mercoledì 30 maggio 2007

BRONCO BILLY ( Bronco Billy, USA 1980)
DI CLINT EASTWOOD
Con CLINT EASTWOOD, Sondra Locke, Geoffrey Lewis, Scatman Crothers.
COMMEDIA

E' uno dei film meno conosciuti di Clint Eastwood, e sicuramente anche uno dei meno fortunati al botteghino:la star e regista de"Gli spietati" lo ha sempre definito uno dei suoi lavori preferiti, e si percepisce che "Bronco Billy" sia una pellicola che ha dentro molto di personale, forse un divertissement con infusi gli ideali ( conservatori, mi pare ovvio) di un divo che ha sempre dato l'idea di essere una testa pensante.Pur riconoscendo il carisma e l'impegno di Eastwood, questo lungometraggio evidenzia che la commedia non è nelle corde del regista Clint, anche se sequenze come il fallito assalto al treno sono di singolare efficacia;e , tutto sommato,emerge da "Bronco Billy" una retorica da "torta di mele & stelle e strisce", che al di qua dell'oceano induce a un sorriso scettico.Basato su sganassoni, bandiere degli States,vecchi miti del West anacronisticamente rispolverati e dialoghi che sarebbero risultati più credibili in una commedia di vent'anni prima,questo film brillante non è da annoverare tra le migliori realizzazioni di un cineasta che ha saputo imporsi tra i più importanti autori del cinema americano.
MARLOWE, IL POLIZIOTTO PRIVATO
( Farewell, my lovely, USA 1975)
DI DICK RICHARDS
Con ROBERT MITCHUM, Charlotte Rampling, John Ireland, Silvya Miles.
GIALLO Gli occhi socchiusi, un buon cuore ben nascosto dietro un atteggiamento falsamente rassegnato a quanto può essere brutto il mondo, Robert Mitchum è un efficace e adattissimo Philip Marlowe, in questa sua prima interpretazione del personaggio chandleriano. Adottando un gustoso stile ed un ambientazione felicemente retrò, Dick Richards prende il romanzo "Addio,mia amata" e lascia andare il detective in un intrigo in cui è uno spaventoso cinismo a muovere i personaggi coinvolti, e Marlowe si ritrova ad essere quasi un osservatore di tutta la faccenda, oltre a carpirne i segreti all'interno.Mitchum , da interprete di razza, calza il ruolo in maniera molto personale, e lascia affiorare l'amara coscienza delle cose dell'investigatore scafato ma non ancora del tutto vinto dalle brutture circostanti.Bellissima, e inquietante, come sempre, Charlotte Rampling, e c'è anche Stallone in un breve ruolo di bravaccio.
IL CASO MATTEI ( I, 1972)
DI FRANCESCO ROSI
Con GIAN MARIA VOLONTE', Luigi Squarzina, Franco Graziosi, Peter Baldin.
DRAMMATICO

Che bei tempi quando il cinema italiano aveva voglia di scandagliare nelle verità più scomode,nei casi più oscuri della cronaca:certo, si rischiava il didascalismo a volte, e spesso a buone intenzioni non corrispondevano adeguati risultati.Francesco Rosi è stato uno dei maggiori registi del cinema di impegno civile, gli si devono poderosi atti di denuncia e sinceri tentativi di dissipare dubbi del cittadino normale alle prese con i misteri di Stato."Il caso Mattei", che ricostruisce l'avvento del presidente dell'ENI, la sua carriera e la sua morte inizialmente attribuita ad un incidente, poi chiaramente dovuta ad un attentato, è un film-inchiesta robusto, sentito, in cui lo stesso Rosi appare commentando alcune difficoltà nel realizzarlo.Gian Maria Volontè è convinto e convincente nel ruolo di Enrico Mattei, e il film sospeso tra documento e rielaborazione di dati dà un ritratto in chiaroscuro di un uomo complesso, audace e intelligente, ambizioso ma anche realmente impegnato nel rifondare l'economia dello Stato, coraggioso nel prendere posizione e tentare di tenere testa alle superpotenze e maneggione abbastanza da garantirsi certi poteri.Un film che fa pensare e , senza mai annoiare, la dice lunga su molto del nostro dopoguerra.

domenica 27 maggio 2007

PROVA A PRENDERMI ( Catch me if you can, USA 2002)
DI STEVEN SPIELBERG
Con LEONARDO DI CAPRIO, TOM HANKS, Christopher Walken, Nathalie Baye.
COMMEDIA
La dicitura "tratto da una storia vera" che apre il film,dopo i titoli di testa, ha di che spiazzare lo spettatore:eppure, con le libertà probabili che la sceneggiatura si sarà senz'altro presa, la storia di Frank Abagnale jr., "american dreamer" a modo suo, che fa della truffa la regola di vita, è presa dalla realtà. Spielberg la elabora come un romanzo di formazione alla ricerca di un inserimento in un contesto familiare sereno,visto che quello vero si è disgregato sotto gli occhi del protagonista.E il divertimento non manca, anche nell'ammirare la messa in scena, il ricreare fedelmente atmosfere e clichés anni 60 con garbo e abilità, nel condurre con mano lieve la bizzarra storia che intreccia le vicende del truffatore e dell'uomo che riuscì a beccarlo, anche se un paio di volte ne era rimasto turlupinato.DiCaprio ed Hanks reggono bene la scena, sanno dividersi i ruoli, e contrapponendo un personaggio estroverso e smanioso di piacere agli altri all'altro un pò orso, professionale e altrettanto solo, rendono verosimile il complesso rapporto che si instaura. L'autore de "L'impero del sole" dimostra di essere a suo agio anche con una commedia, anche se la durata sfora abbondantemente le due ore, e una decina di minuti in meno avrebbero giovato al film.Splendido Christopher Walken, padre perdente e spezzato dalla vita: il dialogo con il figlio a tavola nel ristorante di lusso dove questi lo ha invitato è un momento toccante, in una pellicola che gioca molto sul filo della leggerezza.
SEDOTTA E ABBANDONATA ( I, 1963)
DI PIETRO GERMI
Con STEFANIA SANDRELLI, Saro Urzì, Aldo Puglisi, Lando Buzzanca.
COMMEDIA
Pietro Germi aveva il dono della cattiveria,nel senso artistico del termine,e sapeva produrre un lucido sarcasmo su cio'che faceva,dalle commedie ambientate in Sicilia,all'escursione in Veneto di "Signore e signori",il tutto confluente nel fiume della satira intelligente e maligna.Come in "Divorzio all'italiana",ci sono sapori di Vitaliano Brancati,e di altra letteratura atta a cercare di spiegare la complessa mentalita'siciliana,il culto dell'onore,le mosse trasversali, e offese sanguinose e le pubbliche manfrine.Bellissima, tefania Sandrelli è l'oggetto del contendere tra due famiglie,essendo stata appunto sedotta dal cognato briccone: lo splendore del bianco e nero fa respirare l'aria arsa della Sicilia degli anni Sessanta, si constata l'ottusità imperante della logica paesana,si ride inevitabilmente dell'ipocrisia di fondo dei personaggi.Meno bello, forse di "Divorzio all'italiana", ma altrettanto ben costruito e godibile.
L'ORCA ASSASSINA ( Orca/ Killer whale, USA/NL 1977)
DI MICHAEL ANDERSON
Con RICHARD HARRIS, CHARLOTTE RAMPLING, Will Sampson, Bo Derek.
AVVENTURA
E' un film generalmente disprezzato dalla critica, e invece ha il suo fascino e una poetica da non sottovalutare.E' vero, sono non poche le ingenuità narrative, e a volte la messa in scena denuncia una vaga trasandatezza ( le riprese dell'orca spesso sono vistosamente compiute in una piscina, controllate la luce che filtra anche se la scena è ambientata di notte): ma il copione scritto in Italia e realizzato da DeLaurentiis in america con un regista inglese, e cast internazionale, la mette su uno scontro epico tra un uomo, anche stupido, anche ignorante e fragile, ma vero, e un animale potente, disperato, al quale egli ha inferto ferite irrimarginabili.La splendida colonna sonora di Ennio Morricone accompagna questo racconto , che procede verso un tragico finale, Richard Harris è un novello Achab con la coscienza del proprio destino, Charlotte Rampling è un'affascinante e sensibile vestale del senso di morte che è percettibile man mano che la storia scorre.E il finale, per chi non l'avesse capito, vede l'orca praticamente uccidersi, nuotando sotto il ghiaccio senza romperlo per respirare, dopo aver compiuto la propria vendetta.
DEEP IMPACT ( Deep impact, USA 1998)
DI MIMI LEDER
Con TEA LEONI, ROBERT DUVALL, MORGAN FREEMAN, ELIJAH WOOD.
FANTASCIENZA
Ogni tanto è pratica consueta(e un pò demente, diciamolo) a Hollywood, che due majors decidano di girare due kolossal paralleli che trattano più o meno lo stesso argomento, ovviamente con disastro finanziario di una delle due operazioni, e ottimo risultato dell'altra. E'successo per "Wyatt Earp" e "Tombstone", accadde anche per "Armageddon" e "Deep impact". Solo che quest'ultimo, diretto dalla Mimi Leder fattasi le ossa con vari episodi della serie tv "E.R.", punta più sulle vicende delle persone che attendono la catastrofe, occupandosi in modo più leggero della parte avventuroso-catastrofica. Intendiamoci, si va spesso sul banale, e le scene spettacolari, pur roboanti, alla fine non impressionano nemmeno granchè:ma la sequenza della dirigente tv Tea Leoni che all'ultimo momento sceglie di perdere la salvezza assicuratale in un bunker per correre dal padre con il quale non ha praticamente più rapporti meritava un'altra collocazione.L'immagine della donna che si stringe al genitore mentre un'onda immensa sta per inghiottirli, con l'affetto di una bambina è di quelle che commuovono sinceramente.Peccato che il resto del film non abbia la stessa forza.
LOCK & STOCK- Pazzi scatenati
( Lock,stock and two smoking barrels, GB 1999)
DI GUY RITCHIE
Con JASON FLEMING, JASON STATHAM, Vinnie Jones, Sting.
THRILLER/COMMEDIA
Tra sotterfugi, minacce, spari e un linguaggio disinvoltamente scurrile, il film azzecca qualche battuta, ma si fa presto ripetitivo, la sceneggiatura non presenta granchè di nuovo, con tanto di carneficina finale, e passaggio all'altro mondo di quasi tutti i personaggi.Guy Ritchie presenta un efficace e aggressivo stile di regia, ma qui si comincia a percepire la stanchezza di un cinema fatto di uomini in completo e giubbotto di pelle che usano pistole e fucili come mezzi di comunicazione, battute lapidarie e scorci sordidi delle città di ambientazione.
GIGGI IL BULLO ( I, 1982)
DI MARINO GIROLAMI
Con ALVARO VITALI, Adriana Russo, Cinzia De Carolis, Susanna Fassetta.
COMICO La volete vedere una scena cinematografica girata come peggio non si potrebbe?Allora, non vi perdete la sequenza della discoteca, con rissa annessa, che c'è in questo film realizzato sulla scia del successo dei "Pierino" con il divo di breve durata Alvaro Vitali, concorre in bruttezza e cialtroneria con quella della partita di basket in "Il bisbetico domato". Senza alcun effetto comico, con il protagonista quasi insopportabile per la sua ciarliera presunzione di simpatia ,"Giggi il bullo" è comunque volenteroso nell'evitare ogni tipo di volgarità.Solo che non c'è altro da dire, tranne che è del tutto un film indifendibile, e ingiustificabile.
BLOW OUT ( Blow out, USA 1981)
DI BRIAN DEPALMA
Con JOHN TRAVOLTA,NANCY ALLEN, Dennis Franz, John Lithgow.
THRILLER
Un lavoro su quello che percepisce l'orecchio, ben differente da quello che invece ascolta. John Travolta, tecnico audio per filmini porno, intercetta un rumore che tramuta un brutto incidente in un omicidio, e mal gliene incoglie, perchè sono coinvolte personalità governative.Diretto con ritmo incalzante da Brian De Palma,simile a "Blow up", ma diverso per significato e intenti, il thriller dell'autore di "Vestito per uccidere" riesce ad avvincere lo spettatore sino all'amaro finale, che vede il male, almeno in parte, vincere. Come nei noir d'alta scuola.
ECCEZZZIUNALE...VERAMENTE ( I, 1982)
DI CARLO VANZINA
Con DIEGO ABATANTUONO, Stefania Sandrelli, Massimo Boldi, Teo Teocoli.
COMMEDIA
C'è un'inteffrenz'....Gulash..gulash..'ngulash assoret'...ammamet' mammet'..."Onestamente, erano colpi di genio.Per quanto "Ecezzziunale...veramente" abbia momenti più indovinati e meno, con i difetti di un film tutto costruito addosso a un comico, che qui si triplica in tre parti di tifoso "malato" per le tre squadre sostenute( Milan, Inter e Juventus), il film è molto divertente nel primo episodio( "Babbo!Babbo! I Babbiturici!"), saporito in quello degli interisti in cui Abatantuono recita in italiano,con un bel gioco di squadra con i "compari" Boldi,Teocoli e Conti, un pò a singhiozzo in quello di "Tirzan", lo juventino(ma la battuta citata in apertura, e quella in cui si rivolge a due agenti della stradale, di Roma e Firenze dicendo loro"Ciò mic'dett...li mottacci tua!Ciò mic'dett..tu'mamm'è bucaiol'!" sono mitiche).Però il film, che ha i suoi bei momenti di stanca, come molti dei film marchiati Vanzina,vent'anni e più dopo si lascia ancora seguire con divertimento. Se vi pare poco...
BACI E ABBRACCI ( I, 1999)
DI PAOLO VIRZI'
Con FRANCESCO PAOLANTONI, Massimo Gambacciani, Paola Tixiana Cruciani, Edoado Gabbrielini.
COMMEDIA

Dopo il considerevole successo di "Ovosodo", Paolo Virzì gira un'altra commedia nella sua terra natale, nel livornese, imbastendo un film che sa divertire con un permanente controcanto drammatico.E'veramente bravo questo autore, sia nello scrivere, che nel dirigere e nel gusto di narrare storie quotidiane,possibilmente viste con ironia.Personaggi sanguigni, cura nella sceneggiatura e un umorismo di netta matrice toscana di tagliente efficacia contraddistinguono l'impronta di Virzì:considerando che questo film è interpretato da attori quasi tutti non professionisti, ancor maggiore è l'entusiasmo che coglie lo spettatore.Insieme tragico ed ilare, buffo e intenerito, in alcuni momenti toccante per la sana, sincera umanità che esprime,"Baci e abbracci" vede un intonatissimo Francesco Paolantoni in chiave sommessa, attorniato da un bel cast , in cui spicca il vitale Massimo Gambacciani, il capoclan Renato,spavaldo, marrano eppure simpatico.La storia si conclude con una luce di speranza in extremis:vale la pena di vederlo, è un film che rincuora, per diversi motivi.
JAMES BOND-CASINO ROYALE ( Casino royale, GB 1967)
DI JOHN HUSTON,KEN HUGHES, ROBERT PARRISH,
JOSEPH MCGRATH, VAL GUEST
Con DAVID NIVEN, Peter Sellers, Orson Welles, Woody Allen.
COMMEDIA
L'unico romanzo di cui il produttore della serie originale non detenesse i diritti,(Poi ha conosciuto anche la versione "seria", di recente con i risultati che sappiamo) tra l'altro il primo della serie, e uno dei migliori,per quanto statico nella dinamica dell'azione, offrì lo spunto per fare una parodia ad alto budget di James Bond:cinque registi , tra cui John Huston e Val Guest, cast chilometrico, con David Niven,Ursula Andress, Orson Welles, Peter Sellers, Woody Allen( che ancora non era molto conosciuto), una certa cura nell'allestimento di scenografie e coreografie, ma il pubblico gli riservò un riscontro non eccezionale.Oltre la divertita partecipazione degli interpreti, e appunto la connotazione "camp" che dà alla pellicola una riconoscibilità pop piuttosto marcata,"Casinò Royale" ha un difetto irrimovibile:non fa ridere quasi per niente, procede a sbalzi, forse anche per le troppe persone dietro la macchina da presa, e spreca l'idea di mettere in burla un personaggio-mito e il suo mondo fantasmagorico.Inoltre, il film è lento e lungo oltre le proprie possibilità d'intrattenimento:due ore e passa per una pellicola demenziale è decisamente una durata improponibile, stanca per forza.
PANE E CIOCCOLATA ( I, 1974)
DI FRANCO BRUSATI
Con NINO MANFREDI, Anna Karina, Johnny Dorelli, Tano Cimarosa.
DRAMMATICO
Oggi,con chi bofonchia a proposito di "quelli che vengono qui a rubare il lavoro" , un film come "Pane e cioccolata", che tratta proprio di un povero cristo italiano e delle sue traversie in Svizzera per trovare da lavorare e di che campare, può parere lontano anni luce come assolutamente da rivedere per non dimenticare certe cose.Il film di Brusati è una commedia densa, amarissima come si facevano a quell'epoca, su una condizione umana di sofferenza, miseria e sfasamento:il surreale dell'episodio degli uomini del pollaio si mescola a quello, ben più straziante del protagonista ossigenatosi per essere più simile a uno svizzero che esulta al bar nel vedere la partita.Recitato in maniera accorata da un Manfredi di franca umanità, il film si chiude su una rinnovata testardaggine, su un perdente che ancora non ha voglia di abbassare il capo.
KATE & LEOPOLD ( Kate & Leopold, USA 2001)
DI JAMES MANGOLD
Con MEG RYAN, HUGH JACKMAN, Natascha Lyonne, Liev Schreiber.
COMMEDIA/FANTASTICO
James Mangold è un autore interessante, tra gli ultimi emersi nella cinematografia USA, e cerca spesso di dare un taglio personale a trame che sono buone ma potrebbero banalizzarsi in mano a registi meno dotati."Kate & Leopold" non è niente di particolare,una commediola romantica che non cerca neanche di trovare una cadenza brillante, ma che risulta diretta saldamente e condotta garbatamente.Hugh Jackman è un buon attore, e qui risulta credibile come nobiluomo ottocentesco saltato accidentalmente dalla New York del 1876 a quella odierna.Meno convincente la Ryan: Meggy comincia a sembrare forzata nel ruolo di ragazza nubile dagli entusiasmi bambineschi,e non ne ha più l'età.Una favola che ha una sua gradevolezza, ma che non propone niente di inedito:comunque ben impostata.
MRS.DOUBTFIRE - Mammo per sempre
( Mrs.Doubtfire, USA 1993)
DI CHRIS COLUMBUS
Con ROBIN WILLIAMS, Sally Field, Pierce Brosnan, Harvey Fierstein.
COMMEDIA

Nonostante qualche inevitabile scivolata nel mieloso,"Mrs.Doubtfire" è una commedia simpatica,che presenta un tema delicato come il rapporto dei genitori che si separano con i figli, nell'ambito di un cinema per famiglie hollywoodiano, beninteso, ma ben recitato e scritto.Ottima performance di Robin Williams, ad altissimo voltaggio , il motore dell'enorme successo di questa pellicola:ma è merito della sceneggiatura e del regista se il film evita di inciampare in un finale stereotipato, facendo magari rimettere insieme la coppia Williams-Field.

sabato 26 maggio 2007

SOLE ROSSO ( Soleil rouge, F/I/ES 1972)
DI TERENCE YOUNG
Con CHARLES BRONSON, TOSHIRO MIFUNE, Alain Delon, Ursula Andress
WESTERN
E' curioso quanto a volte, certe immagini di cinema rimangano impresse,conficcate nella mente e nella memoria, quanto e più della realtà: mi ricordavo di aver visto da ragazzino, in tv, "Sole rosso", e che cominciasse e finisse su un treno. Comincia su un treno, e un treno c'entra nell'ultima scena, questa coproduzione franco-italo-spagnola dello "zerozerosettiano" Terence Young, che vede , in un giro bizzarro ma molto coerente con la filosofia del "western-spaghetti", combattersi, allearsi,aiutarsi e ancora sfidarsi all'ultimo sangue un quartetto di star come Charles Bronson, Toshiro Mifune,Ursula Andress e Alain Delon. Il film è divertente, con qualche effetto al sangue insistito rispetto ai canoni anche del western all'italiana, ma il gioco di squadra degli interpreti pesa positivamente sulla bilancia del gradimento, e pure la trovata, per logica un pò forzata, della minaccia dei comanches che funge da collante per il gruppetto e apre la via al confronto finale nel grano, si fa scivolare giù bene , senza rendere il film peggiore.
IL PAP'OCCHIO ( I, 1980)
DI RENZO ARBORE
Con RENZO ARBORE, ROBERTO BENIGNI, Andy Luotto, Mario Marenco.
COMMEDIA Un film matto, in cui non mancano le idee e i momenti onestamente divertenti, ma che spesso perde il filo del discorso, ruotante attorno a una bonaria(mica così graffiante come alcuni giornalisti indicarono...) presa in giro dell'apparato papale:Arbore e tutta la banda del programma di grande successo "L'altra domenica"(quello sì un colpo di genio!) vogliono farsi accettare in Vaticano per incontrare il Papa, ma gli intrighi di corte, orditi da un cardinale non mancheranno.Si ride con i monologhi assurdi di Benigni, fanno sorridere certi tormentoni( "Il signore è con voi?", risposta:"Marenco!!E venga qui!"), e quando l'umorismo si fa puro nonsense come "Azzurro" rifatta a suon di pernacchie, e i neri con paglietta che attraversano lo schermo cantando "Noi simm'o core d'o film!".Non dispiace il "Pap'occhio", però appare soprattutto come l'esperimento talvolta riuscito, altre no, di trasportare al cinema una comicità che dette uno scossone alla consuetudine televisiva, altro che "Striscia la notizia"!
BRONX ( A Bronx tale, USA 1993)
DI ROBERT DE NIRO
Con LILLO BRANCATO, ROBERT DE NIRO, CHAZZ PALMINTERI, Francis Capra.
DRAMMATICO

L'opera d'esordio di DeNiro come regista è molto debitrice verso il primo Scorsese,quello di "Mean streets" , ma riecheggia, per struttura e , ovviamente, per ambientazione,"Quei bravi ragazzi", e se il DeNiro attore si colloca in un ruolo laterale ma fondamentale, quello del padre legittimo e onesto, il regista ricostruisce felicemente le strade vagamente paesane del quartiere di quarant'anni fa,la mentalità del ghetto, talvolta perdendo un pò nel ritmo della narrazione, ma caratterizzando bene la fauna umana che tira a far giornate tra affari loschi,risse e puntate ai cavalli.Buona la scelta dei protagonisti, e di qualità è il rapporto fatto di diffidenza, antipatia, bizzarro rispetto tra le due figure di riferimento DeNiro e Palminteri, che si contendono la formazione del ragazzo di cui "Bronx" racconta la storia.Non un esordio di quelli che lasciano a bocca aperta, ma che dimostra una certa vivacità di osservazione e di costruzione dei personaggi,una buona mano da regista nella correttezza delle riprese e del montaggio.
KALIFORNIA ( Kalifornia, USA 1993)
DI DOMINIC SENA
Con BRAD PITT, JULIETTE LEWIS, David Duchovny, Michelle Forbes.
THRILLER
"A volte quando stai per svegliarti c'è un momento in cui continui a sognare mentre percepisci il mondo reale.I serial killers vivono tutta la loro vita in questa dimensione..."In questa considerazione del personaggio dell'aspirante scrittore di romanzi noir che viene coinvolto nella delirante vicenda raccontata da "Kalifornia", potrebbe stare il senso di questo film diretto da Dominic Sena.Che non è esente da pecche, soprattutto nel finale, troppo lungo e l'ambiguità della morale che "Kalifornia" propone, ma tutto sommato il film merita d'esser visto.Recitato molto bene da quattro interpreti legati al filo dannato del mentecatto Early, realizzato in economia ma formalmente discreto, questo road-movie con carneficina annessa è interessante.La coppia Pitt-Lewis, con i furori bambineschi di lui e la leggerezza con cui dà sfogo agli istinti omicidi,e la demente percezione della realtà di lei, capace di bizze tremende e consapevole della pericolosità del partner, è una versione grottesca e rivoltante di Bonnie & Clyde.
LE VITE DEGLI ALTRI (Das leben der anderen, D 2006)
DI FLORIAN HENCKEL VON DONNERSMARCK
Con ULRICH MUEHE, MARTINA GEDECK, SEBASTIAN KOCH, Ulrich Tukur.
DRAMMATICO
Film d'esordio per il trentatreenne Von Donnersmarck, "Le vite degli altri" ha incassato bene in patria, ha sbaragliato la concorrenza per il miglior film straniero agli ultimi Oscar, e da noi regge ancora in cartellone dopo quasi due mesi dalla sua uscita: un exploit davvero,visto che c'è già chi parla di una rinascita del cinema tedesco, anche per la parallela buona sorte arrisa ad un altro film proveniente dalla terra di Wenders, Fassbinder e la Von Trotta, "Quattro minuti", di cui si parla un gran bene. Ambientato nel 1984/85, questo film ha il pregio di mescolare un'azzeccatissima ambientazione che rende ottimamente l'atmosfera del tempo, e il tema della vita sotto osservazione che è affrontato con cognizione e dando ad ogni personaggio caratteristiche pregnanti. Le psicologie dei tre personaggi principali sono esplorate con perizia, e anche i caratteri più sullo sfondo sono dati con poche, decise pennellate:il dramma di un controllo totale sulle vite delle persone, modello a cui pericolosamente anche questa società sta assomigliando sempre più, rispecchia l'ipocrisia di un sistema ipocrita con la fòla dell'impianto di un regime "del popolo", in realtà una vigente oligarchia dai metodi plumbei e ottusi, capace di favorire, anche lì, pochi a scapito dei cittadini comuni. Asciutto , perfino nell'accelerazione tragica in prefinale, "Le vite degli altri" è una pellicola che possiede la forza di una sceneggiatura ad orologeria, attori degni di premio e una regia sobria e intensa,che autorizza l'entusiasmo creatosi attorno a lei.

venerdì 25 maggio 2007

SETTE ANNI IN TIBET ( Seven years in Tibet, USA 1997)
DI JEAN-JACQUES ANNAUD
Con BRAD PITT, David Thewlis, Dorjee Tsering, Jamyang Jamtsho.
DRAMMATICO
Da un regista che sembra non aver troppa fretta a realizzare i suoi progetti come Jean-Jacques Annaud, e che sceglie spesso storie particolari per i soggetti dei suoi film, un colosso tratto da un'autobiografia, quella del protagonista Harrier:scalatore austriaco iscritto al partito nazista più per opportunismo che per credo, capace di mollare la moglie incinta senza pensarci troppo su per andare a fare ciò che più gli piace nel gelido Tibet,diventa nel film un uomo piu'maturo e idealista.Il problema è che Annaud si preoccupa più di mettere in immagini il racconto,senza lasciar capire troppo come si sviluppa il cambiamento del personaggio: e che i cinesi sono dipinti anche troppo caricaturalmente, la lunghezza è eccessiva, e lo scorrere della pellicola non rapidissimo.Per cui, lo spettacolo non manca, ma non rimane granchè allo spettatore.
BERSAGLIO DI NOTTE ( Night moves, USA 1975)
DI ARTHUR PENN
Con GENE HACKMAN, Jennifer Warren, Susan Clark, Melanie Griffith.
THRILLER
Uno dei quattro film girati da Arthur Penn negli anni Settanta( non contando l'episodio "olimpico" di "Ciò che l'occhio non vede"), e forse il migliore in assoluto, di qualche lunghezza superiore al pur memorabile "Piccolo grande uomo": noir fino al midollo,"Bersaglio di notte" coglie con vena ispiratissima,l'essenza del genere hard boiled, mettendo un personaggio indagatore dubbioso e contraddistinto da una forte amarezza di fondo, in un contesto sordido, dove quasi nessuno esce pulito.La trama gialla è contorta al punto giusto, i silenzi e i tempi d'azione di un detective poco convinto del suo istinto investigativo sono apparentemente blandi,ma molto verosimili, e il finale è incalzante e lascia molto colpiti. Gene Hackman fa di Harry Moseby un pezzo di bravura da attore magnifico, regalandogli la profondità di un perdente di carattere, e Penn azzecca quasi tutte le mosse consentitegli dalla scacchiera della trama.Un film che non ebbe troppo successo alla sua uscita, oggi giustamente considerato di culto tra gli appassionati del giallo.
ANGEL HEART-Ascensore per l'inferno
( Angel Heart, USA 1987)
DI ALAN PARKER
Con MICKEY ROURKE,Robert De Niro, Lisa Bonet, Charlotte Rampling.
HORROR
Decadente è sempre stata New Orleans, sudata e sporca in questo film come i personaggi dello stesso.Storia di anime vendute, investigatori che non valgono un tubo, rituali macabri e segnali allo zolfo:"Angel heart" è un thriller-horror di una certa efficacia, che ha una sensualità malsana, propone delitti insoliti e particolarmente feroci, giocandosi il tutto per tutto nei dieci minuti finali, ben resi in un crescendo che porta a una spiegazione dei fatti di inesorabile ineluttabilità.L'urlo di Harry Angel davanti alla verità che era davanti ai suoi occhi e che non aveva mai voluto vedere è il punto d'arrivo della storia, il lugubre e mellifluo Louis Cypher che ghigna trionfante è la vittoria assoluta del Male.Uno dei migliori film di Alan Parker, autore discontinuo ma, se ispirato, capace di belle cose.Anche a rendere un atmosfera torbida come quella che trasuda da questo lungometraggio.
QUEL POMERIGGIO DI UN GIORNO DA CANI
( Dog's day afternoon, USA 1975)
DI SIDNEY LUMET
Con AL PACINO, Charles Durning, John Cazale,Chris Sarandon.
DRAMMATICO


Ispirato a un fatto vero, avvenuto nel '72, questo film di Sidney Lumet fu un successo anche per via di uno scatenato Al Pacino, a pieni giri nella performance del rapinatore disperato e cialtrone Sonny, che , dopo una rapina andata male,rimane con il complice Sal e nove ostaggi, a fronteggiare il gran dispiegamento di forze di polizia e FBI . Lumet gira questo suo lungometragio con uno stile convulso,a scatti, spesso affidandosi appunto alla verve attoriale del suo mattatore, al quale fa da valida spalla-antagonista il massiccio Charles Durning(uno dei migliori caratteristi americani, a mio avviso), raccontando una storia di afflizione urbana con toni spesso grotteschi, talvolta ironici, più avanti molto tesi e drammatici.Qualche lungaggine, forse una decina di minuti di troppo, ma "Quel pomeriggio..."regge bene gli anni, e la tensione di cui è in larga parte composto.
HIGHLANDER-L'ultimo immortale ( Highlander, GB 1985)
DI RUSSELL MULCAHY
Con CHRISTOPHER LAMBERT, SEAN CONNERY, Roxanne Hart, Clancy Brown.
FANTASTICO/AVVENTURA

Per la mia generazione fu un piccolo "cult": avendolo apprezzato, ma non amato, posso dire oggi che è un riuscito cocktail di avventura, fantasy e thriller, uno dei pochi film convincenti con Christopher Lambert.Ottima la pensata di un ruolo di fianco, ma importante per Sean Connery, sempre a suo agio nei panni di mèntore, e ben definito il crudele Kurgan di Clancy Brown, mostro dalle fattezze ruvide:in stile fumettistico e molto influenzato dl videoclip,Mulcahy definisce in un'ora e tre quarti una saga che comprende escursioni nella Scozia degli scontri tra clan,nella Francia della seconda Guerra Mondiale, portando il duello tra i secoli fino alla New York degli anni Ottanta. Divertente e attraversato dalle musiche dei Queen, che per questo film incisero uno dei dischi piu'rock della loro ultima fase discografica,"Highlander" , forse sopravvalutato da qualcuno, punta a un intrattenimento basato su effetto da cinema-cinema, puro spettacolo,che ha ancora oggi un certo fascino.
I MAGLIARI ( I, 1959)
DI FRANCESCO ROSI
Con RENATO SALVATORI, ALBERTO SORDI, Belinda Lee, Aldo Giuffrè.
DRAMMATICO A quelli che sbraitano contro gli immigrati, con tanto di fazzoletto al collo e camicia verde, fomentati da menti illuminate e di grande acume politico come gli illustri Calderoli e Borghezio, farebbe bene vedere film come "I magliari", che parla di cose oggi apparentemente lontanissime, ma mica troppo,in conclusione;Rosi racconta le vicissitudini di una piccola comunità di italiani in Germania che campa d'espedienti ,"ammollando" sòle a gente comune, piazzando stoffe a prezzi maggiori del loro effettivo valore. Non viene ricordato, di solito, come tra i migliori dell'autore di "Salvatore Giuliano", forse perchè adotta un registro da tragicommedia non compensato da un finale con colpo di scena drammatico ad effetto, o forse per la troppa briglia concessa ad Alberto Sordi che si appropria spesso del film.Però trovarsi di fronte a una commedia drammatica così ben girata e recitata pone positivamente lo spettatore nei confronti della pellicola, e restano almeno due o tre momenti di buon cinema socialmente impegnato.Non è certo poco.