giovedì 28 luglio 2011

DRACULA CERCA SANGUE DI VERGINE...E MORI'DI SETE
(Blood for Dracula,I/USA 1974)
DI PAUL MORRISSEY
Con UDO KIER,Joe Dallessandro,Stefania Casini, Vittorio De Sica.
HORROR


Uscito per secondo,l'altro pezzo del dittico Warhol-Morrissey (con lo zampino non da poco di Antonio Margheriti a gestire la regia) sui mostri più celebri di sempre,non venne realizzato in 3D come il precedente "Il mostro è in tavola,barone Frankstein"(l'errore è nel titolo,per questione di diritti d'autore) ed è ricordato soprattutto,qui da noi,perchè include l'ultima prova d'attore di Vittorio De Sica,presente in un paio di scene come nobile decaduto,che tuttavia sparisce ben presto dal racconto. Rispetto all'altro film le scene di sangue sono meno,anche se le poche che appaiono abbondano in liquido rosso e violenza,soprattutto per quel che riguarda il finale:la tentazione di mostrare corpi fatti a pezzi e cadaveri uno sull'altro è troppo forte per Morrissey & co.,e la fine atroce che incontra il vampiro è forse la più violenta mostrata al cinema. La componente sessuale è robusta,e le grazie delle attrici sono esposte a più riprese,e si vorrebbe abbozzare un discorso politico sul nobile vampiro e lo stalliere rivoluzionario,ma rimane troppo inconsistente per essere preso sul serio. Commentato da una partitura musicale malinconica di Claudio Gizzi,che interviene soprattutto nelle scene in cui il conte è solo o prova a vampirizzare le potenziali vergini (ma non gliene va bene una,perchè le fanciulle prescelte hanno fatto esperienze varie),mostrando il non-morto che succhia il sangue come un atto erotico,il film è meno sguaiato del precedente su Frankenstein,ma non ha molto ritmo,ed il buon lavoro scenografico di Enrico Job (le maestranze ed i set sono praticamente i medesimi per entrambe le pellicole,prodotte da Carlo Ponti) è migliore dei dialoghi un pò snob approntati da Morrissey.Nel cast,oltre ad un divertito De Sica,apprezzabile Udo Kier,che smorza molto dell'istrionismo offerto come barone scienziato nel titolo precedente.


MADE IN ITALY ( I,1965)
DI NANNI LOY
Con ALDO FABRIZI,NINO MANFREDI,ALBERTO SORDI,ANNA MAGNANI.
COMMEDIA

La satira sui mille vizi e difetti degli italiani travolti dall'effetto del Boom fu fautrice di tanto ottimo cinema brillante coevo,ispirando menti attive e capaci di una salutare ironia che dipinge bene i riflessi di questa celebratissima "golden age" italica:con sceneggiatura di Scola e Maccari,uno dei migliori abbinamenti per stendere una sceneggiatura dell'epoca,Nanni Loy girò un film con una trentina di episodi,qualcuno più esteso,altri di pochissimi minuti per pennellare vari tipi italici e cercare di descrivere quel momento nazionale con la forte tentazione di riderne. Al di là della pretenziosità di fondo,perchè trenta segmenti sono troppa roba per chiunque,quella di "Made in Italy" è una satira che non morde,non punge,non fa effetto,le occasioni di divertimento,nonostante la professionalità del cast,sono scarse,ed il quadro generale lascia la sensazione di troppi spunti mal sfruttati. Tra i vari episodi,non male quello della Magnani che con famiglia appresso cerca di uscire la domenica scampando al traffico letale,ma è un pò tirato per le lunghe,così così quelli di Chiari seduttore bugiardo e Manfredi malcapitato nelle grinfie della pubblica amministrazione,abbastanza simpatico quello con Sordi marito fedifrago che rivolta la frittata facendo la vittima.Ma il migliore,e più amaro,è quello che vede Aldo Fabrizi padre speranzoso per la carriera del figlio laureato,mal ripagato dall'aver viziato troppo il ragazzo,che non ne azzecca una per eccessiva fiducia in se stesso.Non uno dei migliori film ad episodi usciti in quegli anni,nonostante le premesse.

lunedì 25 luglio 2011

HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE-Parte I
( Harry Potter and the Deathly hallows:part I,GB/USA 2010) DI DAVID YATES
Con DANIEL RADCLIFFE, Emma Watson,Rupert Grint,Ralph Fiennes.
FANTASTICO


L'era di Harry Potter sugli schermi volge alla conclusione,anche se la produzione,per ottenere maggiori incassi ha pensato bene di dividere in due parti la storia che chiude le avventure del piccolo mago di Hogwarth,separando di sette mesi le uscite dei due segmenti.E inevitabilmente,a questo punto,il confronto finale con Voldemort si fa prossimo.Naturalmente il clima del racconto è più cupo,perchè i ragazzi sono cresciuti,e sempre più rischiosa e violenta è la battaglia con gli adepti dell'oscuro stregone che tira le fila del complotto destabilizzante che vuole la rivincita del Male Assoluto.Assegnata la regia a David Yates,che si è occupato degli ultimi tre episodi della serie,il primo film della parte finale si chiude,come d'uopo,su toni nefasti,con delle perdite nelle file dei buoni,ed una provvisoria vittoria dei Maligni:a titolo personale,la serie tratta dai best-seller della Rawling non mi ha mai fatto saltare dall'entusiasmo,più che altro per la sostanziale prolissità di un'avventura intesa come una partita a scacchi lunga,che prevedeva appunto via via la sconfitta di sgherri sempre più importanti del Re malvagio Voldemort,fino all'arrocco audace e forse senza speranza intrapreso da Harry ed i suoi aiutanti.A tratti spettacolare,la serie ha conosciuto un ingolfamento dalla quarta puntata in avanti,che ha reso un pò bolsa nei ritmi e poco avvezza a tirare le somme l'intera storia potteriana.Anche qui,parte del pubblico si può anche divertire,ma manca del tutto una sana ironia,Harry Potter è infine un eroe senza grande personalità,e si avverte più di una volta la sensazione che si poteva chiuderla qui e nessuno si sarebbe troppo lamentato.Ma le logiche della distribuzione sono altra cosa,e tanto vale affacciarsi all'ottavo film per vedere il conflitto che salderà i conti.Ma,per quanto possa essere ben fatto e condotto,troppo sospirato giungerà...



venerdì 22 luglio 2011

NOI UOMINI DURI (I,1987)
DI MAURIZIO PONZI
Con ENRICO MONTESANO,RENATO POZZETTO,Isabel Russinova, Novello Novelli.
COMMEDIA


Abbinare due comici per riuscire a portare più soldi possibili nelle casse dei cinema che proiettano il film che li mette insieme è una mossa molto sfruttata,soprattutto negli anni Ottanta,e la punta di diamante del filone fu "Non ci resta che piangere",che infatti fu campione d'incassi assoluto della stagione in cui uscì.Se Montesano-Celentano con "Qua la mano" e "Sing sing" (che però contemplavano due episodi nettamente separati,con i loro nomi insieme in cartellone e niente di più),il gioco era riuscito alla perfezione,sbancando i botteghini,Pozzetto insieme al comico romano,per due volte (l'altra con "Piedipiatti" quattro anni dopo) è andato benino ma senza far faville.Ed in effetti difficile entusiasmare il pubblico con una storiella scialba come questa offerta da "Noi uomini duri",che vorrebbe far satira sulla moda delle scuole di sopravvivenza,ma senza riuscirci granchè.Ponzi,con Nuti più a suo agio,non mette niente di personale in una regia piatta,che conduce stancamente le "imprese" di un gruppo di imbranati alle prese con le prove canoniche di resistenza del corso,la sceneggiatura non ha grandi spunti brillanti,e Montesano ripropone il personaggio un pò scansafatiche,un pò fanfarone usato in altri film,mentre Pozzetto rifà il bambascione benestante,ma disadattato di fronte alle difficoltà.Difficile divertirsi con una commedia che ha un andamento così blando,e,in alcuni momenti,addirittura noioso.


mercoledì 13 luglio 2011

THE CONSPIRATOR ( The conspirator,USA 2011)
DI ROBERT REDFORD
Con JAMES MCAVOY,ROBIN WRIGHT,Alexis Biedel,Evan Rachel Wood.
DRAMMATICO



L'omicidio di Abraham Lincoln in un palco di teatro da tempo dovrebbe essere portato sullo schermo da Steven Spielberg,che appunto ha in progetto di fare una biografia filmata del presidente che unì definitivamente gli States,e dall'atto eversivo ad opera di John Booth prende il via il nuovo film diretto da Robert Redford,ottava regia dal 1980:è di scena l'accusa ad una donna che ha dato ospitalità agli attentatori,e l'assegnazione ad un ritroso e giovane avvocato della difesa della stessa,tra sanguinaria Ragion di Stato e la voglia di non acuire ancora i dolori ancor freschi della Guerra di Secessione da poco conclusa. Anche se il regista ha negato paralleli con l'America post-11 settembre,con la recrudescenza di uno Stato che volentieri avrebbe fatto a meno di tante regole per imporre una forma di Giustizia molto arbitraria,i collegamenti sono indubbi:in mezzo al potenziale Caos che deriva da una manipolazione dell'opinione pubblica sotto il selvaggio incedere della paura sul comune cittadino,è sempre bene che una Costituzione fondativa del vivere democratico di uno stato nasce soprattutto per gestire momenti difficili come questi. Più film a tesi che dramma umano,benchè gli argomenti ci siano e consistenti,"The conspirator" ha il difetto di non trovare la sintonia del pathos verso lo spettatore,pur se verso la conclusione la pellicola inclinerebbe ad evidenziare l'empatia dei due protagonisti,all'interno di un disperato e crudele gioco del destino e della Storia.Buone le interpretazioni,Redford si conferma cineasta interessante,ma il suo nuovo lungometraggio è più interessante che convincente.





lunedì 11 luglio 2011

X-MEN-L'INIZIO (X-Men:First class,USA 2011)
DI MATTHEW VAUGHN
Con JAMES MCAVOY,MICHAEL FASSBENDER, Rose Byrne,Kevin Bacon.
FANTASTICO/AZIONE


Il proficuo genere dei supereroi al cinema si sta "rebootizzando",e cioè si tende ad azzerare le saghe ripartendo dalle origini dei personaggi e spesso riscrivendole rispetto a come i fans dei comics le conoscono,aggiungendo elementi o mutandoli per permettere nuove avventure:è successo a "Batman",con risultati straordinari anche al box-office,succederà a "Spiderman",accade agli "X-Men".Ambientando l'azione nel 1962,ai tempi dell'installazione dei missili sovietici a Cuba,e come l'imminente "Captain America",mostrando un mondo che possa rimanere ancor più stupefatto delle prodezze dei prodi alfieri del Bene,"X-Men:l'inizio" vede il professor Charles Xavier reclutare dei giovani considerati freaks e farne dei combattenti consapevoli della propria eccezionalità,alleandosi con il coetaneo Erik Lensherr che conosciamo come suo futuro acerrimo nemico chiamato Magneto.Il film diretto da Matthew Vaughn rielabora la saga della Confraternita dei Mutanti Malvagi,presieduta dal crudele e tetro Sebastian Shaw e la pone appunto come potenziale scatenante del conflitto tra USA e URSS,per avere come fine l'annullamento della razza umana e lasciare campo a quella mutante:si apre come il primo film della serie,con Erik/Magneto strappato ai genitori dai nazisti,e si chiude rivelando come Xavier finisca in carrozzina e come l'amico che ha un potere assoluto sui metalli si stacchi da lui e ne divenga la contrapposizione.Sebbene sia forse troppo lungo di qualche spicciolo di metraggio,il nuovo avvio delle vicende degli Uomini X vive felicemente l'ambientazione ai tempi di JFK,con qualche sprazzo di salutare ironia,e qualche scena violenta,soprattutto per quanto riguarda Magneto,inedita nei tre capitoli precedenti (lo spin-off su Wolverine è parte della serie,ma ben distinto),il cast è ben assemblato,con special menzione per il carisma che Michael Fassbender dà alle ambiguità del signore dei metalli,ed il cattivissimo Shaw di Bacon.Probabile capitolo primo di una nuova trilogia,"X-Men:First class" è un buon esempio di cinema spettacolare e di puro divertimento che va a braccetto con ambientazioni non banali,e che suggerisce velatamente concetti poco effimeri.


domenica 10 luglio 2011

SOURCE CODE ( Source code,USA/F 2011)
DI DUNCAN JONES
Con JAKE GYLLENHAAL,Michelle Monaghan, Vera Farmiga,Jeffrey Wright.
AZIONE/FANTASTICO



Successivamente alla consistente dose di elogi per la sua prima regia,"Moon",per Duncan Jones è arrivata l'offerta da parte di una major per prendere le briglie di un progetto mainstream,più costoso e inserito in schemi da platee a largo raggio:è accaduto per "Source code",thriller fantascientifico di desinenza dickiana,che il figlio di David Bowie ha accettato di dirigere sostituendosi al regista prima indicato poco prima di cominciare le riprese. E' di scena un attentato bombarolo su un treno,ed il protagonista Jake Gyllenhaal è un ex soldato che ha combattuto in Iraq,che rivive continuamente gli ultimi otto minuti prima dell'esplosione da diversi punti di vista.Come è possibile tutto ciò?E a cosa serve individuare il colpevole di un attentato già effettuato? Via via che la trama si snoda,le risposte giungono,e benchè il finale non sia proprio lietissimo,c'è una soluzione che in qualche modo riesce a non essere del tutto pessimista.Jones,malgrado l'alto rischio di perdersi nella obbligata ripetitività dei passaggi del racconto,tiene bene la tensione,anche se si comincia a farsi un'idea di come stiano le cose prima che lo schermo lo sveli,e probabilmente diverrà uno dei directors di cui tener conto in futuro,anche per la nonchalance appunto con cui ha saputo passare da un progetto "piccolo" ad una produzione più ampia."Source code" è un buon film di suspence,nonostante l'azione sia limitata ad un vagone e poco più,che potrebbe rischiare di ambire a piccolo classico del genere,magari riscoperto più avanti.