venerdì 30 ottobre 2009

SWARM incombe! ( The swarm, USA 1978)
DI IRWIN ALLEN
Con MICHAEL CAINE, KATHARINE ROSS, Richard Widmark, Henry Fonda.
DRAMMATICO
Orche, squali, cani, orsi, piovre, potevano mancare "fastidi" più comuni tra gli animali assassini degli anni Settanta come le api o le vespe? Già sull'onda declinante del genere, Irwin Allen, tra i fautori del catastrofico mise insieme un bel numero di nomi pesanti e girò questo "Swarm", versione più ampia e costosa del precedente "Bees". Affidato il ruolo principale di entomologo che stenta a dimostrare ai militari svelti ad armare i missili le proprie teorie sulla natura delle strani morti che si stanno diffondendo a Michael Caine, Allen rispolvera molti interpreti ormai a corto di lavoro (perchè una delle basi del filone era proprio questa, sparare nomi in realtà non più così in auge) , imbastisce qualche scena spettacolare e giunge al finale in cui i pericolosi insetti vengono distrutti con un'inspiegabile dilungarsi della trama. Perchè "Swarm" ha un inizio non banale, una buona fotografia e effetti speciali niente male:solo che ci mette un'eternità inutile per arrivare ad ogni prevedibile snodo del racconto, ed inoltre la "cura" finale per debellare le api non è affatto ecologista. Non che far esplodere uno squalo in mille pezzi o un grizzly con un bazooka lo sia di più (in fondo mangiano esseri viventi che si avventurano nel loro habitat, se proprio si vuole essere pignoli) ,ma incendiare un pezzo di mare e spararvi bombe di ignota conseguenza sembra più che mai un'idea demenziale, e dire che lo scienziato Caine si azzuffa dall'inizio col generale ottuso Widmark perchè vorrebbe usare armi atomiche addirittura. Interpreti che danno il minimo sindacale per onor di firma, un flop che fu tra le cause che indussero i produttori a cassare il genere prontamente.

AZIONE ESECUTIVA ( Executive action, USA 1973)
DI DAVID MILLER
Con BURT LANCASTER, ROBERT RYAN, Will Geer, Ed Lauter.
DRAMMATICO
L'omicidio di John F.Kennedy sarà sempre tra i più ingarbugliati misteri della Storia americana, sul quale sono state fatte e verranno fatte le ipotesi più disparate e , a volte, probabilmente, non lontane dalla realtà. "Azione esecutiva",a dieci anni dalla tragedia di Dallas, fu un tentativo di azzardare una ricostruzione dei preparativi di una congiura da parte di pezzi grossi per eliminare il fastidioso inquilino della Casa Bianca, con tanto di esercitazioni di tiratori scelti nel deserto e accurati studi del tragitto presidenziale e scelta del capro espiatorio ideale, Lee H. Oswald appunto. Scritto da Dalton Trumbo e interpretato da attori, come soprattutto Burt Lancaster,di area "liberal", è chiaramente un'opera di denuncia che forse non compone del tutto lucidamente il quadro progettato, ma merita di essere vista per la volonterosità con cui è elaborata. Il limite è forse la regia non fluidissima o capace di un crescendo adeguato di David Miller, regista onesto di qualche titolo di buon successo ma poco memorabile come "Merletto di mezzanotte" o "Il sentiero degli amanti":mentre tra gli interpreti ottima la prova di Robert Ryan, all'ultimo film girato,mentre leggermente sottotono appare Lancaster.

lunedì 26 ottobre 2009

MAMMA,HO PRESO IL MORBILLO ( Home alone 3, USA 1997)
DI RAJA GOSNELL
Con ALEX D.LINZ, Kevin Kilner, Rya Kihlstedt, Scarlett Johansson.
COMMEDIA
Visto che gli anni erano ormai passati e Macaulay Culkin, problemi personali a parte, era cronologicamente fuori misura per proseguire la saga di "Home alone", i produttori applicarono la formula del bimbo terribile che da solo a casa sgomina chi volesse entrare senza essere invitato: affidato a Raja Gosnell, che negli anni seguenti diverrà un nome magari da cui non aspettarsi grandi cose qualitativamente, ma di molto probabile ottimo incasso, il terzo film da noi varia titolo, ma è praticamente un remake del primo capitolo in versione ampliata. Il giovanissimo Alex D.Lanz non è esattamente una simpatia, ma pure Culkin a me non ne ha mai ispirata troppa:c'è anche una giovanissima Scarlett Johansson, che l'anno seguente avrà un ruolo importante nel redfordiano "L'uomo che sussurrava ai cavalli", per il resto il cast è piuttosto impresentabile, con un'esagerazione di smorfie e frizzi e lazzi da stuccare dopo cinque minuti. Prevedibilissimo, senza alcuna inventiva, forse piacerà ai più piccoli, ma ne dubito:sono molto più intelligenti di quel che le majors credono,spesso.

TURNER E IL "CASINARO" ( Turner and Hooch, USA 1989)
DI ROGER SPOTTISWOODE
Con TOM HANKS, Mare Winningham, Reginald Veljohnson, Craig T.Nelson.
COMMEDIA/AZIONE
In patria fu uno dei grandi successi dell'anno, qui da noi, prima che Tom Hanks divenisse un beniamino del grande pubblico, doveva ancora passare qualche stagione e che l'interprete allargasse la scelta dei propri ruoli dal brillante al drammatico:c'è una strana coppia, motivo da sempre valido nella commedia o nel film d'azione, che combina un poliziotto molto pignolo e perbenino ed un cagnone irruento e con una spiccata tendenza a ribaltare tutto ciò che incontra sul proprio cammino. Il "professional" Spottiswoode miscela con discreto equilibrio le parti di commedia a quelle poliziesche,soprattutto verso il finale, e la scelta di non imboccare un prevedibilissimo finale al miele va a vantaggio del film: certo, è una commediola molto blanda, retta soprattutto dalla confezione e dall'impeccabilità degli interpreti, ma per un dopocena senza impegno può essere anche adeguata.

domenica 25 ottobre 2009

L'ONOREVOLE CON L'AMANTE SOTTO IL LETTO ( I, 1981)
DI MARIANO LAURENTI
Con LINO BANFI, Janet Agren, Alvaro Vitali, Marisa Merlini.
COMMEDIA/EROTICO
A volte viene da pensare che per determinati filoni basterebbe mettere la solita recensione avendo l'accortezza di cambiare solo i nomi degli interpreti citati, per quanta differenza di opinione ci possa essere tra una pellicola ed un'altra: il filone eroticomico all'italiana è tra questi. Qui, nonostante serpeggi una molto vaga voglia di mettere alla berlina l'ipocrisia di certi politicanti, e i primi dieci minuti lascino sperare in meglio, con qualche numero divertente di Lino Banfi e una minima attenzione ad impostare il racconto, ci si perde nelle pastoie consuete, con le imitazioni loffie dei meccanismi della pochade, gli ammiccamenti degli attori, e la presenza di belle di turno(Janet Agren, abbastanza parca nel mostrarsi, ma Lory Del Santo compensa le attese degli spettatori apposta accorsi). Dirige Mariano Laurenti, che con la serie di "Pierino" colse i maggiori successi, e si nota un Teocoli ancora incerto se fare il belloccio della situazione o il comico di professione.

PICCOLA PESTE ( Problem child, USA 1990)
DI DENNIS DUGAN
Con JOHN RITTER, MICHAEL OLIVER, Amy Yasbeck, Jack Warden.
COMMEDIA

Il cinema dichiaratamente per bambini può rivelarsi il più nettamente commerciale, vista la propensione a generare, dopo successi anche non di dimensioni enormi, seguiti e merchandising vario: un pò perchè le coazioni a ripetere in fondo non dispiacciono agli spettatori giovanissimi, e un pò anche perchè un bambino al cinema non va da solo, e per uno spettatore convinto si strappano perlomeno uno o due altri biglietti(mica per essere cinici, ma il ragionamento è quello). Anche "Piccola peste",che in originale prende il titolo da un successo dei Beach Boys, non sfugge alla regola, visto che almeno un sequel se l'è guadagnato:la storia di Junior, bimbo quasi impossibile, rifiutato da tutti, persino dai compagni di orfanotrofio, sarebbe interessante, e il padre putativo che sceglie di non mollare nonostante le difficoltà è interpretato da John Ritter con bravura, ma il copione cede troppo alla tentazione di gags volgarotte e abbastanza fuori registro per il pubblico di infanti che dovrebbe raggiungere. Certo che si è visto di peggio nel genere, qualche sorriso scappa, ma si finisce la visione alzando i sopraccigli per una certa perplessità.

mercoledì 21 ottobre 2009

BASTARDI SENZA GLORIA ( Inglorious basterds, USA/D 2009)
DI QUENTIN TARANTINO
Con BRAD PITT, MELANIE LAURENT, Christoph Waltz, Diane Kruger.
GUERRA
Girano varie versioni sulla particolarità del titolo originale dell'ultimo film di Quentin Tarantino, sul perchè della storpiatura in "basterds":a mio parere quella più convincente, vista l'estrosità cinefila e l'attitudine a giocare con il cinema del regista, è quella che sostiene l'errata catalogazione dell' "ispiratore" film di Enzo G.Castellari nella videoteca ove lavorava l'autore de "Le iene". E appunto se da Castellari si parte, si passa per Leone,Aldrich, Ford,fino ad arrivare a Dante:ma non, ovviamente, il letterato, ma il Joe di "Gremlins", al cui finale quello di "Bastardi senza gloria" si riferisce con la sala cinematografica usata come trappola definitiva e mortale per i cattivi. Se del citazionismo compulsivo di Tarantino sono stracolme le righe di libri di cinema a lui dedicati che ne elencano omaggi e desinenze, il ritorno al successo commerciale dopo l'immeritato naufragio di "Grindhouse" amplifica i clamori e le esplosioni di entusiasmo dei fans.Sinceramente, mi è parso nella prima parte molto avvincente e interessante, nella seconda l'effetto-dilatazione della suspence, se tutto sommato funziona nella sequenza della birreria clandestina, nel finale frammenta troppo il narrato,e volendo a tutti i costi disattendere ciò che lo spettatore normalmene si aspetta, rischia spesso di inciampare e autocompiacersi fin troppo. Di capolavoro appunto non parlerei, semmai di una nuova destrutturazione di un genere, qui il film di guerra, che dall'incursione tarantiniana in poi, probabilmente non sarà più lo stesso:Pitt, che tuttavia è quasi in secondo piano rispetto alla francese Melanie Laurent, il racconto della cui vendetta come orfana di guerra ebrea è il vero motore della storia, fa una divertita parodia del Lee Marvin di aldrichiana memoria, ma il migliore in campo è appunto il tedesco Christoph Waltz, apparentemente goffo e pronto a tramutarsi in una furia omicida da un fotogramma all'altro.
THE BLUES BROTHERS( The Blues Brothers, USA 1980)
DI JOHN LANDIS
Con JOHN BELUSHI, DAN AYKROYD, Scatman Crothers, Carrie Fisher.
COMMEDIA

Jake ed Elwood Blues procedono a rotta di collo portando un caos anarchico a suon di rythm and blue's sulle strade di un'America variopinta e un po'conformista,sfasciando il possibile e facendosi beffe di chi si prende troppo sul serio:eppure anche loro non concedono un mezzo sorriso,la loro mise li accomuna a uomini dell'FBI,e li inseguono neonazisti dell'illinois,una sposa infuriata,squadre speciali del governo,polizia,cowboys musicisti e chi piu'ne ha piu'ne metta.La loro missione li chiama,e devono organizzare un concerto storico per mettere insieme i soldi utili a salvare l'orfanatrofio dove sono stati cresciuti.John Landis e 'al suo capolavoro:due ore di divertimento e gags memorabili,una colonna sonora straordinaria,tra i piu'begli assemblamenti di canzoni di tutti i tempi,Belushi e Aykroyd divenuti poi due icone dell'immaginario collettivo, un'irrisione onesta e anarcoide dell'anima piu'retrograda della societa',uno sberleffo continuo all'ordine costituito.Tante le scene da ricordare,una per tutte:il concerto dietro la rete da pollaio col tema di "Rawhide" e le bottiglie che si schiantano davanti ai fratelli Blues,con un pubblico sempre piu'coinvolto.Un film,un mito inossidabile.


martedì 20 ottobre 2009

UP ( Up, USA 2009)
DI PETER DOCTER, BOB PETERSON
ANIMAZIONE
COMMEDIA/AVVENTURA
Recentemente è stato osservato che gli incassi dei film Pixar, pur ben considerevoli, stanno lievemente scemando:questo nonostante la qualità dell'animazione perennemente in via di raffinatezza e delle storie.Certo raffrontare gli introiti del rivale di turno, "L'era glaciale 3" nello specifico, contribuisce a sottolineare questa veniale discussione: parlando di cinema, "Up" è uno dei film più belli della casa di produzione di John Lasseter. Partendo come sempre dal presupposto che anche chi non lo sembri possa divenire un protagonista alle cui vicende è facile appassionarsi, ci troviamo alle prese con un anziano tendenzialmente misantropo e un boyscout cicciottello e chiacchierone che volano su una casa attaccata a migliaia di palloncini per raggiungere un luogo mitico, le Cascate Paradiso in un imprecisato SudAmerica. Molto più che in altri lavori pixeriani, sono i sentimenti a muovere il tutto: un vecchio solo e rattrappito nel proprio dolore di vedovo(il prologo che brevemente narra un amore nato nell'infanzia è già un minifilm commovente con una profondità notevole) e un bimbo goffo che soffre l'assenza di un padre troppo impegnato in altro sono figure disegnate con una sensibilità rara da trovare in un blockbuster di Hollywood,e il film scorre via tra splendori visivi e momenti divertenti, senza lasciare per strada due momenti toccanti, che potrebbero seriamente assaltare le sacche lacrimogene senza poi pentirsene. Nella constatazione che un eroe di carta può rivelarsi invece una carogna spietata davvero, e che le cose belle della vita continuano ad esistere dentro di noi, nei ricordi, nelle sensazioni, "Up" è un'opera altamente spettacolare eppur delicata e gentile alla quale ci si può affezionare.

sabato 17 ottobre 2009

DUE FIGLI DI...( Dirty rotten scoundrels, USA 1988)
DI FRANK OZ
Con MICHAEL CAINE, STEVE MARTIN, Glenne Headly, Barbara Harris.
COMMEDIA
Per il suo secondo film da regista, Frank Oz continuò sulla via del remake, dopo aver rifatto il cormaniano "Little shop of horrors", mise in competizione due interpreti ben diversi, l'uno un eclettico di straordinaria duttilità, adatto sia ai thriller che ai drammi ed alle commedie, come il britannico Michael Caine, l'altro un esperto e sagace comedian indicato da più parti come uno dei più brillanti della sua generazione, l'americano Steve Martin. Al posto degli originali David Niven e Marlon Brando (mica due qualsiasi), che ne "I due seduttori" proposero per primi, venti e più anni prima questi ruoli e questo canovaccio, hanno avuto recensioni migliori: il film è piacevole, ben recitato e si chiude in modo intelligente, diverte e svaga. Peccato che la seconda parte della storia perda un pò di mordente, e il ritmo ne risenta, altrimenti ci saremmo ritrovati dinanzi ad un gioiellino. Ma tutta la "scuola di seduzione e di savoir faire" che Michael Caine fa al gaglioffo Steve Martin è un divertimento, e il personaggio risolutivo di Glenne Headly è perfetto per suggellare l'indovinata unione.

venerdì 16 ottobre 2009

WHITEOUT- Incubo bianco( Whiteout, USA 2009)
DI DOMINIC SENA
Con KATE BECKINSALE, Gabriel Macht, Tom Skerritt, Columbus Short.
THRILLER
Un thriller ambientato come il carpenteriano "La cosa" nei ghiacci polari è uno spunto molto interessante, anche per la naturale tensione da isolamento che umanamente suggerisce un'ambientazione tale. Da una graphic novel alla quale non sono mancati elogi, intitolata appunto "Whiteout" (il titolo si riferisce sia ad un fenomeno metereologico che contraddistingue una particolarmente violenta tempesta di neve, ma risulterebbe anche un gioco di parole), Dominic Sena, regista non molto prolifico specializzato nell'action ha realizzato questo film con Kate Beckinsale nel ruolo della protagonista: se appunto nell'0riginale la donna era di fattezze poco avvenenti, qui c'è già una troppo facile ricorrenza ad un clichè hollywoodiano. Per quanto riguarda il resto, c'è poco da stare allegri: classici passati da dimenticare, classica situazione apparentemente senza via d'uscita,classico prologo nel passato(qui c'entrano i russi e la Guerra Fredda). Insomma, la propensione a scegliere progetti di scarsa riuscita per la potenziale star Beckinsale continua.Il colpo di scena finale è quanto mai prevedibile, anche se in realtà non ha niente a che vedere con cervellotiche elaborazioni del movente di un assassino che si copre bene e fa fuori le sue vittime per preparare una logica sviante alle sue nefande imprese. "Whiteout" non è neanche così brutto da invogliare ad alzarsi ed abbandonare la proiezione:semmai perde d'interesse a iosa come una gomma forata che perde aria, via via sino ad arrivare ad uno scioglimento finale sul quale lo spettatore ha perso oramai ogni appetito di curiosità.

IL MESSAGGERO ( The haunting in Connecticut, USA 2009)
DI PETER CORNWELL
Con KYLE GALLNER,VIRGINIA MADSEN, Elias Koteas, Martin Donovan.
HORROR
Come accadde anche per "Amityville Horror", le vicende macabre e paranormali narrate ne "Il messaggero" sono tratte da un libro che si autocertifica come basato su fatti realmente accaduti. Come il personaggio femminile principale sostiene, non è facile credere a quel che sullo schermo qui ci viene mostrato, soprattutto per quanto riguarda il finale: volendo analizzare il film diretto dall'esordiente Peter Cornwell da un punto di vista più che altro cinematografico, se sul piano fantastico-orrorifico è frequente la sensazione di dejà-vu, con tanto di rumori inquietanti e passaggi sullo sfondo di presenze fantasmatiche, funziona molto meglio sul versante drammatico. Il tema del ragazzo ammalato gravemente e della famiglia che cambia vita ed abitazione per affidarlo ad un medico che forse potrebbe salvarlo, della storia truculenta celata nella nuova casa affittata a troppo poco, e il crescendo che verso la conclusione viene impresso alla storia fanno sì che molte delle critiche positive riscontrate dal lungometraggio siano comprensibili,compresa l'ottima prova di Virginia Madsen madre coraggio e determinazione. Nel troppo frequentemente scontato panorama dell'horror non è facile per niente scorgere qualcosa di nuovo,o comunque che valga la pena di essere ricordato, ma pur non dovendo mettere "The haunting in Connecticut" tra i nuovi classici, forse troveremo conferme tenendo d'occhio Peter Cornwell.

martedì 13 ottobre 2009

IL CAMORRISTA ( I,1986)
DI GIUSEPPE TORNATORE
Con BEN GAZZARA, LAURA DEL SOL, Leo Gullotta, Marzio C.Honorato.
DRAMMATICO Il film d'esordio di Giuseppe Tornatore conobbe all'epoca della sua uscita buone recensioni complessive ed un rapido passare sugli schermi:nonostante il racconto fosse ispirato alla vita trista di " 'O professore" Cutolo, non ci fu una gran risposta del pubblico ad un film di cui comunque i giornali si occuparono. Assegnato all'allora molto presente nelle pellicole di casa nostra Ben Gazzara, il ruolo principale è quello di un malavitoso assai intelligente quanto psicotico, quasi un filosofo della vita di camorra, che è attaccato alla sorella in maniera morbosa. E Gazzara ne fa uno dei suoi ruoli migliori, immettendo nel ritratto del personaggio già sviscerato nel libro di buon successo di Giuseppe Marrazzo:Tornatore, con qualche tempo morto, mostra già qui tuttavia una buona padronanza della macchina da presa ed un'attenzione di un certo livello alla cura dei personaggi, aiutato anche da attori in forma quali la spagnola Laura Del Sol e diversi comprimari di talento. Realizzato in una versione per il cinema da oltre due ore e mezza e una per il piccolo schermo che dura praticamente il doppio, ha curiosamente avuto sempre vita poco facile pure in tv, e sicuramente è una delle pellicole meno viste dell'autore di "Baària":chi non l'avesse visto vi si dedichi, troverà i cenni di un regista spesso discusso ma al quale non manca il talento visivo.

lunedì 12 ottobre 2009

BASTA CHE FUNZIONI( Whatever works,USA 2009)
DI WOODY ALLEN
Con LARRY DAVID, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson, Lyle Kanouse.
COMMEDIA
Diciamolo, visto "Vicky Cristina Barcelona" e tirato le somme, ci aveva deluso e irritato il fatto che un cineasta amato come Woody Allen(forse anche troppo prolifico a scapito di una creatività comunque fruttuosa, ma un film l'anno è tanto per chiunque) si fosse messo a fare marchette che non fossero spot, e costruito un film di dubbia consistenza per essere ben pagato per fare inquadrature invoglianti per il turismo. "Basta che funzioni" è il ritorno a Manhattan del regista, che sceglie un non attore (Larry David ha recitato qualche volta,ma è un produttore) per fare un se stesso all'ennesima potenza,un pessimista di genio, nevrotico ed ossessionato dalla caducità delle cose. Ed in effetti, carnevale umano a parte, è la relativa fragilità delle cose umane la vera protagonista del nuovo lavoro alleniano, e anche se si vuole di tutta la sua opera: perchè anche se può sembrare sarcastico oltremodo, il creatore di "Alice" e "Tutti dicono I love you" non ci inganna. E' vero che ci si può barricare dietro una concreta sfiducia nel prossimo, in una aritmetica visione della crudeltà dei sentimenti, e pensare che il mondo pullula di esseri insignificanti (ovviamente sto parlando di come la mette giù l'autore filtrato dal personaggio principale, il fisico quasi Nobel Boris): ma tutta la parte conclusiva di "Whatever works" è volta ad un'accettazione della presenza decisiva del Caso nelle vite umane, e all'ammissione che in fondo ogni tortuoso percorso delle esistenze forse non porta il peggio, o perlomeno libera i cuori dalle convenzioni o dai passi sbagliati. Un cast ottimo, capeggiato da Larry David (il quale risulta infine così simpatico che farebbe piacere incontrare a prendere un caffè al bar),che alterna monologhi rivolti agli spettatori a momenti in cui prova a fronteggiare i piccoli caos che gli ballano intorno caratterizza uno dei più felici lungometraggi del regista in cui sconfessa ogni tendenza falso materialista che ostenta nelle interviste: che significato avrebbero altrimenti tutti i personaggi riuniti a guardare finalmente al futuro con il piacere dello stare insieme e con probabili speranze di serenità?

10000 A.C.( 10000 B.C., USA/NZ 2008)
DI ROLAND EMMERICH
Con STEVEN STRAIT, CAMILLA BELLE, Tim Barlow,Cliff Curtis.
AVVENTURA
Degli stranieri approdati ad Hollywood nel settore entertainement, il tedesco Roland Emmerich è quello che negli ultimi anni aveva realizzato i progetti più costosi e insieme anche di ottima resa commerciale(Shyamalan a parte,che con pochi effetti speciali porta quasi sempre nelle casse fior di milioni): qui invece l'annunciato successone non c'è poi stato,visto che "1oooo A.C." non è andato bene come i produttori si auspicavano. L'avventurona prevede scontri con lame di tutti i tipi, lunghi viaggi massacranti,cacce ad animali post-preistorici e viceversa:però è tutto molto già visto. Se la scelta di affidare i personaggi a volti nuovi può essere considerata giusta, è fin troppo evidente la scopiazzatura del plot da "Apocalypto", con la differenza che il film di Gibson, pur con i suoi difetti, aveva un ritmo narrativo ben più incalzante,e inverosimiglianze di prammatica a parte, c'era una visione delle società contrapposte più genuina,meno hollywoodiana in pratica. Magari l'alleanza tra popoli diversi per colore e provenienza fa guadagnare al colosso simpatia, ma rimane la sensazione forte di una concezione troppo "plasticosa" dell'immaginario, per permettere al film di sedurre la voglia di fantasticare che c'è in uno spettatore che vuole gustarsi due ore di avventura davanti ad uno schermo.

domenica 11 ottobre 2009

PELHAM 1-2-3 Ostaggi in metropolitana( The taking of Pelham 123,USA 2009)
DI TONY SCOTT
Con DENZEL WASHINGTON, JOHN TRAVOLTA, James Gandolfini, John Turturro.
AZIONE
"Il colpo della metropolitana" è oggi considerato un piccolo classico del cinema thriller d'azione degli anni Settanta:per la verità di vero e proprio movimento il film diretto da Joseph Sargent ne offriva poco,giusto nel finale, basandosi più che altro su un gioco di tensione psicologica tra i due protagonisti Walter Matthau (molto bravo anche in queste rade parentesi "serie") e Robert Shaw. Qui, anche per via della firma che c'è dietro, Tony Scott, si ricorre più spesso ad un montaggio sincopato e a rapide accelerate da thriller urbano ultima generazione: Denzel Washington, per la quarta volta affidatosi al regista di "Revenge", e John Travolta si fronteggiano fisicamente solo nella penultima scena, ma intessono un duello via via più serrato con le proprie voci, mentre James Gandolfini e John Turturro si "accontentano" di due ruoli da caratteristi. Pur con qualche lungaggine, il film si lascia vedere volentieri,e risulta meglio di diverse prove recenti di Scott II. Tra i due contendenti ha la meglio, a livello di prova d'attore, il cattivo psicotico di John Travolta, gonfio di livore e scatti di sarcasmo incrudelito, sul personaggio positivo che ha delle macchie nel proprio passato ma alla fine torna a casa con il latte fresco dopo aver sgominato i malvagi, come gli eroi del cinema che fu.

giovedì 8 ottobre 2009

BUG INSETTO DI FUOCO( Bug, USA 1975)
DI JEANNOT SZWARC
Con BRADFORD DILLMAN, Joanna Miles, Richard Gillian.
FANTASCIENZA/HORROR
Probabilmente la regia del secondo "Squalo" fu affidata a Jeannot Szwarc, dopo la defaillance di John Hancock, per via di questo "Bug", film di fantascienza che diviene via via che scorre sempre di più un horror in cui la componente dell'animale che minaccia l'Uomo la fa da padrona. E forse questo stesso film diretto dal quasi esordiente francese (aveva diretto in precedenza un tv-movie della serie con Tony Musante "Toma") ha in parte ispirato un episodio del romeriano "Creepshow",quello finale in cui lo scienziato viene divorato dagli scarafaggi che lo ossessionano. Benchè ci sia una bella sequenza d'apertura(quella della chiesa,con notevoli movimenti della macchina da presa) e il tema della passione scientifica che diviene un'insana ossessione venga ben reso dal protagonista Bradford Dillman, il film comincia ad avvitarsi su se stesso da metà racconto in poi,concludendosi in una prevedibile semicatastrofe finale, che suggerisce un'origine quasi demoniaca degli insetti che emanano fiamme. La regia,dopo un buon spunto iniziale,fatica a reggere il timone della narrazione, e si dilunga spesso in un montare della suspence che,come accade anche per le chiare d'uovo, sciupa l'effetto finale:invece di tenere in tensione lo spettatore più spesso lo annoia. E dire che c'è una buona idea di fondo.

martedì 6 ottobre 2009

L'ERA GLACIALE 3:L'ALBA DEI DINOSAURI
( Ice Age 3:Dawn of the dinosaurs,USA 2009)
DI CARLOS SALDANHA e MIKE THURMEIER
ANIMAZIONE
AVVENTURA/COMMEDIA
Sarà difficile che "L'era glaciale 3" riesca ad eguagliare i record assoluti,qui da noi, di "Titanic" e "La vita è bella", i maggiori incassi di sempre in Italia, ma sarà altrettanto poco facile che qualche altra pellicola scalzi dalla vetta del botteghino2009-10 la terza avventura del mammuth,il bradipo,la tigre dai denti a sciabola e compagnia bella:tanto per sottolineare che è un film uscito ad Agosto,e se l'attrattiva c'è,il pubblico non manca. Sicuramente,visti i risultati un pò in ogni dove, le imprese della strana famiglia preistorica continueranno. E forse non è neanche vero che la trilogia persegue solo la comicità slapstick,con personaggi poco dotati di cervello, coinvolti in mirabolanti gags visive:in effetti il motore primario della serie è l'idea che si può essere anche di specie(etnie) differenti,ma per andare avanti ed affrontare le evoluzioni delle cose e dell'ambiente che ci circonda sarebbe meglio unirsi e lasciare da parte i pregiudizi.Quindi comunque un buon messaggio:certo,non è tra i cartoon che ricorderemo vita natural durante, ci sono personaggi che infine risultano di puro contorno o da ulteriore materiale per il merchandising,come gli opossum,ma l'innesto del furetto che coniuga Tarzan,Achab e Rambo survoltati in un'accelerazione folle aumenta il divertimento.Tanto da poter progettare,analogamente al Gatto con gli Stivali di "Shreck" uno spin-off con il pirata-avventuriero Buck:mentre per lo scoiattolino Scrat,forse è meglio la formula del corto, perchè tutto un lungometraggio,con i tempi comici a lui calzanti,non sarebbe adatto probabilmente.