domenica 30 dicembre 2007

THE ASTRONAUT'S WIFE ( The astronaut's wife, USA 1999)
DI RAND RAVICH
Con JOHNNY DEPP, CHARLIZE THERON, Nick Cassateves, Joe Morton.
FANTASCIENZA/HORROR

Clamoroso pastrocchio di fantascienza mista a horror, realizzato con una pochezza di idee stordente, e tirato via sia nell'ideazione della trama, che nell'allestimento: i nomi sul cartellone ( Depp+ Theron) adescano lo spettatore in cerca di inquietudini , ma è ben presto evidente la trappoletta di un film , oltre che inutile, spettacolarmente brutto e ridicolo ad ogni passaggio. La sceneggiatura rubacchia da qualche classico precedente, risolvendosi con un finale balorodo ( non che la strada per arrivarci sia meglio, anzi): il regista Ravich lasciava intuire già qui un bel nulla di potenzialità, mentre se la bellissima Charlize tenta vanamente di infondere un'ombra di credibilità al suo personaggio, erede senza speranza della Rosemary polanskiana, non si era mai visto un Johnny Depp così fuori parte, monocorde e spiazzato. Senza paura di esagerare, si può classificare tra i dieci film più brutti degli ultimi trent'anni.
I POMPIERI ( I, 1985)
DI NERI PARENTI
Con PAOLO VILLAGGIO, LINO BANFI, CHRISTIAN DE SICA, ANDREA RONCATO.
COMICO
Stanchissima risposta italica al successo di "Scuola di polizia", con un'adunata di comici più o meno appellabili tali , in una serie di scenette che dovrebbero far ridere e più spesso annoiano:fatto maluccio, montato con criteri da "Drive-in", il film di Parenti punta tutto sull'effetto dei nomi ingaggiati sul pubblico che li segue, teoricamente contento di ritrovarli a rifare le loro gags classiche in veste da vigili del fuoco.Però un po'di sapore questo "sformato" comico poteva anche averlo, ma Banfi che dice "raghezzi",Villaggio che fa la faccia da lesionato, DeSica che rifà il pischellone viziatissimo, e Boldi che ripete a macchinetta "cipollini!", per non parlare dell'anonimo contributo di Gigi e Andrea e Ricky Tognazzi, sono clichés risaputi e che sanno solo di aria fritta. E stantìa.

sabato 29 dicembre 2007

OVER THE TOP ( Over the top, USA 1987)
DI MENAHEM GOLAN
Con SYLVESTER STALLONE, David Mendenhall, Robert Loggia, Susan Blakely.
DRAMMATICO

"Se vuoi qualcosa...devi lottare!"Mica dice nulla di nuovo questa frase, ma è un momento di autenticità sincero, in un film che è interamente da cassare:diretto senza quasi criterio registico dall'israeliano Golan, allora patron del marchio Cannon con il socio Globus,"Over the top" è , credo di poter affermare, l'unico film incentrato sul braccio di ferro.Divertimento da militari, o tutt'al più da ragazzi al mare, qui viene fatto passare per evento sportivo, con tanto di torneo nazionale, con (mi pare ovvio) sudatissima vittoria finale del trepidante padre Lincoln Hawk, impersonato da un Sylvester Stallone con cappellino girato all'indietro e maglietta senza maniche.In pratica, la suggestione di un fotoromanzo in movimento, le prevedibili difficoltà soprattutto fisiche che al solito dannano la vita dei personaggi stalloniani, dialoghi banali oltre il sopportabile, e una sostanziale atmosfera da luna park, con i limiti del caso.Fu il secondo flop consecutivo di Stallone dopo l'incredibile biennio '85/86 che lo vide trionfatore del box-office.
LA STANGATA ( The sting, USA 1988)
DI GEORGE ROY HILL
Con ROBERT REDFORD, PAUL NEWMAN, Robert Shaw, Charles Durning.
COMMEDIA


Un grandissimo successo di pubblico, ancor maggiore del precedente abbinamento di Newman & Redford, il western ironico e ribelle "Butch Cassidy", stesso regista, il qui premiato con l'Oscar George Roy Hill, colonna sonora celeberrima di Marvin Hamlisch, e trionfo agli Oscar, ben sette statuette portate a casa, che per una commedia sono una cifra record.Molto divertente, bellissima ricostruzione d'ambiente, un film che è sostanzialmente la storia di una vendetta non spietata, e di una beffa ai danni di un tracotante boss della mala che non ha alcun senso dell'umorismo. Johnny Hooker(Redford) e Harry Gondorff(Newman) sono due truffaldini doc, i due divi sono particolarmente a loro agio,Hill ha un buon gioco nell'amministrare i tempi della sceneggiatura, Shaw fa bene il suo mestiere di malvagio, e non è da meno Charles Durning in una parte da caratterista di lusso molto bene resa.Alla fine, la beffa si rivolge anche verso il pubblico, quando il film sembra virare verso un finale inaspettatamente drammatico, ma è solo uno scherzo.Il lieto fine è già pronto:però, come rilevava già Tullio Kezich alla sua uscita, torna poco il fatto che la truffa ordita ai danni del villain nel film pare risaputa da tutti.Possibile che il gaglioffo non ne abbia mai sentito parlare?Tolto questo, un gran divertimento...
BILLY BATHGATE- A scuola di gangster ( Billy Bathgate, USA 1991)+
DI ROBERT BENTON
Con LOREN DEAN, DUSTIN HOFFMAN, NICOLE KIDMAN, Bruce Willis.
DRAMMATICO


Non è proprio un film da buttare, la parte tecnica è eccellente, realizzata con una cura d'altri tempi:fa difetto a "Billy Bathgate", semmai una tenuta di ritmo tendente al soporifero, con avvenimenti e passaggi di sceneggiatura non proprio emozionanti.Non se la cavano male Loren Dean e la bella Nicole Kidman.Delude un pò Dustin Hoffman, tutto sommato non messo a proprio agio dal regista Robert Benton, con il quale si dice che il divo abbia avuto qualche screzio sul set.Glissando sul demenziale sottotitolo italiano, rimane una morale abbastanza ambigua:cosa vuol dire il finale del film, che il crimine è un'esperienza da vivere, basta sapere quando ritirarsi?
LA PROMESSA DELL'ASSASSINO
(Eastern promises, CAN/GB 2007)
DI DAVID CRONENBERG
Con NAOMI WATTS, VIGGO MORTENSEN, Armin Mueller-Stahl, Vincent Cassel.
NOIR

Non sembra certo, a un primo colpo d'occhio, un film di Natale, così come non lo era, due anni fa, "A history of violence" : la nuova collaborazione tra David Cronenberg e Viggo Mortensen è un nuovo noir, con scene di una certa cruenza, che trova il suo apice verso la conclusione con un già molto chiacchierato scontro all'ultimo sangue in un bagno turco. Avanzando con l'età, l'autore di "Videodrome" sembra sempre di più appartenere a quella schiera di artisti e intellettuali che , pur parendo arciconvinti dell'ineluttabilità del Male, e della debolezza degli Uomini, tratteggiano invece messaggi di speranza negli stessi, e un umanesimo ruvido ma sentito, come Kubrick. Storia aberrante, che si tramuta in un racconto morale di sangue screziato, il film è elegante, girato benissimo e interpretato ottimamente da tutti, con una speciale citazione per il boss mafioso russo dagli occhi bonari e dalle azioni ripugnanti Armin Mueller-Stahl: seppur certi passaggi decisivi della trama possano rivelarsi discretamente prevedibili ( quali non dirò per non sciupare il gusto di un bellissimo film) la pellicola vale ancor più per quello che suggerisce tra le righe, oltre che ricercare speranza e pietà dopo tanta morte e spietatezza. E, nella scena della cena della donna centenaria al ristorante gestito dei cattivi, spicca un'allegoria del benessere limpidissima e dolorosa, pensando, per una torta che viene consumata con allegria e intonando una "Oci Ciornie" in coro, con tanto di occhi chiusi e mani sul petto, a quanto sangue e quanta nefandezza sia stata consumata , appena al di là della porta, per poter rendere possibile ciò.
CULO E CAMICIA ( I, 1981)
DI PASQUALE FESTA CAMPANILE
Con ENRICO MONTESANO, RENATO POZZETTO, Maria Rosaria Omaggio, Daniela Poggi.
COMMEDIA
Incassi torrenziali per i film a episodi dei primi anni Ottanta con i comici di casa nostra, anche quando le storie in cui erano ficcati funzionavano così così: Enrico Montesano divide con Renato Pozzetto il manifesto di questo film di successo commerciale diretto da Pasquale Festa Campanile, dopo l'ottimo riscontro conosciuto con "Qua la mano" la stagione precedente. Il romano alle prese con una favoletta gradevole, ma di poco sapore, circa un paio di scarpe che portano fortuna , il milanese sarto gay convivente con un Leopoldo Mastelloni sciantoso che si innamora della bella mora Maria Rosaria Omaggio. Se appunto il primo episodio presenta pochissima originalità e si salva appunto con qualche spunto dell'estro di Montesano, il secondo poteva essere un tentativo di satira più gustosa, sulla falsariga de "Il vizietto", mentre di buono, oltre il bel nudo della Omaggio, c'è giusto qualche uscita del protagonista che suscita qualche rado sorriso. Dignitoso, tutto sommato, ma di poca rilevanza.

venerdì 28 dicembre 2007

ASSASSINIO SULL'ORIENT-EXPRESS
( Murder on the Orient-Express, GB 1974)
DI SIDNEY LUMET
Con ALBERT FINNEY, Sean Connery, Ingrid Bergman, Lauren Bacall.
GIALLO

Gran riunione d'attori per questa versione cinematografica di una delle più celebri indagini di Hercules Poirot, celeberrimo investigatore corpulento nato dall'estro di Agatha Christie:dietro la macchina da presa c'è un esperto, e bravissimo, specialista della recitazione come Sidney Lumet, qui in versione "divertissement" in mezzo a due lavori di maggior impegno politico e civile come "Serpico" e "Quel pomeriggio di un giorno da cani".Il congegno elaborato dall'autrice di "10 piccoli indiani" è tra i migliori partoriti dalla scrittrice, e la soluzione del giallo, che Poirot sviluppa nel finale, alla presenza dei personaggi più importanti del racconto, è complessa e si mostra indulgente verso la giustizia privata.Albert Finney è un Poirot dai toni grotteschi e stizzosi, il cast è complessivamente interessante, anche se è forse inevitabile la dimensione poco cinematografica dell'intera operazione:praticamente, Lumet rinnova un tipo di lavoro che fece ai tempi de "La parola ai giurati", con un gruppo di personaggi confinati nel relativamente angusto spazio chiuso a confrontarsi su colpevolezza e legittimità.
NIGHTMARE 4- Il non risveglio (A nightmare on Elm Street 4: The Dream master,USA 1988)
DI RENNY HARLIN
Con ROBERT ENGLUND, Rodney Eastman, Danny Hassel.
HORROR

Fu ,prima del numero 6, il maggior risultato commerciale della serie inventata da Wes Craven, con il perverso Freddie Krueger, dalle mani artigliatrici di giovani di provincia americana.Diretto dal finlandese Renny Harlin, in seguito più a suo agio con il cinema d'azione che con il fantastico,"Nightmare 4" spinge per una sorta di parodia autogestita delle avventure di Krueger e delle sue vittime, giocando però su uno schema ben presto ripetitivo e più spesso autocelebrativo che efficace.Non fa assolutamente paura, è quasi sempre rutilante e rumoroso, Harlin si dimostra il regista che meno ha capito l'essenza del mostro dal maglione a strisce e dal volto bruciato:Jack Sholder, che ha girato il peggiore dei capitoli, il secondo, perlomeno aveva tentato di dare un'interpretazione di Freddy impiantandolo nella repressa personalità del ragazzo protagonista.Qui è tutto uno scarrozzare delle possibilità sbeffeggiatrici dell'oscena creatura, fino a fargli mangiare una pizza con teste di ragazzi al posto delle olive...
THE RING ( The ring, USA 2002)
DI GORE VERBINSKI
Con NAOMI WATTS, David Dorfman, Martin Henderson, Brian Cox.
HORROR

Horror di grande successo negli Stati uniti, remake di un analogo campione d'incassi in Giappone,"The ring" uscì con già in cantiere il suo sequel, e, vista la natura della storia, si può sospettare che ne possa generare tanti quanti ne sono scaturiti dalla saga di Freddy Krueger( salvo fiaschi).Verbinski, che realizzò una divertente operina d'esordio con "Un topolino sotto sfratto", poi totalizzò incassi stratosferici con la saga caraibica dei pirati, azzecca spesso i tempi per spaventare lo spettatore, e non si può negare che alcune sequenze del film siano inquietanti,vedi le parti sull'isola, la scena del cavallo impazzito sul traghetto, i gotici flashbacks e il vero finale, che succede all'illusoria scena che lo precede, in cui l'orrore esce dallo schermo maledetto.Spesso, però , si va sul risaputo, e il regista si affida,sia visivamente, ma anche per elementi narrativi, ad altri classici del genere:come non notare infatti desinenze da "Il sesto senso","Phenomena","Videodrome","Profondo rosso,"Phenomena","Inferno", ed altri?Per alcune immagini davvero tenebrose, per una storia che comunque, sebbene in larga parte poco consistente, mantiene una sua linearità fino alla fine, e per l'uso furbo della colonna sonora e di certe intuizioni visive,"The ring" può essere un valido intrattenimento:però è lecito dubitare che sia divenuto un titolo di culto come quelli citati prima.

giovedì 27 dicembre 2007

UNA QUESTIONE D'ONORE ( I, 1966)
DI LUIGI ZAMPA
Con UGO TOGNAZZI, Nicoletta Rangoni, Bernard Blier, Franco Fabrizi.
COMMEDIA
E' risaputo, i grandi della commedia italiana giocavano un pò a farsi i dispetti, passarsi i ruoli, oppure ispirarsi a una buona riuscita di un collega per provare a interpretare un film dello stesso registro: dopo il successo di "Mafioso" con Alberto Sordi, ecco la versione sarda , con la pretesa di voler fare un lavoro antropologico come il film citato, ma con una regia, di Luigi Zampa, altrove più ispirato, che non elabora come necessario il tema scelto, e , verso il finale, quando la storia prende una china molto poco allegra, non sa scegliere se tuffarsi nel sarcasmo alla Risi, oppure premere il pedale dell'indignazione. Così com'è risultato, "Una questione d'onore" è un film che offre una buona interpretazione di Ugo Tognazzi, che supplisce ad eccessive semplificazioni del proprio personaggio, un marito che non vorrebbe assoggettarsi a certi rituali della propria terra, ma che ne rimane stritolato, però lo spessore che riesce ad avere non è sufficiente per includerlo nella categoria delle grandi commedie di costume, sfornate numerose in quegli anni.
VACANZE DI NATALE 90 ( I, 1990)
DI ENRICO OLDOINI
Con DIEGO ABATANTUONO, CHRISTIAN DE SICA, MASSIMO BOLDI, EZIO GREGGIO.
COMICO
Uno dei picchi di massima desolazione dlla storia del nostro cinema, e sì che Oldoini ne ha sfornati di film-bidonata...Solo l'episodio che vede protagonista Abatantuono suscita un pò d'ilarità, anche se in fondo non dice niente di nuovo.Per il resto, Greggio rattristante, De Sica e Boldi in fase di stanca, montaggio inesistente o quasi, colonna sonora noiosa, il nulla per un'ora e mezza....
GLI INSOSPETTABILI ( Sleuth, GB 1972)
DI JOSEPH L.MANKIEWICZ
Con LAURENCE OLIVIER, MICHAEL CAINE, John Matthews, Alex Cawthorne.
THRILLER

Grande lavoro d'attori in questo film di Joseph L.Mankiewicz, peraltro specialista in maiuscole direzioni d'interpreti:da una piéce teatrale , un raffinatissimo gioco al massacro tra due personaggi crudeli e sottilmente ambigui, che inscenano l'uno per l'altro una trappola, fino a giungere ad un finale dove qualcuno paga il fio.Laurence Olivier e Michael Caine danno prove straordinarie, il film vive della loro intensa sfida, ed è difficile stabilire chi sia il migliore dei due.Un thriller della parola, un giallo molto cerebrale, assai godibile. Rifatto or ora con minor successo da Kenneth Branagh, sempre con Michael Caine,ma nel ruolo opposto dell' "anfitrione".
MANI DI FATA ( I, 1983)
DI STENO
Con RENATO POZZETTO, ELEONORA GIORGI, Sylva Koscina, Maurizio Micheli.
COMMEDIA

A tre anni dal risultato miliardario di "Mia moglie è una strega",viene ricomposta la coppia Pozzetto/Giorgi, e stavolta inserita in una commedia balzana quanto si vuole, ma comunque in grado di sfruttare discretamente un argomento come l'inversione dei ruoli dei sessi nella famiglia tradizionale molto prima che se ne parlasse sul serio.Steno con mestiere dirige un film non divertentissimo, con vena umoristica un pò sbiadita, il grosso Renato si affida alla regia, ma riesce a trasmettere simpatia, e la bionda Eleonora è bravina pure nel reggere la scena lesbo-soft messa un pò di forza nella storia.Si ride poco, ma almeno vengono sollevati argomenti non imbecilli.

mercoledì 26 dicembre 2007

L'ISOLA DEL DR. MOREAU ( The island of dr. Moreau, GB 1977)
DI DON TAYLOR
Con MICHAEL YORK, BURT LANCASTER, Barbara Carrera, Nigel Davenport.
FANTASTICO

Tripudio di creature mostruose, ibridi tragici tra animali e uomini, "L'isola del dottor Moreau" è un classico della letteratura di H.G.Wells saccheggiato a più riprese dal cinema e da altri scrittori: l'idea di uno scienziato ossessionato che porta avanti esperimenti che prevedono la fusione tra specie diverse per creare animali antropomorfi è piuttosto inquietante, e inoltre può rappresentare un canovaccio che invoglia a sviluppare nuove variazioni. Questo film di Don Taylor vede un convincente Burt Lancaster nei panni dello studioso che adopera molta crudeltà nelle proprie ricerche, e la sequenza dell' "imbestialimento" del marinaio naufragato Michael York porta derivazioni horror alla pellicola: nell'inevitabile showdown che porterà alla morte Moreau e alla distruzione del suo progetto, il film ha modo di presentare le creature orride donando loro connotati talvolta pietosi. Per il resto, il film è decoroso, ma si rifà troppo al cinema d'antan per mettere brividi davvero.
DA GRANDE ( I, 1987)
DI FRANCO AMURRI
Con RENATO POZZETTO,Giulia Boschi, Ottavia Piccolo, Alessandro Haber.
COMMEDIA
Renato Pozzetto è un comico che, partendo dalle trasmissioni in tv assieme a Cochi Ponzoni nei primissimi anni Settanta, giocava su una comicità surreale, dai toni intelligenti e una forte componente verbale:al cinema, ha interpretato svariati film, a volte divertenti, più spesso ripetitivi basati in gran parte sui tormentoni tipici dell'attore lombardo."Da grande", quindi, fu una piacevole sorpresa, commedia dal portamento gentile, su un bambino che si ritrova adulto nel corpo da un momento all'altro.Amurri lascia Pozzetto libero di assumere atteggiamenti fanciulleschi, con un bell'effetto, staccato dagli stantii clichés di tanta comicità italiana. E il massiccio Renato si presta al gioco con divertito impegno, con bravura:il film è leggero, va bene( ma meno di quanto possa sembrare), però anche molto gradevole.Franco Amurri ha scritto con Stefano Sudriè una storia che ha il pregio di presentare una storia dal punto di vista di un bimbo, lontana dai canoni che li prevede noiosi o poco spontanei, e ha una marcia in più nella simpaticissima Gaia Piras, nel film sorellina del protagonista.
CRIMEN ( I 1960)
DI MARIO CAMERINI
Con ALBERTO SORDI, VITTORIO GASSMAN, NINO MANFREDI, SILVANA
MANGANO.
COMMEDIA
Scala reale di notorietà del cinema in mano a Mario Camerini, campione del genere brillante degli anni Trenta, e regista fiduciario di Totò: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Silvana Mangano, Franca Valeri , Bernard Blier e Dorian Gray per una commedia virata al giallo ambientata in Costa Azzurra. Con tutto ciò, dire che "Crimen", il cui soggetto deve esser sembrato tanto azzeccato da produrre un rifacimento in Italia undici anni dopo, ad opera dello stesso Camerini, e uno in America nel 1991, sia un film riuscito è esser generosi. Per quanto sia memorabile il vizioso riccastro e cialtrone di Sordi che passa dall'aplomb di inizio film all'espressione invasata nel casinò, i bravi attori coinvolti non rendono granchè, le occasioni di commedia pura sono rade, e , a parte una sostanziale correttezza formale di produzione, la pellicola non offre molto da apprezzare. Baciato da un buon successo all'epoca della sua uscita, "Crimen" è un'operazione riuscita a metà.
GOLDENEYE ( Goldeneye, GB/USA 1995)
DI MARTIN CAMPBELL
Con PIERCE BROSNAN, Sean Bean, Isabel Szorupco, Famke Janssen.
SPIONAGGIO/AZIONE

Anche "Ciak" sembrava , ai tempi , avere dubbi sulle potenzialità commerciali del marchio 007 a metà degli anni Novanta, sei anni dopo la sospensione causa fiasco delle due ultime avventure del personaggio a gestione Dalton. I numeri dettero torto agli scettici, "Goldeneye" ( è il nome del satellite che darebbe enormi poteri a chi lo controlla nel film) incassò assai bene, e lanciò Pierce Brosnan, che per motivi contrattuali perse l'occasione, dieci anni prima, di subentrare a Roger Moore, tra le nuove star. Girato da Martin Campbell, che probabilmente deve esaltarsi sapendo che dirige un film di James Bond, visto che altrimenti non realizza granchè ( primo "Zorro" escluso...), il film ha una buona struttura, salvo concedersi troppe esplosioni e salti a scampar le quali nella seconda parte, l'irlandese Pierce si impadronisce con savoir faire virile del ruolo di 007, tra le belle Szorupco e la Janssen ( nonostante la tendenza al sadico della seconda, che va in estasi quando può mandare al creatore qualcuno) il protagonista si dibatte e sbatte, e il cattivo Sean Bean è di non poco conto. I tre capitoli successivi che vedranno Brosnan avventurarsi a caccia di malvagi internazionali per il bene dell'Inghilterra( ma non siamo modesti, via,del mondo intero, che Bond sarebbe sennò?) non avranno lo stesso mordente, ma porteranno nelle sale molti spettatori.
IL MONDO NUOVO ( La nùit de Varennes, F/I 1981)
DI ETTORE SCOLA
Con JEAN-LOUIS BARRAULT, Hanna Schygulla, Marcello Mastroianni, Harvey Keitel.
DRAMMATICO

Il "periodo francese" di Ettore Scola, che culminò con "Ballando Ballando", nel 1983, generò anche questa coproduzione ambiziosa atta a raccontare la fase antecedente alle ghigliottine, prendendo spunto da un viaggio fortunoso in diligenza compiuto da un manipolo assortito di personaggi pittoreschi, con l'apporto di un Giacomo Casanova in pieno disfacimento , interpretato con ironia notevole da un sapido Mastroianni. Il film ha forse anche troppo peso sulle spalle, e a tratti indugia eccessivamente nel letterario, i dialoghi puntano al surreale, e la comunque ottima vena narrativa di Sergio Amidei fa assumere alla sceneggiatura una difficoltà nel tramutarsi in opera filmata non sempre risolta con successo. Però, "Il mondo nuovo", con i suoi passaggi lenti, e qualche pecca, è da considerarsi un film storico interessante, con punte di cinema alto, e un finale che sfocia in un colpo di genio, "forando" con un semplice movimento della macchina da presa due secoli, per sottolineare l'immobilità parziale dell'Uomo di fronte alla Storia. Per me, Ettore Scola è stato uno degli autori più importanti dell'Italia cinematografica: quanto mi è mancato, negli ultimi anni.
IL TRIANGOLO DELLE BERMUDE ( I/MEX, 1978)
DI RENE' CARDONA Jr.
Con JOHN HUSTON, Gloria Guida, Marina Vlady, Andrés Garcia.
HORROR
Renè Cardona jr., praticamente il Joe D'Amato(ma gli sto facendo un complimento) del Messico, ci dette dentro nei Settanta, a cercare di rifare film di successo molto ispirati allo stile americano dei blockbuster più redditizi.Questo horror acquatico, che vede coinvolto John Huston, all'epoca impegnato anche troppo spesso in pellicole di dubbio valore, per pura caccia all'introito("Tentacoli","Stridulum") e la nostrana Gloria Guida, per una volta sfuggita alle grinfie lascive dei vari D'Angelo, Banfi e Vitali.Molto il sangue, sfrenate le efferatezze, una cosa davvero orrida e paurosa, la bambola con la goccia di sangue all'angolo della bocca, e una non-spiegazione, vagamente demoniaca della leggenda del triangolo delle Bermude.Tra l'altro, in quegli anni venne creato anche un gioco di società ispirato al famigerato luogo in cui si diceva sparissero aerei, navi e persone:ma non è che sparivano perché trafugavano tanti soldi e poi si ritiravano a far la bella vita sulle isole adiacenti? Quien sabe....
WHAT WOMEN WANT-Quello che le donne vogliono
( What women want, USA 2000)
DI NANCY MEYERS
Con MEL GIBSON, Helen Hunt, Marisa Tomei, Lauren Holly.
COMMEDIA


Difficilissimo per l'uomo, in generale, inerpicarsi per i complessi tornanti della mente femminile: e se fosse possibile per un macho , figlio di buona donna, sufficientemente cinico e senza scrupoli sentimentali percepire ogni pensiero delle donne che incontra? L'idea, di per sè simpatica e stuzzicante, avrebbe forse avuto bisogno di sceneggiatura e regia più sottili, mentre questo film di grande successo commerciale la banalizza presto: nonostante la buona prova attoriale di un Mel Gibson qui autoironico , la regista Nancy Meyers scivola, dopo una prima parte abbastanza divertente, verso un finale da affogamento nel brodo di giuggiole puro. Va bene che siamo nel genere commediola rassicurante , ma , a rigor di logica, è mai possibile che un soggetto come il protagonista, dopo i tiri mancini giocati alle amanti, diventi un cuor gentile da mettere a rischio la propria immagine di maschio Alfa dicendo a una delle conquiste di essere gay per non ferirla? Oppure, il pentimento sostanziale circa la propria attività di conquistador per tramutarsi in eroe sanvalentiniano è accettabile? Visto il risultato, c'è da esser propensi per il no....
CHEWINGUM ( I, 1984)
DI BIAGIO PROIETTI
Con MASSIMO CIAVARRO, ISABELLA FERRARI, MAURO DI FRANCESCO, Marina Occhiena.
COMMEDIA
Presentato come un film del filone "alla Vanzina", ammicca ai giovani che si ritrovavano in compagnie per riconoscersi nella banda di (teorici) casinisti tra i quali si riconoscono Mauro Di Francesco, Massimo Ciavarro e Isabella Ferrari:ma il film di Biagio Proietti risulta essere scritto , nelle storie che lo compongono, e nei dialoghi soprattutto, in maniera indegna, i ragazzi sono più fastidiosi che simpatici, più gonzi che ganzi, e non compare una minima idea di cinema, non dico decente, ma solo vagamente rapportabile ai "gemelli" americani dell'epoca, spesso firmati, in regia o in produzione, da John Hughes (ma che fine ha fatto?).Una vera sfida alla sopportazione dello spettatore.
HERCULES ( Hercules, USA 1997)
DI RON MUSKER e JOHN CLEMENTS
ANIMAZIONE
FANTASTICO/AVVENTURA
"Hercules" si inserisce nel filone "tecnica e divertimento", a differenza degli "impegnati" come "La bella e la bestia","Il re leone" e altri:scanzonato, magniloquente e ritmato, il film è un discreto divertimento dal tratto caricaturale per tutti i personaggi.Il malvagio Ade, nevrotico e frustrato è forse la cosa più riuscita di questo kolossal dell'animazione, tale da entrare nella galleria dei grandi cattivi disneyani.Abile nel prendere in giro la mitologia di ieri(citando qua e là Teseo, Icaro ecc.) e di oggi(i sandali firmati "Hercules"), il film di Musker e Clements inserisce allegramente citazioni cinematografiche, confidando nello spettatore pronto a coglierle al volo.Però, giocato com' è su un registro ultraleggero rischia spesso di tramutarsi in una giostra rutilante:merito allora dei cartoonists Disney l'aver saputo valorizzare la parte visiva di un colosso con le ginocchia un pò deboli, ma che comunque non fallisce l'obbiettivo-divertimento.

martedì 25 dicembre 2007

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO ( I, 1971)
DI DINO RISI
Con UGO TOGNAZZI, VITTORIO GASSMAN, Yvonne Furneaux, Ely Galleani.
COMMEDIA

Non è vero, come qualcuno malignamente ha scritto, che "In nome del popolo italiano" è l'ultimo film "serio" di Dino Risi: anche negli anni Settanta, l'autore di "I mostri" ha fornito buone prove del suo cinema. Ha, però, virato su altre tematiche, e la sua nota ed evidente vena sarcastica si è occupata meno del quadro sociale generale italico, e in questo senso, questa commedia al vetriolo con l'abbinamento Tognazzi magistrato laconico e indignato-Vittorio Gassman industriale cinico e inquinatore ( interpreti straordinari entrambi, qui antitetici, visto che Tognazzi lavora sulle mezze tinte e Gassman qui vive di eccessi) è uno di quegli esempi di come il cinema, se fatto con estro e capacità, può dire tanto, non solo sull'epoca in cui è stato realizzato, ma può addirittura dimostrare che certe cose ( purtroppo) non hanno compiuto alcun progresso. Velenoso, e in svariati momenti abilissimo nel riscuotere un riso con retrogusto salato, "In nome del popolo italiano" è un film dichiaratamente polemico, arrabbiato e senza sconti per certo modo di pensare e agire "all'italiana": il finale con Tognazzi-Bonifazi che pone idealmente la faccia dell'odiato Gassman-Santenocito sulla feccia mescolata alla folla festante per la vittoria dell'Italia sull'Inghilterra è da antologia, il pensionato stronzo che bercia "Viva BBoninsegna!Viva Scireaaaaa!Viva il Duce!Viva l'Italia" è la rappresentazione esatta di una maniera vile e delirante di pensare.
I TENENBAUM ( The Royal Tenenmbaums, USA 2001)
DI WES ANDERSON
Con GENE HACKMAN, Ben Stiller, Gwyneth Paltrow, Luke Wilson.
COMMEDIA

E' vero,"I Tenenbaum" fa ridere meno di quanto mi aspettassi quando sono entrato al cinema per vederlo.Però forse la colpa è anche dei trailer che ne mostrano le scene più ridanciane, quasi a presentare una nuova commedia che non dà respiro.Invece il film di Anderson, è una riflessione anche amara sui ruoli nella famiglia, e sui legami così forti che possono conoscere ogni rovescio ma non riescono a spezzarsi.Aiutato da un cast ottimamente assortito e molto ben disposto, il giovane regista ha modo di intrattenere piacevolmente lo spettatore su un tema"importante" in punta di sorriso.Probabilmente il personaggio di Ben Stiller è quello che soffre di più la frammentazione naturale della trama, considerando anche il potenziale comico di un superpignolo in un bailamme del genere.Però il film ha una sua vena accattivante che fa il suo effetto.

domenica 23 dicembre 2007

ATMOSFERA ZERO ( Outland , USA 1981)
DI PETER HYAMS
Con SEAN CONNERY, Frances Sternhagen, Peter Boyle.
FANTASCIENZA

Le derivazioni da un classico come "Mezzogiorno di fuoco" non mancano, come in effetti rilevato dalle recensioni dell'epoca, ma "Outland" è una pellicola molto più fredda, lo sceriffo spaziale di Sean Connery, benchè ben reso dalla bravura del grande attore scozzese ,non ha presa come il Will Kane di Gary Cooper.Hyams fa un discreto lavoro, tutto sommato, realizzando un thriller ambientato su una stazione sospesa nel cosmo:le scenografie soprattutto sono di una certa qualità, il ritmo non è travolgente ma neanche stufa.Certo, è un film di fantascienza con gli stilemi del periodo in cui è stato realizzato:fotografia livida, musica poco presente, lentezza di fondo.Ma non dispiace.

sabato 22 dicembre 2007

UN MERCOLEDI' DA LEONI ( Big Wednesday, USA 1978)
DI JOHN MILIUS
Con JAN-MICHAEL VINCENT, WILLIAM KATT, CARY BUSEY, Patti D'Arbanville.
DRAMMATICO


"Non verranno."Ma al pessimismo e alla rassegnazione si contrappongono le figure di William Katt e Cary Busey,vecchi compagni di scorribande di Jan-Michael Vincent, a sfidare una volta ancora l'oceano e le sue onde colossali su una tavola da surf:è la grande mareggiata attesa come l'apparizione della Balena Bianca, il passaggio simbolico dalla giovinezza all'età adulta.Attraverso quattro mareggiate si svolge questa storia di sognatori americani, fatta di speranze, scazzottate e momenti di sincero affiatamento, davanti a un magma freddo qual'è il mare nella sua espressione più potente. John Milius realizza qui il suo capolavoro facendo respirare veramente la brezza della gioventù che finisce e non può più tornare, e vedendo i tre amici che dopo aver cavalcato la più grande delle onde ritornano alla spiaggia forse per non vedersi davvero mai più, è comprensibile un pò di commozione. Pur se virile.
I COMPLESSI ( I, 1965)
DI DINO RISI, LUIGI FILIPPO D'AMICO, FRANCO ROSSI
Con UGO TOGNAZZI, NINO MANFREDI, ALBERTO SORDI, Ilaria Occhini.
COMMEDIA

Tre episodi su tipi "particolari", in mano a tre registi diversi per registro e stile, che ruotano intorno a tic e speciali complessi: c'è il moralista ossessionato Ugo Tognazzi, l'ultratimido Nino Manfredi, e un incredibilmente dentuto Alberto Sordi. Il film è ricordato dai più per l'ultimo episodio, interpretato appunto da Albertone, che sarebbe un aspirante speaker televisivo, bravissimo con la dizione e i tempi , che trova ostacoli per la poca telegenia di incisivi e simili, ma anche i due episodi che lo precedono non sono di categoria inferiore, soprattutto quello con l'impiegato Manfredi che perde l'occasione di una storia d'amore con una collega per l'introversione che lo blocca. Commedia comunque gustosa, che vede , credo per l'unica volta, pure le gemelle Kessler a fare se stesse, appena prima della chiusura, a cantare "La notte è piccola per noi".

venerdì 21 dicembre 2007

LA MUMMIA ( The mummy, USA 1999)
DI STEPHEN SOMMERS
Con BRENDAN FRASER, RACHEL WEISZ, John Hannah, Arnold Vosloo.
FANTASTICO


Diretto da Stephen Sommers, la versione 2000 del non-morto bendato e risorto a diffondere sofferenze e morte, ha raggruzzolato oltre trecentocinquanta milioni di dollari solo nelle sale, e solo con il primo capitolo.Sommers gira con abilità una versione molto affidata a effetti speciali di grande impatto, piazzando il ragazzone Brendan Fraser, a ricalcare le gesta di Indiana Jones duellando con morti viventi e proteggendo la graziosa Rachel Weisz, a volte un pò troppo bamboleggiante.Una dose massiccia di ironia aiuta, dando a tratti al film toni da farsa:"La mummia" è un luna park di attrazioni visive.Ci si diverte, ma il colosso sudafricano Arnold Vosloo dà solo una forte fisicità alla Mummia, ben differente dallo spessore tragico che Boris karloff prima e Christopher Lee poi erano riusciti a dare ai loro mostri.Così com' è, questa "Mummia" è un feroce assassino originale nei metodi, un dannato per amore e da questo riaffondato nel limbo.
WAGON-LITS CON OMICIDI ( Silver Streak, USA 1976)
DI ARTHUR HILLER
Con GENE WILDER, JILL CLAYBURGH, RICHARD PRYOR, Patrick McGoohan.
COMMEDIA/GIALLO

Giallo rosa che fa il verso ai classici del genere, pur con gli ovvii adeguamenti all'epoca in cui è stato girato, questo film di Artur Hiller regge abbastanza bene la linea "gialla" ma sul piano dell'humour, malgrado abbia nel cast nomi come Gene Wilder e Richard Pryor, coadiuvati dalla belloccia Jill Clayburgh, non riesce a funzionare granché. A parte la scena in cui, nel bagno della stazione,Wilder prova a camuffarsi da nero,"Wagon-Lits con omicidi" è più accettabile come giallo con sprazzi umoristici, che come commedia dai risvolti gialli:un ibrido che non soddisfa le attese.