domenica 20 aprile 2008

PICCOLI OMICIDI TRA AMICI ( Shallow graves, GB 1996)
DI DANNY BOYLE
Con EWAN MCGREGOR, KERRY FOX, CHRISTOPHER ECCLESTON, Ken Stott.
COMMEDIA/THRILLER
Esordio e piccolo culto per questa commedia nera di Danny Boyle, che due anni dopo arriverà al grande successo con "Trainspotting". Ambientazione claustrofobica in un appartamento condiviso che diverrà teatro della brutta faccenda a base di un cospicuo gruzzolo di losca provenienza che porterà i tre amici del titolo, due giovani uomini e una ragazza, a innescare una spirale di comportamenti che portano dalla complicità al delitto. I tre interpreti sono bravi, e Boyle dimostra di saper tenere in pugno la storia, salvo trovarsi a un certo punto del film anche troppo incerto se accentuare il tono macabro-sarcastico e trasformare definitivamente la pellicola in un thriller grottesco oppure mantenerlo sui toni giovanilistici dell'inizio. Peccato che il gioco a un certo punto si sfaldi e non convinca del tutto, perchè per buona metà è uno dei film britannici del periodo più riusciti.
TRE PASSI NEL DELIRIO ( I/F, 1967)
DI ROGER VADIM, LOUIS MALLE, FEDERICO FELLINI
Con JANE FONDA, ALAIN DELON, TERENCE STAMP, Brigitte Bardot.
HORROR
Assemblamento di episodi d'autore coprodotto da Francia e Italia, "Tre passi nel delirio" riunisce attorno al nume letterario Edgar Allan Poe tre nomi simbolici del cinema degli anni Sessanta e non solo: Vadim, Malle e Fellini scelgono un racconto a testa per omaggiare lo scrittore cui viene attribuita l'invenzione della "detective story" e da sempre considerato il più importante nella letteratura dell'orrore e del mistero. Se il "Metzengerstein" di Vadim , con una fulgida Jane Fonda nobildonna dissoluta e crudele è un lavoro ben incorniciato ma , al di là di pulsioni erotiche sadomasochistiche azzardose per l'epoca, risulta uno sguardo superficiale su un certo tipo di narrativa, il "William Wilson" di Malle è ben interpretato da Alain Delon ufficiale malsano dell'esercito austriaco ( e Kezich ci vide giusto nel trovarci l'ispirazione viscontiana da "Senso") e suscita qualche lieve tensione in più, ma se il cinefilo vi rintraccia una mano registica sapiente, ne constata pure la formalità sostanziale dell'operazione: altro discorso per il segmento felliniano, "Toby Dammit", in cui l'autore di "Otto e 1/2" scatena la sua vena inquietante e dipinge, con la scusa dell'omaggio a Poe, il lato orrido del mondo del cinema. Sosia moderno di Edgar Allan con l'unica variante dei capelli biondi, Terence Stamp (straordinario)si perde in un delirio alcoolico e , spaesatissimo ospite di un ambiente vampiresco e sottilmente maligno, non trova di meglio che fuggire su una potente Ferrari per sfidare un'apparizione bambinesca che si rivelerà un'agghiacciante raffigurazione del Diavolo , dopo che la Morte gli si è presentata nelle vesti di una bella donna. Mortuario, macabro e abile nelle pungenti stoccate grottesche , l'episodio di Fellini è grande cinema che ,tra le righe, segna un amaro omaggio a Totò ( l'anziano comico oramai cieco) e permea la schiena dello spettatore di un brivido reale.

sabato 19 aprile 2008

CHICAGO ( Chicago, USA 2002)
DI ROB MARSHALL
Con CATHERINE ZETA-JONES, RENEE ZELLWEGER, Richard Gere, John C.Reilly.
MUSICALE


Molti dei blockbuster americani usciti nella stagione 2002/03 guardavano al passato, e lì erano ambientati: è il caso, non solo di "Chicago", ma anche del rivale agli Oscar "Gangs of New York", così come "Prova a prendermi", "We were soldiers", "Era mio padre", fino in un certo modo anche a "The hours".Era il segno forse di un'America che, inquieta sul presente e terrorizzata dal futuro, cercava delle certezze nello ieri, anche se di celluloide?A parte questo, c'è di che divertirsi con "Chicago", concepito nel '75 come musical per Broadway da Bob Fosse e altri due collaboratori:l'esordiente alla regia cinematografica Rob Marshall dispiega un carnevale lucente di immagini vorticose, elegantissime e affascinanti , a ritmo serrato e facendo apparire molto più brevi le quasi due ore di proiezione.Più coinvolgente nella prima parte, con "numeri" musicali splendidi e musiche di gran livello, il film vincitore dell'Academy Award 2003 è meno cupo dell'altro grande musical di quegli anni, quel "Moulin rouge" che tanto piacque la stagione. prima.In un certo senso, se il film di Luhrmann espande i canoni del musical portando innovazioni e accelerando di parecchio i suoi tempi canonici,"Chicago" lavora di da dentro il genere, solo apparentemente rispettandone la struttura, in realtà dandogli non meno modernità e riletture. A prima lettura leggero, anche se ambientato per buona parte in un carcere per papabili condannate a morte, il film ha una morale sarcastica:in una società opportunista e senza pietà, due assassine possono diventare stelle per le triviali platee, basta che si sappiano riciclare e vendere.Bravissimi gli interpreti, anche nel canto,se possibile una spanna sopra tutti la stupenda Catherine Zeta Jones, qui una delle più belle donne mai comparse su uno schermo, che mette una grinta entusiasmante nel suo personaggio di femme traquée.

venerdì 18 aprile 2008

L'ISOLA SUL TETTO DEL MONDO ( The island at the top of the world, USA 1974)
DI ROBERT STEVENSON
Con DAVID HARTMAN,JACQUES MARIN, Donald Sinden, Mako.
AVVENTURA
Nel filone lungo una ventina d'anni delle produzioni disneyane , spesso dirette dal professionale Robert Stevenson, numerosi i classici che , ai tempi, venivano proiettati tutte le stagioni il sabato pomeriggio per i ragazzi, a prezzo scontato, nei cinema di periferia e nei circoli:anche "L'isola sul tetto del mondo" è stato , insieme a "I figli del capitano Grant", "Spruzza, sparisci e spara" e "Il computer con le scarpe da tennis" tra i film che hanno caratterizzato le ore pomeridiane di molti ragazzini della generazione nata dopo il '60. Benchè la storia e l'ambientazione abbiano reminiscenze da Verne, il film abbozza una trama sconclusionata e senza pretesa di esser preso sul serio: per l'epoca, sembrava che il fiume di lava e l'attacco delle orche fossero di buon livello spettacolare, peccato che "Guerre stellari" e "Incontri ravvicinati" fossero a pochi mesi dall'uscire...
L'URLO DI CHEN TERRORIZZA ANCHE L'OCCIDENTE
( Menglong guojiang, HK 1972)
DI BRUCE LEE
Con BRUCE LEE, Malisa Longo, Nora Miao, Chuck Norris.
AZIONE
Uno dei più celeberrimi titoli del cinema di Bruce Lee, famosissimo per la scena del duello tra l'eroe e la "promessa" delle arti marziali in Occidente Chuck Norris, che si svolge in un Colosseo assolato, senza esclusione di colpi e molto amata dagli appassionati. La trama è ovviamente improntata su una serie di provocazioni per il protagonista, che è costretto a tirar fuori la sua agilità e la straordinaria, micidiale efficacia con cui si scontra con gli sfidanti. Anche diretto dal "Piccolo Drago", "L'urlo di Chen..." è appunto cinematograficamente quasi banale, e si è consapevoli che il succo della pellicola sono le prodezze atletico-guerriere di Lee: se non si è troppo esigenti, si può anche arrivare a divertirsi...

martedì 15 aprile 2008

GRANDI MAGAZZINI( I, 1986)
DI CASTELLANO & PIPOLO
Con ENRICO MONTESANO, RENATO POZZETTO, ORNELLA MUTI, NINO MANFREDI.
COMICO
Teoricamente doveva essere un campione d'incassi che accontentava il pubblico, presentando un'ampia gamma di comici all'epoca in auge per riempire le sale:l'anziano Nino Manfredi e il goffo Pozzetto, il demenziale Massimo Boldi e il vivace Montesano, la bellissima Muti e l'imbranata Heather Parisi ,il bello Ciavarro e il buro DeSica.Il problema è che Castellano & Pipolo non hanno quasi mai avuto un bricolo di idea, da registi,le loro pellicole sono caratteristiche per incapacità di gestire i tempi del cinema, la fiacca verve del loro umorismo tracima e si abbatte sul povero spettatore che assiste allo svolgersi del film.E riescono a recitare poco credibilmente tutti, ma proprio tutti, sotto la loro direzione."Grandi magazzini" è oggi un film di cui non molti si ricordano, e fanno bene...
JOAN LUI-Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì( I, 1985)
DI ADRIANO CELENTANO
Con ADRIANO CELENTANO, Claudia Mori, Federica Moro, Marthe Keller.
MUSICALE

Quarta regia per Adriano Celentano, progetto faraonico e ambiziosissimo voluto con forza dal Molleggiato con tanto di maestranze monumentali spiattellate nella pubblicità che "pompava" questa pellicola. La quale, oltretutto, sancì la fine dell'idillio miliardario tra il cantante di "Azzurro" e il grande pubblico, che non premiò adeguatamente il grande sforzo produttivo di uno dei grandi campioni di incassi dagli anni Settanta a metà della decade seguente : "Joan Lui" è un'opera cinematograficamente scombiccherata, recitata come capita e scritta senza un particolare senso narrativo, come pure era capitato a "Yuppi Du". Se nel film del '75 però si avvertiva una poetica balzana, astrusa, ma onesta, qui all'Adriano nazionale, tuttavia grandissimo dal punto di vista musicale, il difetto di prendersi troppo sul serio e abbozzare una sorta di apologo messianico fatto maluccio e congegnato scriteriatamente. La semplicistica affermazione di una richiesta di pace in una società caotica che ripete gli errori di sempre cade nel vuoto anche per l'arrabattata regia del protagonista e autore, che si addossa troppo peso anche per un'opera personalissima e potenzialmente devoluta a diventare un film sbagliato.

lunedì 14 aprile 2008

IL CACCIATORE DI AQUILONI ( The kite runner, USA 2007)
DI MARC FORSTER
Con KHALID ABDALLA, Homayon Esradi, Ahmad Khan Mahmidzada, Zekeria Ebrahimi.
DRAMMATICO

"Il cacciatore di aquiloni" è uno dei libri più letti degli ultimi cinque anni, era logico che se ne preparasse una versione cinematografia. Produzione usa, regista lo svizzero Marc Forster, già pronto per il prossimo James Bond, interpreti afghani , film girato in lingua originale : per Hollywood ciò è un bel passo, data la frequente cialtroneria nell'allestire set su luoghi non statunitensi, tipo il piccolo ma significativo particolare delle scritte puntualmente in inglese su muri o nelle missive lette dai personaggi. Non sono tra i tanti che hanno letto e si sono commossi sulle pagine del romanzo di Hosseini, e ancor più per questo, l'opinione è prettamente sulla pellicola che ne è stata tratta. Ebbene, Forster, del quale mi è sembrato più di una volta che fosse un potenziale bravo regista, ma che utilizzasse un modo di narrare prolisso e dispersivo, questa volta ha girato un film in cui la componente tragica giustamente non abbandona mai il racconto, e lo sguardo sul mondo a misura di bambino è fresca, veritiera, curata: ed emerge un quadro doloroso, di un paese di oppressi cronici, condannati da forme di potere spietato,che non tiene alcun conto della dignità umana.E quando giungono i titoli di coda , lo spettatore non è affatto libero dal pensiero delle moltitudini di Assan sparsi per il mondo, specialmente quello più povero, creature nate già vittime di un sistema crudele e cannibale.

domenica 13 aprile 2008

MONA LISA ( Mona Lisa, GB 1986)
DI NEIL JORDAN
Con BOB HOSKINS, Cathy Tyson, Michael Caine.
NOIR

Un altra storia d'amore che non è regolare, o almeno che prenderà una piega inaspettata: per Neil Jordan le passioni sono manifestazioni di anime tormentate in cerca di appigli per sopravvivere, disperati tentativi di trovare un senso alle cose, di soffrire meno le asperità di vite allo sbando. Come per "La moglie del soldato", "Intervista col vampiro", anche in "Mona Lisa" l'antieroe Bob Hoskins, pedone della scacchiera della malavita, si ritrova a confronto con un pezzo da 90 come Michael Caine e si innamora perdutamente della bellissima prostituta nera Cathy Tyson, riesce a portare al termine il compito che si è assunto, ma in fondo alla storia conoscerà una verità amara e impossibile da ribaltare. Recitato con classe( per Hoskins candidatura all'Oscar), scritto con esaltatori di sapidità da letteratura hard boiled, "Mona Lisa" è uno dei più bei noir girati in Europa, in un periodo in cui il cinema inglese aveva ripreso vita dopo anni incerti. Piccola "leggenda" del rione da cui è emerso, il gangster di mezza tacca trova il suo giorno di gloria proprio quando conoscerà la più sonora sconfitta sentimentale: il resto dei suoi giorni saranno in gran parte rimpianto. Se non lo si è visto, da recuperare.
SPIA E LASCIA SPIARE ( Spy hard, USA 1996)
DI RICK FRIEDBERG
Con LESLIE NIELSEN, Nicolette Sheridan, Charles Durning.
COMICO

Per essere la metà degli anni Novanta, mica tanto nuova l'idea di mettere in burla le imprese mirabolanti di James Bond: infilato nel ruolo principale il caratterista scopertosi comico in tarda età Leslie Nielsen, la parodia, intitolata in originale "Spy hard" per punzecchiare anche la serie d'azione con Bruce Willis, è assai poco ilare, e , nonostante l'apporto comunque professionale della star di "Una pallottola spuntata", le polveri sono fradicie: occasioni per ridere radissime, e più che il film procede, maggiormente noia e sconforto avanzano. Se uno cercava l'occasione per farsi quattro risate ha sbagliato indirizzo...
L'UOMO DELL'ANNO ( Man of the year, USA 2007)
DI BARRY LEVINSON
Con ROBIN WILLIAMS, Laura Linney, Christopher Walken, Jeff Goldblum.
COMMEDIA


Vi immaginate se uno come Beppe Grillo, per una serie di circostanze, si presentasse come candidato a governare e vincesse pure? Robin Williams, nel terzo film in collaborazione con Barry Levinson è il comico esperto in satira Tom Dobbs, che per spirito di provocazione si fa avanti come terzo potenziale presidente USA, e per un errore delle macchine del voto elettronico si afferma. La commedia, benchè non brillantissima nello svolgimento, avrebbe qualche buona cartuccia da sparare, ma se Levinson si limita a un qualunquismo di fondo molto deludente, visto lo spunto, Williams e compagnia varia sembrano a proprio agio ma si avvertono troppe forzature nei personaggi che rimangono bidimensionali: e poi, nel confronto a tre, quando il protagonista fa un monologo che non lascia spazio agli altri due candidati, al di là della facile denigrazione delle classi politiche , dov'è il senso democratico di lasciare la parola anche all'avversario?E questa sarebbe la via a una politica nuova?

giovedì 10 aprile 2008

PORGI L'ALTRA GUANCIA( I, 1974)
DI FRANCO ROSSI
Con TERENCE HILL, BUD SPENCER, Robert Loggia, Jean-Pierre Aumont.
COMMEDIA/AVVENTURA
Terzo incasso della stagione '74-75, dietro a "L'esorcista" e "Fantozzi", diretto da un regista che col duo spargicazzotti e incassamiliardi Hill-Spencer ha lavorato solo questa volta ( e non ha più ottenuto questo successo), "Porgi l'altra guancia" non è ricordato molto dai fans della coppia. Sarà forse perchè le risse alla buona ingaggiate dal biondo e dal barbuto prendono meno spazio rispetto alla storia, eppure è qualitativamente uno dei loro film migliori. Certo, prevedibile, più o meno il canovaccio dell'amicizia che ogni tanto conosce qualche scossone e qualche sganassone ritorna, ma il tema della comunità che abolisce il denaro e dei due missionari "ribelli" perlomeno immette nel filone qualche soffio di freschezza, c'è l'occasione per qualche sorriso in più, dovuto alla sceneggiatura, e rispetto per esempio a un titolo come "...Più forte ragazzi!" siamo decisamente più avanti. Solite cose, ma con un pizzico di buona volontà in più.
RIDERE PER RIDERE ( The kentucky fried movie, USA 1977)
DI JOHN LANDIS
Con BILL BIXBY, DONALD SUTHERLAND,GEORGE LAZENBY,EVAN KIM.
COMICO

Impossibile pretendere un filo conduttore in questo collage di demenziali scene dall'umorismo senza paura di offendere nessuno, in cui John Landis, giunto al secondo film (dopo "Schlock") scatena la sua irriverente voglia di prendere in giro in stile "carta vetrata" molte cose dell'America del tempo.Molti i volti noti coinvolti in questa superfarsa dove lo sghignazzo è garantito:certo, non siamo ai livelli dello straordinario periodo successivo che è stato l'apice creativo della carriera dell'autore di "The Blues Brothers", ma non si può sfuggire all'effetto ridanciano della folle pellicola.Guardate la scena del cinema e dell'angolo degli animali....
MATRIMONIO ALL'ITALIANA( I, 1964)
DI VITTORIO DE SICA
Con SOPHIA LOREN, MARCELLO MASTROIANNI, Aldo Puglisi, Marilù Tolo.
COMMEDIA

E' uno dei classici di sempre del cinema italiano, uno dei più celebri a vedere l'accoppiata più amata dal pubblico, anche più di Totò e Peppino, più di Sordi e la Vitti: Sophia Loren e Marcello Mastroianni rifanno al cinema "Filumena Marturano", che già qualche anno prima lo stesso Eduardo aveva trasposto sul grande schermo. Storia d'amore appassionato, di liti e di un sentimento insopprimibile, il film diretto da Vittorio De Sica diverte e commuove , con una densità di tratto cinematografico "di quelle di una volta". Interpreti che sono in una sintonia straordinaria, Sophia e Marcello paiono a loro agio come se fossero all'ennesima replica sul palcoscenico, e l'inganno estremo giocato dalla bellissima Filumena al suo amore di una vita per imbrogliare il Maschio e renderlo più Uomo di fronte alle sue richieste da sempre insoddisfatte ha il sapore delle grandi commedie. Una commedia drammatica che ha il pregio di una narrazione leggera e di una corposità di scrittura notevoli.

mercoledì 9 aprile 2008

JUNO ( Juno, USA 2007)
DI JASON REITMAN
Con ELLEN PAGE, Michael Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman.
COMMEDIA


Premiato dal festival di Roma lo scorso Ottobre, ma anche dal pubblico americano che gli ha conferito un incasso superiore ai 100 milioni di dollari, arriva tardivamente sugli schermi italiani "Juno", commedia girata come se fosse un film "indie", e opera seconda di Jason Reitman, che aveva favorevolmente impressionato con il pungente "Thank you for smoking". L'atmosfera ricorda le strisce dei "Peanuts" di Schulz, sia per l'ambientazione che per il tono prevalentemente leggero della narrazione, tuttavia la pellicola, pur gradevole, appare come una leggera regressione rispetto all'altro film. E' uno di quei film che si vedono bene, strappano qualche sorriso, ma se i dialoghi tendono a debordare, la sceneggiatura qua e là manifesta qualche riflesso inconcludente. Recitato con vivace spontaneità, "Juno" conferma che Reitman jr., tirando più in alto del padre, sceglie argomenti più curiosi per le sue commedie e cede meno al corrivo o al facile: per cui, pur non includendo questa simpatica, effervescente pellicola, tra i migliori film dell'anno, la buona novella è che un bravo regista di commedie intelligenti è emerso.Appuntamento al terzo film.
SOGNANDO LA CALIFORNIA( I, 1992)
DI CARLO VANZINA
Con MASSIMO BOLDI, NINO FRASSICA, MAURIZIO FERRINI, ANTONELLO FASSARI.
COMICO
Preso regolarmente a ceffoni, metaforicamente parlando, senza passare dal Via,"Sognando la California" fu il panettone natalizio dei Vanzina per il '92.Le volgarità non mancano, di certo, qualche caduta di tono è quasi un marchio di fabbrica, ma "Sognando la California" non è il più infame dei film vanziniani.Sulla scusa della rimpatriata tra amici quarantenni che si fanno una vacanza che non si erano potuti permettere al tempo della maturità, c'è un giro in America con disavventure regolari in cui incappare.Il gruppo(Boldi,Ferrini,Fassari,Frassica) sembra assemblato in maniera indovinata, soprattutto Massimo Boldi ha un paio di tirate onestamente divertenti, e in certi momenti affiora la vena nostalgica dei Vanzina's come già è accaduto in altri loro lavori.Se si cerca l'umorismo fine ci si rivolga altrove, ma "Sognando la California" ha un'efficacia baldanzosa che qualche volta convince.
TIFOSI( I,1999)
DI NERI PARENTI
Con CHRISTIAN DE SICA, MASSIMO BOLDI, DIEGO ABATANTUONO, NINO D'ANGELO.
COMICO
Casualmente non uscito a Natale, ma nell'autunno del '99, "Tifosi" è stato tra i campioni di incasso della stagione, ma neanche tra i più redditizi della miliardaria serie della ditta "De Laurentiis, De Sica&Boldi". Si potrebbe eccepire che , probabilmente, non è neanche qualitativamente tra i peggiori , addirittura se ne rileva la non forsennata ricerca della battuta grassa: certo, banalità a iosa, scrittura cinematografica alla buona, la solita sbobba con qualche tenue correzione. Boldi rifà praticamente i suoi sketch con gli attempati ultras romani Mattioli e Bernabucci di "Fratelli d'Italia", tra i consuoceri De Sica e Iacchetti c'è una rivalità anche calcistica a causa di fedi laziali e interiste, Abatantuono è un tifosissimo juventino intrappolato da una casalinga di Parma, e Nino D'Angelo è un ladro di buon cuore che quando scopre di aver svaligiato la casa di Maradona rende tutto. La messa in scena è piuttosto trasandata, battute a vuoto ci sono eccome, però è anche vero che la premiata ditta ha fatto tanto di peggio....

martedì 8 aprile 2008

MAI DIRE MAI( Never say never again, USA/GB/D 1983)
DI IRWIN KERSHNER
Con SEAN CONNERY, Klaus Maria Brandauer, Kim Basinger, Barbara Carrera.
AZIONE/SPIONAGGIO


Quando non è certo l'esito di qualcosa meglio buttarla sull'ironia, devono aver pensato gli autori di "Mai dire mai", ritorno al personaggio di James Bond 007 una dozzina d'anni dopo l'ultima volta per Sean Connery, che sfidò negli incassi il rivale Roger Moore, in uscita contemporanea con "Octopussy", anche se qui da noi fecero uscire in Ottobre il secondo titolare in carica del ruolo, e a Natale l'originale from Scotland. Assegnato allo specialista in seguiti Irwin Kershner, il film riprende il soggetto di "Thunderball"(1965) riadattandolo agli anni Ottanta e alla voglia di scherzare sopra l'icona bondiana della star Connery, che ironizza non poco sull'ultravirilità della creatura di Ian Fleming e sulle proprietà quasi supereroistiche della serie. Due bellezze straordinarie come Kim Basinger e Barbara Carrera corredano l'avventura e Klaus Maria Brandauer, rispetto ad Adolfo Celi, è un Emilio Largo sottilmente nevrastenico e meno imponente. "Mai dire mai", non particolarmente amato dai fans di 007 , forse per l'appunto palese immissione di umorismo nella sceneggiatura, è troppo lungo, e in alcuni passaggi denuncia la sua natura preconfezionata per piacere alle nuove generazioni dell'epoca, tuttavia si segue sorridendo, e non è poco.
SESSO & POTERE( Wag the dog, USA 1997)
DI BARRY LEVINSON
Con ROBERT DE NIRO, DUSTIN HOFFMAN, Anne Heche,Woody Harrelson.
COMMEDIA

A conti fatti, è uno dei migliori film girati da Levinson negli ultimi anni, anche se conosce qualche caduta di ritmo e alla lunga la raffica verbale da mitragliatrice stanchi un pò.Nel "match" tra DeNiro e Hoffman, difficile stabilire chi sia il migliore:se l'efficiente, cinico, secco organizzatore Bob o il meticoloso, vanitoso e un pò petulante produttore di Dustin.Due ruoli fatti di sfumature, mezzi toni, anche se quello di Hoffman è un pò più accentuato, quanto è scarno l'altro. In "Heat" era interessante il confronto nel contrasto tra l'implosione del criminale DeNiro e la concitazione dello sbirro Pacino, mentre qui subentra la scelta di uno stile più sommesso e ancora più sofisticato.E' un peccato che "Wag the dog", che comunque è una commedia acida e salace, non mantenga tutte le premesse e non sia sempre all'altezza dei suoi grandi protagonisti.

lunedì 7 aprile 2008

IL TALENTO DI MR. RIPLEY( The talented Mr. Ripley, USA 1999)
DI ANTHONY MINGHELLA
Con MATT DAMON, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Philip Seymour Hoffman.
THRILLER


Se sulla pagina scritta Tom Ripley era sostanzialmente uno che considera l'omicidio la via pratica al benessere, Minghella ne fa un assassino addolorato, che uccide perchè rancoroso, per sopravvivenza o per drammatica scelta.Il suo talento, è, appunto poter sembrare qualcun altro, mentre lui non si sente neanche se stesso.In una cornice lussuosamente retrò, abbiamo l'occasione di rivedere l'Italia negli stereotipi più amati dagli americani, con la Vespa e le vacanze romane.Il che magari, ci può fare anche ridere, e talvolta offendere, per la grossolanità di base.Escludendo ciò,va detto che l'autore del "Paziente inglese" dà alla storia del suo assassino cortese una confezione elegante, una buona elaborazione dei tre personaggi principali, e un'agghiacciante resa dei delitti commessi."il talento di Mr.Ripley" ha un minutaggio anche troppo robusto, e in effetti conosce una fase di stallo nella parte veneziana, a tre quarti di proiezione:c'è molto Hitchcok, comunque, per tempi, sottigliezza della tensione e nella misoginia sostanziale del racconto.

domenica 6 aprile 2008

STRADE DI FUOCO( Streets of fire, USA 1984)
DI WALTER HILL
Con MICHAEL PARE', DIANE LANE, Willem Dafoe, Rick Moranis.
AZIONE


Un bacio appassionato sotto una pioggia scrosciante, la favola rock di Walter Hill non può concedere di più all'eroe ed alla bella, non c'è lieto fine, perchè la vita non è sempre felice."Strade di fuoco", benchè di scarso successo ai botteghini, può essere considerato un lavoro anomalo del regista dei "Guerrieri della notte", ma ben ascrivibile nella sua poetica della strada.Colonna sonora incisiva, belle riprese e caratteri molto archetipici (il duro vulnerabile, la bellissima contesa, la ragazza venuta da lontano coriacea e valida alleata, il cattivissimo da affrontare in duello),"Strade di fuoco" soffre una certa legnosità nei dialoghi e un senso di incompiutezza lo frena , tradendolo un pò .Ma , a modo suo, è un valido esempio di come si possa fare un film per i giovani che mantenga il senso del sogno destinato a non finire mai , senza risultare patetico.
IL MATRIMONIO DEL MIO MIGLIORE AMICO
( My best's friend wedding, USA 1997)
DI P.J.HOGAN
Con JULIA ROBERTS, Cameron Diaz, Dermot Mulroney, Rupert Everett.
COMMEDIA


Calarsi in un ruolo brillante che le concede punte di perfidia giova all'interprete di "Pretty woman", con sapienti dosaggi di imbranataggine e sfumature sexy per rendere memorabile il personaggio, forse il migliore della sua carriera.Condotto con gaia malizia e buona mano per quanto riguarda gli attori da P.J.Hogan,"Il matrimonio del..." è dotato di un efficace e accattivante colonna sonora, da John Denver a Dionne Warwick, su una cui celebre canzone viene imbastito un coro durante un pranzo che diventa una scena di grande ilarità. Il film è spassoso e, nonostante il finale agrodolce, fa rilassare lo spettatore.L'unico del cast che convince poco è Dermot Mulroney,statico nelle espressioni, e la sorpresa è un Rupert Everett scatenato nel ruolo dell'amico gay complice della protagonista, una prova da commediante di gran razza , bravissimo nei tempi e nelle espressioni.Titoli di testa ironicamente rosei, e maligna l'insinuazione che l'unico modo per essere amici tra uomo e donna senza potenziali complicazioni sentimentali, sia il fatto che uno dei due non possa, per gusti e natura, essere attratto dall'altro.
IO , ME & IRENE (Me, myself & Irene,USA 2000)
DI PETER e BOBBY FARRELLY
Con JIM CARREY,RENEE ZELLWEGER, Chris Cooper, Robert Forster.
COMICO

Jim Carrey insieme ai Farrelly Bros., era scritto:alfieri del nuovo demenziale davanti e dietro alla macchina da presa, dovevano prima o poi lavorare a un film insieme.E dopo il successo planetario di "Tutti pazzi per Mary", i campioni di una comicità volgare, senza regole, gaia della propria scorrettezza, i fratelli elaborano una commedia con sdoppiamento di personalità inclusa, in cui ogni mossa per scatenare il riso, è da aspettarsi.Straordinaria la prova di Carrey, sia che assuma la personalità "passiva" o che incarni la parte "feroce" di sé stesso:non gli è da meno Renée Zellweger, che regge l'urto della vis comica della star canadese con capacità interpretativa di cui tener conto.Il film conosce alti e bassi a livello di divertimento, ma tutto sommato ha più sugo del precedente, e più famoso,"Tutti pazzi per...".La gag più "oscena" è quella del poliziotto con il pollo infilato nel sedere:però è vero che è difficile non riderne...
TINA-What's love got to do with it?
( What's love got to do with it?, USA 1993)
DI BRIAN GIBSON
Con ANGELA BASSETT, Laurence Fishburne, Cora Lee Day,Phillys Yvonne Stickeny.
DRAMMATICO

Probabilmente anche troppo benevolo nei confronti di Tina Turner, facendola figurare come una martire, anche se è stato provato che suo marito Ike fosse iracondo, violento, il film di Gibson ha non poche lungaggini che appesantiscono la narrazione.Ha una felice ricostruzione d'ambiente nel riproporre anni Sessanta e Settanta, si avvale di un'ottima fotografia con colori sempre molto accesi e naturalmente può contare su molte belle canzoni.Cronaca familiare dalle tinte funeste, ha nella muscolare Angela Bassett e nel massiccio Laurence Fishburne due interpreti grintosi, che portano a vantaggio del film una rabbia vivace.

sabato 5 aprile 2008

NEXT( Next, USA 2007)
DI LEE TAMAHORI
Con NICOLAS CAGE, Jessica Biel, Julianne Moore, Thomas Hretschmann.
THRILLER/FANTASTICO

E' uscito in diversi paesi ben prima del successone "Il mistero delle pagine perdute", tra i grandi incassi natalizi, ma sui nostri schermi "Next" con il medesimo protagonista Nicolas Cage arriva quasi un anno dopo: tratto da uno scritto di Philip K.Dick, diretto dal neozelandese Lee Tamahori che proviene dall'ultimo Bond brosnaniano e dal brutto sequel di "XXX", questo thriller a sfondo soprannaturale è un discreto passatempo. A parte che Cage con parrucca lungocrinita ha un che del pupazzetto della saga horror "Saw", e a un certo punto verso il finale il film subisca un'accelerata tale da far quasi saltare ogni logica narrativa, salvo recuperare nella chiusa, ci si può divertire. L'eroe Chris Johnson ha il potere di poter prevedere due minuti e venti secondi prima le cose che succedono, e anche se può parere poco tempo, in realtà la cosa fa comodo, oltre che a egli medesimo, all'FBI che deve scongiurare un attacco terroristico. Tamahori ha deluso diversi suoi estimatori della pellicola che lanciò, il durissimo "Once were warriors", ma qui dimostra che sa girare con disinvolto mestiere una pellicola d'azione,peccato che appunto la sceneggiatura non sia saldissima, e si appigli troppo alla chiave ipotetica di un racconto di fantascienza, ma lo spunto è valido, e la trovata dell' "antidoto" ai poteri di Johnson è intelligente.Certo sul piano attoriale si è visto di meglio...

venerdì 4 aprile 2008

PICCOLO BUDDHA( Little Buddha, GB/F 1993)
DI BERNARDO BERTOLUCCI
Con KEANU REEVES, Bridget Fonda, Chris Isaak, Alex Wiesendanger.
DRAMMATICO


Non è uno dei lavori più riusciti di Bertolucci.C'è un cast tecnico da lodare in blocco, dalla fotografia alle musiche, dal montaggio ai costumi.Per quanto riguarda la mano del regista, per due ore di proiezione sembra ispirata, e conferisce qua e là alla pellicola tocchi di magia visiva, con un senso scenico notevole.Purtroppo il lato debole del colosso è la sceneggiatura, che presenta in modo banale temi complessi come il dramma dei genitori del bimbo americano designato a diventare il nuovo Dalai Lama, che non si sentono in grado di assolvere tale responsabilità.Giustificando così lo scarso coinvolgimento emotivo dello spettatore in una storia affrontata con una strana superficialità da un autore altrove capace di toccante poesia.
AIR FORCE ONE( Air Force One, USA 1997)
DI WOLFGANG PETERSEN
Con HARRISON FORD, Gary Oldman, Glenn Close, William H.Macy.
AZIONE

Negli anni della presidenza Clinton capitò più di una volta che il protagonista di pellicole hollywoodiane, specialmente commedie, fosse il presidente degli Stati Uniti ( con Bush non è stato così, chissà come mai...): però metterlo al centro di un film d'azione dall'alto budget è stata una mossa insolita. Allestito dal tedesco Wolfgang Petersen, il plot rappresenta la "fortezza aerea" Air Force One preso d'assalto da un manipolo di russi indipendentisti ( ah, i vecchi e carissimi cattivi...) e il Number One mondiale impegnato a salvare se stesso, la sua famiglia e l'onore delle stelle e striscie dal caos terroristico. Al di là della monumentale improbabilità della trama, il film sprofonda in una retorica patriottica vecchia di oltre dieci anni, notare la rappresentazione della Russia come un inferno prebellico, si avvia allo scontatissimo finale con grazia da mammouth zoppo, e meraviglia che star come Ford e Close si siano prestati per puro spirito mercantile a partecipare a un'operazione obsoleta come questa. Tra gli attori, nota di stima solo per Gary Oldman, che si danna per imprimere uno straccio di spessore al suo villain nostalgico della potenza sovietica, ma deve lottare con una sceneggiatura bolsa e adatta più a una pellicola con Chuck Norris che con questi nomi.
ARTURO( Arthur, USA 1981)
DI BERT GORDON
Con DUDLEY MOORE, LIZA MINNELLI, John Gielgud,Geraldine Fitzgerald.
COMMEDIA

In America fu un grande successo, da decretarne la realizzazione di un seguito sette anni dopo ( passato inosservato), ma da noi non richiamò così tanti spettatori: girato da un regista deceduto molto giovane e dopo un solo film, "Arturo" è una favoletta su un miliardario ubriacone che si innamora di una prostituta e trova il vero amore, con la collaborazione di un professionalissimo e paterno maggiordomo ( John Gielgud, che con questo ruolo vinse l'Oscar). Giocata in buona parte sulle castronerie del riccone avvinazzato, dipinto come un bambinone fondamentalmente solo e infelice, la commediola si salva soprattutto per la professionalità di Gielgud e la brava Liza Minnelli,mentre Dudley Moore dà una prova tutta sopra le righe che alla lunga stanca. Giunto alla fine del racconto, il protagonista si trova a dover scegliere tra soldi e sentimenti, ma riesce a non perdere niente: fiacca nella narrazione, poco divertente nell'insieme, è un tipico film che passa dallo schermo al dimenticatoio in meno di una decade.

giovedì 3 aprile 2008

BALLATA MACABRA ( Burnt offerings, USA 1976)
DI DAN CURTIS
Con OLIVER REED,KAREN BLACK,BETTE DAVIS, Burgess Meredith.
HORROR
La casa maledetta, da praticamente sempre uno degli scenari e dei motivi di ispirazione per letteratura e cinema dell'orrore, è al centro anche di questo film di metà anni Settanta, che , pur sfoggiando un cast di prima qualità ( Reed, Black, Davis,Meredith) e avendo un discreto sucesso tra gli estimatori del genere per qualche anno, oggi è scivolato nel dimenticatoio. Caratterizzato da una fotografia opaca, quasi volta a smorzare luci e colore, "Ballata macabra" vede la distruzione di una famiglia di nuovi inquilini da parte di una splendida magione, purtroppo malefica, con piscina limacciosa e poco piacevole antistante. La storia, per niente nuova, si lascerebbe tuttavia seguire, ma Dan Curtis non imprime un ritmo narrativo sufficiente a sostenere un'espandersi di tensione necessaria a fare paura. La conclusione sardonicamente maligna è una nota di coerenza dell'horror di quegli anni che gli fa onore, ma non c'è molto altro da mandare a memoria.