il cinema delittuoso ed erogatore di brividi del primissimo Argento, con tanto di titolo "zoofilo" compreso, questo di Paolo Cavara è tra i più apprezzati e stimati dagli appassionati del genere thriller: il commissario Giannini indaga su omicidi compiuti facendo cadaveri in un beauty-center utilizzando la tecnica del ragno del titolo, quindi sventrando dopo aver paralizzato le malcapitate vittime con una lama nella nuca.L'efferatezza del modus operandi del killer rende "La tarantola..." tra i più fedeli allo spirito del cinema dell'autore di "Il gatto a nove code" , e il film fino a un certo punto è discretamente convincente, però si fa confuso quando giunge l'inevitabile momento di tirare le somme e trovare una conclusione. Cavara inganna lo spettatore facendo sì che il colpevole sia difficilmente sospettabile,ma lo scioglimento delude un bel pò: inoltre il personaggio di Stefania Sandrelli è reso maluccio, e pure Giancarlo Giannini, in uno dei primi ruoli da protagonista, è troppo sopra le righe e nevrotizzato. Risultato finale comunque, sufficiente anche se senza entusiasmi, a provocare qualche brivido.

venerdì 25 luglio 2008

DELITTI INUTILI ( The first deadly sin, USA 1980)
DI BRIAN G.HUTTON
Con FRANK SINATRA, FAYE DUNAWAY,David Dukes, George Coe.
GIALLO
Per diversi anni Frank Sinatra (dieci per l'esattezza) si era tenuto lontano dal grande schermo, ritornò nei panni di un investigatore alle soglie della pensione, stanco e in pena per le sorti di un improvviso peggioramento della salute della bella moglie (Faye Dunaway), sulle tracce di un assassino psicopatico che non dovrebbe riguardarlo: "Delitti inutili" è un giallo floscio, demodè, che sembra essere girato a metà anni Sessanta invece che un quindicennio dopo, l'indagine non è avvincente, e i casi dell'ispettore Delaney che in parallelo appunto cerca di scoprire chi uccide con una piccozza ignari passanti di notte e soffre senza potere fare niente l'agonia della consorte legano poco tra loro, e se Sinatra ( con un parrucchino francamente non presentabile) ci mette un mestiere consolidato, lo script non lo aiuta, e la regia vacante di Brian G.Hutton peggiora solo le cose rendendo il film noioso.

giovedì 24 luglio 2008

IL CAVALIERE OSCURO( The dark knight, USA 2008)
DI CHRISTOPHER NOLAN
Con CHRISTIAN BALE, Aaron Eckhart, Heath Ledger, Maggie Gyllenhaal.
FANTASTICO/AZIONE

Se ne erano avute avvisaglie nel precedente "riazzeramento" della saga, ma ora è evidente che nelle mani di Christopher Nolan il mondo di Batman si è fatto adulto, lontano dalle visioni burtoniane e dai più corrivi modelli di semplice azione di Schumacher: "Il cavaliere oscuro" è un kolossal di eccezionale complessità, che offre una sceneggiatura robusta e curatissima, esponendo tematiche ardite per un titolo da incassi altissimi. Se l'Uomo Pipistrello ha i suoi bei dilemmi etici, oltre a una metropoli in cui la malavita ha quasi ogni potere, il procuratore Harvey Dent è un personaggio altrettanto emblematico, più idealista ancora dell'eroe, e il Joker un outsider che spezza ogni regola e sbanca ogni previsione, con una follia selvaggia eppur lucidissima: lungo due ore e venti, "Dark knight" rappresenta ciò che il quasi omonimo "Ritorno del cavaliere oscuro" di Frank Miller fu vent'anni fa nei comics, portando alla considerazione che dopo questo lungometraggio la concezione che i film tratti dalle "bandes dessinèes" non potranno essere più come prima, irrompendo in una tridimensionalità concettuale azzardata ma affascinante. Se si deve trovare un difetto a questo film , c'è forse da trovarlo nella cospicua durata, ma in ungioco di false chiusure perpetuo, è forse la necessaria dimensione di un'opera tortuosa ma alla fine lineare, che rasenta,nel genere, lo status di capolavoro.

mercoledì 23 luglio 2008

ALTA TENSIONE ( Haute tensiòn, F 2003)
DI ALEXANDRE AJA
Con CECILE DE FRANCE, Maiwenn, Philippe Nahon, Frank Kalfhoun.
HORROR

L'affermazione di questa pellicola e il suo riconoscimento come cult dagli amanti del genere ha portato al francese Alexandre Aja un biglietto aereo per gli states e l'affidamento di tre progetti , tra cui sia il remake di "Le colline hanno gli occhi" e quello, futuro, di "Piranha": niente male per questo trentenne transalpino,molto attivo anche come sceneggiatore. Però, anche a fronte di commenti entusiastici su "Alta tensione", non condivido questa euforia: ci sono delle soluzioni visive interessanti in questo thriller che sfocia in un horror sanguinosissimo, ma molta della violenza che viene qui propinata allo spettatore è bella gratuita, basti prendere in esame la scena del malcapitato guidatore della vecchia Audi, con un'insistenza a inondare di rosso e carne maciullata lo schermo da nauseare, del tutto in più rispetto alla narrazione. E poi, dove sta la famosa sorpresa che molti estimatori hanno esaltato ? Le prime scene raccontano chiaramente come stanno le cose, basta prestare un minimo di attenzione ai dialoghi e a un paio di inquadrature: in un film in cui i dialoghi devono aver riempito sì e no tre pagine di sceneggiatura, mica è cosa impossibile. Ultima annotazione: visto che in "Hostel" si ode una versione in slavo di "Stella stai" di Tozzi e qui si inizia addirittura con un "Sarà perchè ti amo" cantato a squarciagola, quando qualcuno si chiedeva cosa resterà degli anni Ottanta trova qui una parziale risposta.

martedì 22 luglio 2008

CLIFFHANGER ( Cliffhanger, USA 1993)
DI RENNY HARLIN
Con SYLVESTER STALLONE, Michael Rooker, John Lithgow, Janine Turner.
AVVENTURA


Girato perlopiù in Italia, a Cortina, nonostante l'ambientazione nordamericana, "Cliffhanger" è stato uno dei grandi successi del cinema d'azione degli anni Novanta, e il ritorno a generi più consoni e incassi più consistenti per Sylvester Stallone. Affidato al finlandese Renny Harlin, che dopo l'entusiasmo riscosso per questo smash hit realizzò due colossali fiaschi come "Corsari" e "Spy", questo film potrebbe essere analizzato da studiosi della settima arte per essere un vero e proprio caso di schizofrenia cinematografica : se, infatti, se ne può obbiettivamente apprezzare la dovizia dell'allestimento, da una fotografia magnifica ad effetti speciali di un certo livello, altrettanto sono irritanti la zuppa di clichès presenti in sceneggiatura ( l'eroe che subisce un trauma iniziale e si riscatta, l'amicizia virile mandata all'aria e poi ricomposta, il capo dei cattivi mefistofelico che non esita a uccidere nemmeno i suoi), la quasi assoluta mancanza di logica narrativa, e il ricorso perpetuo al colpo di scena sbalorditivo, che in realtà ripristina assiduamente la prevedibile trama dall'inizio ai titoli di coda. Si parla di un sequel, a quindici anni di distanza, non se ne vede il motivo, ma visto che il seguito a distanza ultradecennale non pare più peccato mortale ai produttori, non è da escludere che venga realizzato veramente.

lunedì 21 luglio 2008

LINEA DI SANGUE ( Switchblack, USA 1997)
DI JEB STUART
Con DENNIS QUAID, DANNY GLOVER, Jared Leto, Ian Nelson.
THRILLER

Esordio per ora senza seguito dello sceneggiatore di "Trappola di cristallo" e "Leviathan",in italiano riprende il titolo di un successo di Sidney Sheldon di anni prima:qui l'agente federale dalla vita sconquassata Dennis Quaid si mette in caccia di un assassino seriale,che ha l'espressione simpatica di Danny Glover,il quale ha la particolarita'di recidere l'arteria femorale per uccidere le sue vittime e provocarne una rapida morte per dissanguamento.Piu'serrato si fa il confronto tra cacciatore e preda quando in pericolo va a trovarsi il figlio dell'agente,fino alla lotta finale su un treno.Di routine la trama,decoroso a livello di spettacolo,è un thriller dignitoso,ma è anche discretamente banale.Forse Stuart si trova meglio a scriverli che a dirigerli i film...
LA GUERRA DI CHARLIE WILSON( Charlie Wilson's war, USA 2007)
DI MIKE NICHOLS
Con TOM HANKS, Julia Roberts, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams.
COMMEDIA

Fare satira non è facile, e a uno come Mike Nichols dovrebbe riuscire, acuto "pizzicatore" della classe borghese da quarant'anni in qua, autore di fama e qualità, gli si devono intuizioni sul costume e sulla società americani utili per gli anni a venire: dalla storia romanzata del deputato USA Charlie Wilson, che cercò , finanziando i mujaheddin contro i sovietici nel 1980, di dare un suo significativo apporto alla risoluzione della Guerra Fredda, Nichols trae una divertita presa in giro della cialtroneria intrinseca di alte cariche, segreti giochi politici e militari, e la concezione di velata prepotenza dell'estensione di un sistema considerato perfetto dagli statunitensi. Non tra i film più belli dell'autore de "Il laureato", questo è comunque piacevole e capace di qualche graffio velenosetto, soprattutto nel ritratto da parte di una non più giovanissima ma affinata nelle sfumature Julia Roberts della ricca sostenitrice dell'anticomunismo vedova di un magnate texano, e di un cast comunque ammirevole. Purtroppo la scena finale rasenta un'ambiguità strana, che sciupa non poco l'efficace lavoro svolto in precedenza, con un richiamo forzato all'esaltazione della bandiera e dei valori americani, che poco c'entrano con il resto. Forse il disegno di Nichols è ancora più sottile e quella conclusione va rivista per essere decifrata correttamente, ma messa così è una mezza doccia fredda....
LUI E' PEGGIO DI ME ( I, 1985)
DI ENRICO OLDOINI
Con ADRIANO CELENTANO, RENATO POZZETTO, Kelly Van Der Velden, Pongo.
COMMEDIA


"Se potessi avere.....sei miliardi al mese..." cantano in coro all'inizio e alla fine Leonardo ( Celentano) e Luciano ( Pozzetto) , soci di una concessionaria di automobili d'epoca che se la spassano tra belle donne, scherzi e passatempi vari, finchè uno dei due non capitola per una bella ragazza che dovrebbe accompagnare all'altare come autista e invece la semisequestra. Secondo film di Enrico Oldoini, tra i campioni di incasso della stagione 84/85, fu l'ultimo vero successone di Adriano Celentano, e anche per Renato Pozzetto è stato tra quelli del suo crepuscolo di star del botteghino italico: pensato sulla falsariga dei classici di Stanlio & Ollio, dove la variante di una donna manda all'aria la paciosa e allegra accoppiata di amiconi, "Lui è peggio di me" ha una vaga componente omosessuale probabilmente inconscia, che si manifesta soprattutto nel finale, ma qui non c'è niente da salvare. La sceneggiatura approntata da Oldoini e Zapponi non ha granchè di umoristico al suo interno, il film è noioso e petulante, di quelli da non sapere come fare a terminarlo, da spettatori, nonostante la durata sia non eccessiva, e salvo qualche momento stralunato di Adriano Celentano (quella in cui ferma l'autobus è una gag riuscita) , il duo rimesso insieme otto anni dopo "Ecco noi per esempio" gigioneggia troppo forse pensando di avere gioco facile con il pubblico, che gli tributò un effettivo ottimo risultato, ma che si stufò presto e non gli tributò più grande attenzione.
NUMBER 23 ( The number 23, USA 2007)
DI JOEL SCHUMACHER
Con JIM CARREY, Virginia Madsen, Logan Lerman, Danny Huston.
THRILLER

L'associazione di cifre e somme di numeri incontrati casualmente è una fissazione ricorrente più di quel che non si creda, e le ossessioni, si sa, sono la versione accelerata e cresciuta delle idee fisse. Nel film di Joel Schumacher l'ossessione per il numero 23 dell'uomo senza qualità Jim Carrey diviene via via sempre più scombussolante e centrale,complice un libro ritrovato , in copia unica, dalla moglie, che , procedendo nella lettura, l'uomo trova sempre più analogo a fatti capitati nella sua vita: c'è una brutta storia dietro, e il protagonista , continuando a leggere , vive una sorta di altra dimensione illuminata e colorata lividamente come la "Sin city" di Miller-Rodriguez. Lo spunto, che avremmo effettivamente potuto ritrovare in un racconto di Stephen King, data ambientazione e tematiche, è di quelli validi, e tutto sommato Carrey è abbastanza credibile come individuo a forte rischio di follia: quel che non va, soprattutto, è la regia di Schumacher, che azzecca inquadrature flou e il versante onirico, ma se la cava peggio con l'iter della parte tradizionalmente "gialla", e una sceneggiatura che, se effettivamente non sceglie la via più facile per concludere il racconto, si fa troppo prevedibile da un certo punto in poi. Potenzialmente un thriller paranoico interessante, a conti fatti un film a tratti faticoso da seguire e non di felice composizione.

sabato 19 luglio 2008

IL BUIO NELL'ANIMA ( The brave one, USA 2007)
DI NEIL JORDAN
Con JODIE FOSTER, Terrence Howard, Naveen Andrews, Nicky Catt.
DRAMMATICO

La piega presa dalle scelte attoriali di Jodie Foster comincia a farsi preoccupante: senza contare il chiaramente mercantile "Ritorno all'isola di Nim" , gli ultimi due grossi progetti in cui è stata protagonista sono l'esecrabile "Flightplan", e questo "The brave one", due titoli che avrebbero visto bene nel ruolo principale, virato al maschile, Chuck Norris o il Bronson più retrivo . Anzi, peggio: perchè i film di queste star non avevano alcuna pretesa sociologica, ma davano solo soddisfazione ai fans di certo cinema d'azione di serie C, mentre qui si vorrebbe, assai ambiguamente , azzardare una vaga filosofia. E stupisce che dietro la macchina da presa ci sia un signor regista quale Neil Jordan: capiamoci, da un punto di vista puramente organizzativo, di confezione, "Il buio nell'anima" è curato, ma il racconto procede in modo banale, e lo scioglimento, che sposa a pieno titolo la causa del vigilantismo con un'improbabile mossa finale, è ridicolo. L'ex-ragazza prodigio Jodie Foster sembra in panne in questa fase della sua pur esemplare carriera , e in un'ottica di timori e atteggiamento da panico come anche qui da noi purtroppo sembra andar di moda, non si capisce questa sua svolta reazionaria, che oltretutto nemmeno ripaga sul piano degli incassi. Film spiacevole , per tesi e idee propagate, "The brave one" è certamente tra i preferiti dell'anno di chi ha contribuito a spargere paura su quello che succede fuori dalle quattro mura di casa, e di quelli che gaiamente se lo sono fatti raccontare.

giovedì 17 luglio 2008

TUCKER-Un uomo e il suo sogno ( Tucker, USA 1988)
DI FRANCIS FORD COPPOLA
Con JEFF BRIDGES, Joan Allen, Martin Landau, Dean Stockwell.
DRAMMATICO


Apologia di un "eroe" minore americano, in cui Francis Ford Coppola immise non poco di autobiografico, "Tucker" è un biopic dedicato a un ingegnoso e coraggioso industriale indipendente abbastanza sconosciuto oggi, Preston Tucker, che ideò un tipo di automobile diverso, volto anche a soddisfare più il consumatore, e quindi inviso ai grossi produttori, che giocarono ogni carta in loro potere per annullare la "minaccia" del piccolo ribelle: favola seria sull'ottimismo di una volontà pervicace, destinata alla sconfitta effettiva, ma dimostratrice anche di una capacità di risorse e di spirito indistruttibile, il film non è tra i più celebri del cineasta, ma molto probabilmente è tra i suoi più personali e più amati da Coppola. Forte di un'ambientazione pressochè perfetta, e di un cast ottimo, capeggiato da un brillantissimo Jeff Bridges , una volta di più ingiustamente non premiato con un'adeguata statuetta, il film si raccomanda per la pregevolezza della confezione e l'incitazione a non arrendersi mai.
FUNNY GAMES U.S. ( Funny games, USA/GB/F/I/D, 2007)
DI MICHAEL HANEKE
Con NAOMI WATTS, Tim Roth, Michael Pitt, Brady Corbet.
THRILLER/DRAMMATICO


La pratica di prendere un film di successo commerciale o critico realizzato in altri paesi e girarne una versione americana, con attori famosi e più appetibile a grandi platee da incassi miliardari è ormai consueta: dagli horror asiatici a commedie e thriller europei, molte star hanno reinterpretato soggetti interessanti riplasmati per il palato statunitense: l'austriaco Michael Haneke ha sfacciatamente posto la dicitura "U.S." sul remake personalmente girato del suo titolo più famoso, "Funny games", che una decina di anni fa dette un bel colpo allo stomaco di diversa stampa addetta. Il gioco al massacro ( perfetta sintesi del tema del film) praticato dai due ragazzi di bianco vestiti Pitt e Corbey ai danni della famiglia benestante formata da Naomi Watts, Tim Roth, figlioletto e cane si protrae per le quasi due ore di proiezione, la violenza, come è stato scritto, si svolge appena fuori dal campo visivo della macchina da presa, ma le sue tragiche conseguenze sono là in tutta la loro desolante ferocia davanti ai nostri occhi di spettatori cui i due petulanti e forbiti mostri ammiccano ripetutamente confidando in una complicità morbosa da voyeuristi. Haneke filma con uno stile che pesca dal cinema di Kubrick, evidenziando, forse una volta per tutte, che l'autore di "2001" non era poi crudele come tutti sottoscrivevano: se il magnifico Stanley , in "Shining", aveva risparmiato l'infanzia da un furore folle e omicida, l'austriaco non fa un passo indietro, addirittura negando ogni possibilità di salvezza dei "buoni" in un ribaltamento metafilmico che avvia a un finale nerissimo che rimette la palla al centro in attesa di nuovi orridi sviluppi. Film urtante e urticante, "Funny games" è benissimo recitato da tutti gli interpreti, diretto con lucido pessimismo, senza fornire ragioni, senza andare più in là del mostrato, lasciandoci la responsabilità di una riflessione morale, cosa non indifferente in quest'epoca di lassismo indotto da un declino di responsabilità collettiva di un degrado permanente.

martedì 15 luglio 2008

IL BACIO DELLA PANTERA ( Cat people, USA 1982)
DI PAUL SCHRADER
Con NASTASSJA KINSKI, Malcolm Mc Dowell, John Heard, Annette O'Toole.
FANTASTICO
L'originale di Jacques Tourneur è un classico amatissimo dai fans del cinema fantastico, uno dei film più allusivi del genere horror nelle suggestioni erotiche previste dalla storia della bella donna che si tramuta in feroce felino se coinvolta emotivamente: Paul Schrader ne fece un remake dopo l'affermazione internazionale di "American gigolo", ovviamente mostrando più di quel che quarant'anni prima non era possibile. Non che "Cat people" anni Ottanta sia un film particolarmente crudo o erotico, l'autore di "Mishima" gioca molto sulle atmosfere e sulla carica sexy della splendida protagonista Nastassja Kinski, abbozzando un rapporto semincestuoso con il fratello Malcolm McDowell, anch'esso colpito dalla maledizione della pantera. Un pò lento nell'elaborazione della vicenda, il film recupera nella seconda parte, giungendo a un finale romantico che soddisfa le premesse, approdando ad un compromesso narrativo non banale e accettabile.
IL PRINCIPE DELLE DONNE ( Boomerang, USA 1992)
DI REGINALD HUDLIN
Con EDDIE MURPHY, Robin Givens, Halle Berry, Grace Jones.
COMMEDIA

Quando ancora Eddie Murphy era una garanzia di alti incassi per i produttori, era frequente il suo utilizzo come star assoluta in commedie dal lessico volgarotto, in cui il divo black seduceva belle donne a destra e a manca ( tipo i film nostrani di Celentano ultima maniera, per spiegarsi), puntualmente triturate dai recensori e premiate da un pubblico fedele: onestamente, "Poltrona per due" a parte, non ho mai gradito granchè l'humour di Murphy, non ho mai riso dietro alla risataccia modulata fornitagli dal doppiatore Tonino Accolla, e l'essere quasi sempre al centro di pellicole strutturate su sceneggiature messe insieme con lo sputo non ha di certo favorito qualitativamente la carriera dell'attore di "48 ore". Questo "Boomerang" è uno dei peggiori titoli interpretati dal divo, mal diretto da un assente Reginald Hudlin, affidato a un copione che spara parolacce in mancanza d'idee, ci dà dentro con la volgarità, e abbonda in pesantezza.Il che, se si aggiunge a un finale lieto prevedibile quanto bolso, fa sì che il film scenda giù in ogni personale dimenticatoio con convinzione.

sabato 12 luglio 2008

WANTED-Scegli il tuo destino ( Wanted, USA 2008)
DI TIMUR BEKMAMBETOV
Con JAMES MCAVOY, Angelina Jolie, Morgan Freeman, Thomas Hretschmann.
AZIONE

Nell'estate che dovrebbe ribaltare il consueto abbandono delle sale da parte del pubblico( e comunque, anche se sia "L'incredibile Hulk" e il quarto "Indiana Jones" non hanno realizzato i risultati sperati, diverse pellicole hanno fatto incassi miliardari) esce anche questo film d'azione diretto dal regista russo de "I guardiani della notte", che veleggia in America sui novanta milioni di dollari e pure qui da noi, nella prima settimana, si è abbastanza affermato. Tratto da una graphic novel, "Wanted" è però affidato ad una regia nevrastenica, farcita di un effettismo che si autolievita progressivamente, cercando di sbalordire lo spettatore, spesso stancandolo con un'ossessivo gioco al rialzo visivo, abbondando con le spacconate improbabili, con personaggi senza alcuna credibilità narrativa. Bekmambetov ,come il francese Pitof, sembra affetto dalla sindrome di Denilson, vale a dire come quei giocatori che , compiaciutissimi di un talento riconosciutogli, presi dalla voglia di strafare si perdono in un'autocelebrazione di se stessi, ponendosi in evidenza senza costrutto nè concretezza. Se McAvoy è abbastanza incolore sia come pappamolla che come killer spietato, la bellissima Angelina attraversa la pellicola con un'aria scettica opportuna al suo ruolo, e Morgan Freeman, attore sopraffino, ci lascia una volta di più perplessi per la sua tendenza alla marchetta professionale. Narrativamente piuttosto poco logico, "Wanted" è un esempio di action fracassona che fa della spettacolarizzazione assoluta su una pochezza di sceneggiatura così sonora da poter essere materiale di studio sul come si fa un brutto film di genere.
TACCHI A SPILLO ( Tacones leijanos, ES 1991)
DI PEDRO ALMODOVAR
Con VICTORIA ABRIL, MARISA PAREDES, Miguel Bosè, Feodor Atkine.
DRAMMATICO

A tre anni dall'inaspettato trionfo commerciale di "Donne sull'orlo..." , uscì questo nuovo lavoro almodovariano che conquistò nuovi aficionados al cinema del regista iberico, che imboccò qui la strada del melodramma nudo e crudo, anche se qualche sprazzo di grottesco non si fa mancare. Incentrato su una sorta di "Eva contro Eva" al sabor de Spagna, "Tacchi a spillo" abbozza una chiave,molto vaga, di thriller sentimentale, chiudendosi su un'inevitabile momento drammatico, con la complicità di un cast intenso e brillante, in cui non sfigura un Miguel Bosè che sfoggia tre identità: la cosa migliore della pellicola però, sono appunto gli interpreti, capacissimi e da applauso in parti sospese tra l'umoristico e il disperato. Ciò che lede la riuscita del film è , oltre alla scarsa verosimiglianza del dubbio su chi in realtà sia il travestito Letàl, e auna certa prevedibilità sul dove andrà a concludersi la trama, il fatto che Almodovàr tradisca in più di passaggio una sostanziale incertezza sul registro da mantenere, lasciando trapelare, errore poco perdonabile in una storia di sentimenti forti, una definitiva esteriorità del racconto.

venerdì 11 luglio 2008

NOMADS ( Nomads, USA 1986)
DI JOHN MCTIERNAN
Con PIERCE BROSNAN,LESLEY-ANNE DOWN, Anna Maria Monticelli.
FANTASTICO
Film d'esordio per John McTiernan, in seguito responsabile di grossi numeri al box-office, ma anche di tonfi straordinari, molto apprezzato dalla critica all'epoca della sua uscita, e praticamente invisibile nelle sale. I "nomads" del titolo sono entità che passano da un corpo all'altro, facendo uscire di senno chi ne è posseduto, spingendolo ad atti di violenza: il film parte dal finale del racconto, procedendo a ritroso, per capire le ragioni della follia del protagonista Brosnan, e il gioco regge piuttosto bene a McTiernan, che non disdegna tuffi nel cyberpunk e nell'immaginario della fantascienza non remota nello stile del "Mad Max" di George Miller. La struttura del flashback a singhiozzo accentua l'abilità del regista nel realizzare un'opera fantascientifica-orrorifica senza quasi effetti speciali, e con un budget limitato. Anni prima di indossare l'aplomb bondiano, Pierce Brosnan riesce a ben illustrare il progressivo deteriorarsi mentalmente del suo personaggio.
ECHI MORTALI ( Stir of echoes, USA 1999)
DI DAVID KOEPP
Con KEVIN BACON, Kathryn Zerbe, Kevin Dunn, Illeana Douglas.
HORROR


Regia numero due per uno degli sceneggiatori più amati da Steven Spielberg,con il quale ha collaborato ad esempio per "Jurassic Park" e l'ultimo "Indiana Jones", questo thriller paranormale vede un Kevin Bacon disilluso e in fase di crisi esistenziale andare ad abitare con moglie e figlio una casa che "gli parla", facendo apparire continuamente lo spettro di una ragazza scomparsa, probabilmente dopo un fatto di sangue: il guaio è che pure il figlioletto soffre le stesse capacità medianiche del padre,e ben presto la cosa porta notevoli complicazioni. "Echi mortali" ebbe la sfortuna di uscire lo stesso anno de "Il sesto senso", e le analogie che accomunano le due pellicole vanno a scapito di questo non disdicevole semihorror ben intepretato da Bacon: il tema dei padri irrisolti, con ognuno un grado morale differente è interessante, ma rimane troppo sullo sfondo, e Koepp pesca qua e là da "Shining" e altri classici del genere, inoltre il finale un pò banale sfuma le aspettative create fino ad allora.In compenso, il livello di suspence di sceneggiatura e pellicola è discreto, si ricorre il meno possibile ad effettacci o facili viatici per la paura, e il film si lascia vedere volentieri, anche se qualcuno lo ha scambiato , con generosità, per un piccolo classico.

giovedì 10 luglio 2008

HOT SHOTS!2 ( Hot shots!2, USA 1993)
DI JIM ABRAHAMS
Con CHARLIE SHEEN, VALERIA GOLINO, Richard Crenna, Lloyd Bridges.
COMICO
Il demenziale è un genere più complesso di come possa apparire in prima analisi,perchè se è vero che la risata viene scaturita da un processo mentale nato per reagire ad un fatto che va contro la logica delle cose,questo è il genere che più di ogni altro avversa ogni logica.La seconda parte delle avventure del supersoldato Topper sono fatte di citazioni-messa in burla dei vari "Rambo","Apocalypse now",tutto il cinema sul Vietnam,e persino "Lilli e il vagabondo".però di gags ne funziona una su cinque,le situazioni si fanno ripetitive,e la satira ha i denti rotti.Certo,si ride anche ,il gusto della citazione è più di una volta pertinente e divertente,ma "Hot shots!2" è una sostanziale delusione.

mercoledì 9 luglio 2008

IL PRESIDIO-Scena di un crimine ( The Presidio, USA 1988)
DI PETER HYAMS
Con SEAN CONNERY, MARK HARMON , Meg Ryan, Jack Warden.
THRILLER

Quando un divo dovrebbe bastare a reggere un intero film..."Il presidio" è un giallo scritto senza grande originalita',diretto correttamente da Hyams,che con Connery aveva gia'lavorato per il piu'centrato "Atmosfera zero", che si lascia vedere ma è ben lungi dal raccogliere un minimo entusiasmo nello spettatore.Nè basta lo scontro tra il militare Sean Connery e il poliziotto Mark Harmon,innamorato di Meg Ryan,figlia del primo:il film scorre un po'piatto verso lo scioglimento finale della trama,in qualche occasione andando sullo scontato.Connery non sembra applicare piu'di un consolidato mestiere,e "Il presidio" diventa uno dei tanti giallucci appena nobilitati da una confezione corretta.Tutto qui.