mercoledì 29 aprile 2009

JACK (Jack, USA 1996)
DI FRANCIS FORD COPPOLA
Con ROBIN WILLIAMS, Diane Lane, Brian Kerwin,Bill Cosby.
COMMEDIA
Chi altri se non Robin Williams poteva apparire come il miglior protagonista per questa storia che racconta di un bambino affetto da una rarissima malattia che lo fa sembrare un adulto con tanto di barba e peli dopo pochi anni dalla nascita? Nei suoi "bizzarri" anni Novanta, Coppola sembrò molto incerto nella produzione, passando dall'obbligata terza parte de "Il padrino" alla nuova versione del principe di Transilvania Dracula, per abortire un "Pinocchio" che forse ci sarebbe piaciuto molto, di cui "Jack" è un possibile derivato, per arrivare ad uno dei migliori adattamenti da John Grisham.Questa commedia che presenta un controcanto assai tragico,non è però resa benissimo:Williams dà una caratterizzazione azzeccata, con rabbie infantili e momenti di estro brillante, ma la storia non è sufficientemente coinvolgente.Certo, in altre mani avremmo giudicato discrete certe cose,ma visto che siamo di fronte al lavoro di un affermato maestro del cinema, è lecita della perplessità su certe scelte, come tutto ciò che riguarda il personaggio di Bill Cosby, abbastanza inutile narrativamente, e il pistolotto finale sull'importanza in ogni modo della vita. Mica che siano cose contestabili, affatto, ma dal regista che ci affascinò e sedusse con alcuni dei più bei film degli ultimi quarant'anni, ci si sarebbe aspettato di più.

PECCATO VENIALE (I, 1974)
DI SALVATORE SAMPERI
Con LAURA ANTONELLI,ALESSANDRO MOMO, Orazio Orlando,Tino Carraro.
COMMEDIA/EROTICO Se "Malizia" fu un tornado al box-office italiano, anche il successivo "Peccato veniale" non scherzò affatto:terzi incassi nazionali e generali delle stagioni, imposero la bellissima Laura Antonelli come nuova stella del cinema commerciale ,ma del dittico oggigiorno viene rammentato solo il primo. Il che, in effetti, è anche giusto.Se infatti la commedia scollacciata ambienta negli afrori di Sicilia conteneva anche una critica alla repressione sessuale di una certa Italia , il secondo, pur ambientato in una località balneare toscana nel 1956, vorrebbe alzare il tiro, puntando ad un erotismo tutto di testa, dato che di pelle ne mostra assai poca, ma è più scontato e meno credibile. In una famiglia in cui,chissà perchè, ognuno parla con un accento diversificato come nelle barzellette, è resa bene da sceneggiatura e regia, solo la progressiva seduzione, inizialmente inconscia, dell'adolescente di casa da parte della bella cognata annoiata villeggiante.Per il resto, burle da campeggio, lessico per l'epoca un pò troppo "d'avanguardia" e la chiara e manifesta ambizione a bissare il successone dell'anno prima, ma, bellezza della Antonelli e spontaneità di Momo a parte, poca cosa davvero.

lunedì 27 aprile 2009

IL GIURATO (The juror, USA 1996)
DI BRIAN GIBSON
Con DEMI MOORE, ALEC BALDWIN, Lindsay Crouse, Tony Lo Bianco.
THRILLER
Negli anni Novanta, complici i successi di Grisham e Turow, fioccavano le produzioni di legal thriller, ogni stagione in media c'erano tre o quattro grossi progetti delle majors con protagonisti avvocati o testimoni impersonati da star hollywoodiane che "tiravano" il mercato.Poi, come tutti i filoni, si è esaurito, e comunque, conti alla mano, se si tolgono i primi, nessuno ha corrisposto alle aspettative di resa. "Il giurato" è già nella scia calante del sottogenere, coinvolge due belli dell'epoca, come Demi Moore e Alec Baldwin (ancora non in fase extralarge), ma la difficile situazione dell'affascinante giurata , che viene sedotta da un sicario della malavita abile nella pratica dell'omicidio non tiene granchè sul chi vive lo spettatore, la regia è anonima, la durata fino a due ore eccessiva:non c'è molto da salvare di questo film, che cadde nell'oblio come si poteva prevedere bene.

venerdì 24 aprile 2009

THE TRUMAN SHOW( The Truman show, USA 1998)
DI PETER WEIR
Con JIM CARREY, Ed Harris, Laura Linney,Natasha McElhone.
DRAMMATICO/COMMEDIA
Un caso su cui si dibattè molto, un'allegoria che in realtà anticipava molte cose che sarebbero venute(ma ancor più drammaticamente lo aveva preceduto "La morte in diretta" di Tavernier), l'essere umano sotto lo sguardo registrante delle telecamere e tutta la vita condizionata dalla televisione:"The Truman Show" fu tutto questo, un campione di incassi mondiale, e un momento alto sia della carriera di Jim Carrey che di quella di Peter Weir. Il dramma della vita di Truman è che la sua è una non-vita:tutta una finzione ordita da un regista ambiziosissimo,folle, potente, che si è arrogato la possibilità di prendere un bambino e collocarlo in una località finta, con persone che recitano una parte, perfino farlo sposare quando sia cresciuto, e mandare avanti la manfrina, seguita sui canali tv di tutto il mondo, per trent'anni, con la benedizione degli sponsor e dell'audience. Basato su un'utopia all'incontrario, il film di Weir possiede una forza a tutt'oggi notevole di apologo su una società che ambisce a raccontarsi sensibile ai buoni sentimenti in una chiave del tutto edificante mentre contemporaneamente rafforza la propria natura opposta, impietosa e lontana dall'essere "a misura d'uomo". Jim Carrey è un protagonista azzeccatissimo nel dipingere la monotona positività di Truman, che via via accorgendosi di di cose che non quadrano, ed aiutato da un'attrice ribelle si metterà sulla strada della verità e tenterà una lotta epica contro un Potere che non intende farlo uscire dal redditizio guscio,ampio quanto si vuole ma sempre infine restrittivo, per affrontare la realtà. Dotato di un'ironia grintosa, il film lo dimostra una volta di più nell'ultima scena, in cui i telespettatori,dopo aver già assorbito la fine del trentennale reality che li teneva avvinti allo schermo passano bruscamente ad altro.

martedì 21 aprile 2009

PERCHE' QUELLE STRANE GOCCE DI SANGUE SUL CORPO
DI JENNIFER? (I, 1973)
DI GIULIANO CARNIMEO
Con EDWIGE FENECH,George Hilton, Paola Quattrini, Giampiero Albertini.
THRILLER/EROTICO
Che combriccola avevano messo insieme, senza rendersene conto, in questo film:alla produzione il fratello di Sergio Martino,Luciano, come secondo regista Michele Massimo Tarantini, e come aiuto Stelvio Massi, per finire in bellezza con Giuliano Carnimeo sulla sedia del regista:mancavano Umberto Lenzi e Ruggero Deodato, e c'era quasi tutto l'empireo del B-movie all'italiana. Se il thriller sanguinario tira, via con le sfornate di imitatori di Argento:fioccano i titoli astrusi come questo (e poi le gocce di sangue risultano decisive solo circa ad un altro personaggio,che non è Jennifer), si mettono in conto una manciata di delitti fantasiosi commessi da una sagoma di nero vestita e con cappello largo a nascondere le fattezze, e voilà, gli spettatori in vena di spaventi sono serviti. Al di là dell'ironia, qui siamo ad un livello cinematograficamente traballante, in cui si contano dialoghi balzani, situazioni paradossali (spesso, di fronte ad una nuova vittima, i primi accorsi si dileguano quasi scocciati dall'imprevisto, senza una minima traccia di smarrimento o paura),ed un palazzo di cui muoiono assassinati in poco tempo diversi inquilini, e a quasi tutti i personaggi del film pare una circostanza non straordinaria nè agghiacciante. Sulle grazie della bellissima Edwige poco da dire che non sia stato già espresso, la Quattrini era comunque un bel vedere, Hilton è più statico del solito, il colpevole è scopribile, per quanto il movente sia come minimo premuto a forza in una logica drammaturgica risibile, da metà storia in poi. Anche perchè dei personaggi principali ne rimangono sempre meno in vita.

IL PRESIDENTE-Una storia d'amore (The american president, USA 1995)
DI ROB REINER
Con MICHAEL DOUGLAS,ANNETTE BENING,Martin Sheen, Richard Dreyfuss.
COMMEDIA
Certo che quando alla Casa Bianca c'era Bill Clinton per gli sceneggiatori di Hollywood era un'altra cosa:in molte pellicole il presidente statunitense era visto come un uomo prestante, su cui elaborare storie, perfino d'azione("Air force one").Aveva voglia di mettersi anche in uniforme da Top Gun George II del Texas:il suo non-carisma non ispirava le penne del cinema.In questa commedia, per esempio, il presidente americano,un democratico contornato dello staff e consigliato su tutto dai collaboratori,vedovo, si innamora di un'attivista e come un ragazzo le fa la corte e rischia di creare un caso che potrebbe costargli molto caro.A pensare che nell'84 Gary Hart,candidato liberal alla presidenza contro Reagan lasciò campo libero all'avversario per una love story clandestina, si arriva a capire come una cosa del genere possa addirittura far saltare una presidenza.Reiner dirige questa commedia con attenzione al buon cast di comprimari messi attorno alla coppia protagonista Douglas-Bening(molto brava soprattutto lei),gente del calibro di Martin Sheen,Richard Dreyfuss,Michael J.Fox,David Paymer,che svolgono un buon lavoro.Commedia rosa vagamente ,ma molto vagamente,referente alla cronaca e al quadro politico dell'epoca in cui è stata realizzata,"The american president" non diventera'un classico,e probabilmente neanche voleva esserlo:pero'puo'essere un film godibile.

lunedì 20 aprile 2009

I MISERABILI (The miserables, USA 1998)
DI BILLE AUGUST
Con LIAM NEESON, GEOFFREY RUSH, Uma Thurman, Claire Danes.
DRAMMATICO
Quando per grosse produzioni tratte da romanzi classici o di successo veniva fuori il nome di Bille August, molti recensori si fregavano le mani e preparavano la macchina da scrivere per sbertucciare ancora una volta un regista che ottenne una prima grande affermazione con un film candidato all'Oscar come miglior pellicola straniera, e poi ebbe un riscontro memorabile a Cannes per "Con le migliori intenzioni". Detto questo, non che tali critici avessero tutti i torti: August è stato spesso regista pomposo, non poco compiaciuto di se stesso, e tendente al greve. Questa versione de "I miserabili", uno dei grandi romanzi più tradotti al cinema, non è poi disdicevole, anche se ci sono clamorosi errori di casting, come Uma Thurman che giace a letto come debilitata Fantine(infatti, guardate quando alzano le lenzuola e le si vedono cosce come copertoni, come cantava la Mina...), mentre il duello tra Liam Neeson, chiaroscuro Valjean, e Geoffrey Rush, accanito Javert presenta momenti intensi. L'opera di Hugo, è risaputo, è un testo appassionante e senza tempo. Visto l'apporto forse non felicissimo del danese Bille, diremo che questa è un passabile adattamento,non altro.

VENDETTA TRASVERSALE (Next of kin, USA 1989)
DI JOHN IRVIN
Con PATRICK SWAYZE, Helen Hunt, Liam Neeson, Adam Baldwin.
AZIONE Per John Irvin, che curiosamente e per contrappeso girava anche commedie come "Tartaruga ti amerò", il film d'azione era rigorosamente una carneficina che si scatenava quando il "buono" decideva di imporre la propria giustizia contro chi lo vessava o ne minacciava congiunti e lui stesso. Succedeva in "Codice Magnum", succede in "Vendetta trasversale", con tre attori non ancora star, come Swayze ad un passo dal suo apice personale di "Ghost", Liam Neeson e Helen Hunt. Storia di poliziotti in lotta con un clan mafioso(ovviamente dipinto con tutti i clichès ponibili), fino ad uno scontro aperto in un cimitero,di notte, forse per fare più alla svelta per togliere di mezzo i cadaveri, "Vendetta trasversale" è il classico lungometraggio da seconda serata televisiva estiva che la mattina dopo si ricorda già a pezzi e bocconi:non peggio di tanti altri, ma quanta banalità...
GIOVANI AQUILE ( Flyboys, F/USA 2006)
DI TONY BILL
Con JAMES FRANCO,JEAN RENO, Scott Hazell, Philip Winchester.
GUERRA
Ex-attore, Tony Bill non è proprio uno degli autori di cinema che suscitano interesse clamoroso, però ha girato diverse pellicole, spesso venendo apprezzato per lo più per la conduzione degli attori che per la gestione delle trame, più che altro volenterosa. "Giovani aquile" è un lungometraggio ambientato durante la I Guerra Mondiale, su soldati americani impegnati a dar battaglia agli austriaci e tedeschi nei cieli d'Europa, mettendosi al servizio dei comandi francesi. Un pò antico nell'impianto narrativo, molto ben fatto per quanto riguarda le dettagliate sequenze di guerra aerea, il film è decoroso, non straordinario, un pò sciupato appunto dall'allestimento troppo desueto, che tuttavia porta avanti una storia d'onore e idealismo rispettabile.Proseguono i tentativi di lanciare come star James Franco, per ora ancora infruttuosi( ma il ragazzo ha stoffa, verrà fuori) e Jean Reno, al solito, presta la consueta professionalità che lo rende il francese per antonomasia del cinema statunitense più recente.

domenica 19 aprile 2009

PROVE APPARENTI (Night falls on Mnahattan, USA 1996)
DI SIDNEY LUMET
Con ANAY GARCIA, Ian Holm, Richard Dreyfuss,Lena Olin.
DRAMMATICO


Decoroso, diretto con mestiere, ben intenzionato a narrare un caso di coscienza:e questi sono i pregi di "Prove apparenti",venuto quattro anni dopo il flop commerciale e qualitativo di "Un'estranea tra di noi".Ma è anche mal servito da una sceneggiatura (di Lumet stesso) piatta e prevedibile, ruoli non perfettamente a fuoco che poco aiutano i pur volenterosi attori, uno snodo narrativo( la relazione tra Garcia e la Olin, inizialmente rivali) che non sta nè in cielo nè in terra, e un generale concentrato di luoghi comuni, sicuramente, in buona fede.Il cineasta da sempre infervorato da una propulsione "liberal" è apprezzabile per l'impegno che mette nella sua opera, ma segna un po'il passo raccontandoci di un idealista che si ritrova con troppo potere in manoe deve insozzarsi con i compromessi.Restano certi squarci di New York, e la valida interpretazione di Richard Dreyfuss, che però sparisce nella seconda parte del film.
UN TOPOLINO SOTTO SFRATTO( Mouse hunt, USA 1997)
DI GORE VERBINSKI
Con NATHAN LANE, LEE EVANS, Vicki Lewis, Christopher Walken.
COMMEDIA


La bestiolina che e' il perno su cui ruota tutto questo film esile ma anche simpatico è di una simpatia irresistibile.Girato come fosse un cartoon di Hanna&Barbera, questa pellicola di Gore Verbinski ha momenti divertenti, anche se è di flebile sostanza:e buon gioco fanno Nathan Lane & C.nell'assecondare il disegno tra il demenziale e il fiabesco dell'operazione.Non un film imperdibile, questo no:ma una cosina leggera leggera che ha un suo fascino, e rilassa.
QUALCOSA DI CUI... SPARLARE (Something to talk about, USA 1995)
DI LASSE HALSTROM
Con JULIA ROBERTS, DENNIS QUAID, Robert Duvall, Gena Rowlands.
COMMEDIA/SENTIMENTALE


Veicolo per attori, la commedia sentimentale è da sempre un buon mezzo per mettere insieme attori ed attrici conosciuti, spesso stimolandoli a buone performances recitative.E appunto le prove degli attori sono forse la cosa migliore di questo film di Lasse Halstrom, che punterebbe a un discorso più profondo, senza rendersi conto di abbondare in superficialità, sprecando l'occasione per un lavoro più sostanzioso.La Roberts e la Rowlands sono superiori ai partners Quaid e Duvall, un pò ripiegati su caratterizzazioni standard.
INDAGINE AD ALTO RISCHIO-The cop( The cop, USA 1987)
DI JAMES B.HARRIS
Con JAMES WOODS, Lesley-Ann Warren, Charles Durning, Randi Brooks.
THRILLER
Anche se pecca un pò in ingenuità in sceneggiatura, con qualche forzatura avvertibile,"Indagine pericolosa" è un giallo che ha il pregio della stringatezza, e la non disdicevole forza di interpreti convinti e funzionali.James B.Harris non cincischia e dà un buon ritmo alla narrazione, mentre James Woods presta ambiguità e nevrosi al proprio personaggio di piedipiatti duro e agitato.Un poliziesco marcatamente anni '80, che si rivela un intrattenimento non banale.
MICHAEL COLLINS (Michael Collins, GB 1996)
DI NEIL JORDAN
Con LIAM NEESON,Julia Roberts, Alan Rickman, Aidan Quinn.
DRAMMATICO

da anni Neil Jordan aveva in mente di fare un film su questo personaggio storico ,e ha visto in Neeson l'interprete più adatto per renderne l'impeto da condottiero e il tormento del guerriero accusato di essere un traditore;sul piano spettacolare è un kolossal epico-politico che vanta una certa tenuta di ritmo che fa presa anche su platee non troppo interessate ai sismi della Storia.Ne soffre in questo senso il lato politico del film, che sale d'intensità nella seconda parte, quando le azioni di guerriglia lasciano sempre più spazio agli intrighi di potere e all'isolamento progressivo di Collins dagli antichi alleati.Molto buono nella parte tecnica,in particolare per un montaggio-arma vincente, ha il suo pregio e il suo limite nella coniugazione ogni tanto un pò disinvolta del film d'avventure al cinema piu'impegnato .Apprezzabile, di buon livello,ma non strappa l'applauso.

sabato 18 aprile 2009

CONTA SU DI ME ( Lean on me, USA 1989)
DI JOHN G. AVILDSEN
Con MORGAN FREEMAN, Robert Guillaume, Beverly Todd,Alan North.
DRAMMATICO

Sull'argomento della violenza nelle scuole americane,sono stati girati vari film,da "Il seme della violenza" in poi:e spesso i clichés vogliono un insegnante che affronti di petto la situazione,i violenti che rendono la vita difficile a tutti, il ribelle che alla fine si schiererà con il professore.Anche "Conta su di me" non fa eccezione, sostituendo la figura dell'insegnante con quella di un preside nero che sfoggia allegramente la mazza da baseball, ma sa come tenere in riga i ragazzi senza poi utilizzarla.Preparato con abilità dall'esperto John G.Avildsen,"Conta su di me" è comunque un film in cui si fa della sociologia a buon mercato, senza scavare a fondo sul perché del disagio dei giovani, argomentando con una tesi vagamente conservatrice.Morgan Freeman è comunque bravo, ma questo film non risulta convincente.

CON AIR (Con Air, USA 1997)
DI SIMON WEST
Con NICOLAS CAGE, John Malkovich, John Cusack, Steve Buscemi.
AZIONE
Nicolas Cage sarà in futuro oggetto di studio. Nipote d'arte, partito bene con qualche buon successo, ben presto precipitato in film di nessun conto, risorto con un Oscar a sorpresa preso per una piccola produzione quale "Via da Las Vegas", si dette subito al cinema d'azione costoso e redditizio, in seguito protagonista di lavori poco adatti ai grandi numeri e al contempo di blockbusters usa e getta, criticatissimo da molti cinefili e critici, che lo ritengono inespressivo e negato per la recitazione, scelto da registi di qualità come protagonista per le loro storie, e seguito da un comunque buon numero di spettatori. Qui fu salutato come l'erede di Stallone e Schwarzenegger, ormai fuori gioco per l'età avanzante, in una pellicola fracassona e spettacolare (ma che non manca di ironia, vedi la scena con la macchina di Colm Meaney gettata giù da un aereo come in un cartoon):West, venuto dalla pubblicità, condensa i classici action movies con diversi nomi importanti in cartellone con le tipiche sequenze fatte di personaggi che si lasciano esplosioni impressionanti appena alle spalle, Cage,Malkovich,Buscemi & C. prendono poco sul serio il tutto (ma gli incredibili capelli lunghi dell'eroe erano proprio necessari? fanno ridere...) e il film , sia pure una bolla di sapone di nessuna credibilità, fa correttamente il suo dovere, intrattiene senza che ci se ne penta.

RIVELAZIONI (Disclosure, USA 1994)
DI BARRY LEVINSON
Con MICHAEL DOUGLAS, DEMI MOORE, Donald Sutherland, Caroline Goodall.
DRAMMATICO
Nei primi anni Novanta si fece strada il thriller con implicazioni erotiche, di cui "Basic instinct" fu il modello assoluto, con il grande successo che gli arrise:"Rivelazioni" ne ripropone il protagonista Michael Douglas in una storia sospesa a metà tra il thriller, perchè c'è un'indagine sul personaggio principale, accusato di molestie (e noi spettatori sappiamo che invece l'onore lo mantenne...) e c'è il dramma, con lo stesso gettato in una crisi personale che rimette in discussione tutto,professione, matrimonio,ruolo. Da un romanzo ben venduto di Michael Crichton, che non fu apprezzato molto dalla critica, un film che aveva in sè molti spunti interessanti, dalle saltate sicurezze degli equilibri tra i sessi sul lavoro, a un carattere femminile di predatrice che assumeva le caratteristiche peggiori dei maschi di potere.Purtroppo il film non è nè appunto un thriller, perchè non possiede tensione, si rende ridicolo in perlomeno due occasioni(Douglas con la Moore che gli è saltata addosso all'apice del suo fulgore che ci sta e poi se la scrolla gridando "Ho una moglie!", tra l'altro proposta come del tutto insipida, e l'escamotage che nel finale lo scagiona, forzatissimo) nè un dramma, perchè troppo patinato e di nessun coinvolgimento emotivo. Levinson manda avanti la pellicola con rara bolsaggine, gli interpreti non sono credibili per niente, e ci si alza dalla poltrona con un senso di noia cresciuto oltremisura.

VENERDì 13 (Friday the 13th, USA 2009)
DI MARCUS NISPEL
Con JARED NAPALECKI, DANIELLE PANABAKER, Travis Van Winkle, Amanda Righetti.
HORROR
Visto che il rifacimento dello "Slasher-movie" tira, dagli con le produzioni:benchè di solito sia uno che non sia sempre convinto delle operazioni in merito, e ne giustifichi l'esistenza solo in funzione di un classico rinnovabile con nuovi linguaggi cinematografici(di ripresa, di scrittura, di ritmo,o anche di effetti speciali veri e propri), mi accingo quasi sempre a vedere le nuove versioni. Prima della nuova versione di "Nightmare", in cui l'interprete di Rorshach in "Watchmen",Jackie Earle Haley, impersonerà Freddy Krueger, vediamo cosa ci combina nel 2009 il superkiller Jason Vorhees: affidato alle mani di Marcus Nispel, che realizzò un discreto remake di "Non aprite quella porta", l'indistruttibile omicida con machete sempre a portata di mano ( e che comunque fa il proprio tristo mestiere con qualsiasi cosa riesca ad agguantare) azzera una serie lunga quasi quanto quella di 007, e riparte. Il film non è esattamente un remake dell'originale datato 1980,dato che condensa nei titoli lo spunto di quello, con la madre di Jason che insegue l'ultima preda e invece ne viene uccisa; qualche recensore cresciuto con le saghe mortifere di JV,FK e Leatherface ha rimproverato a questa nuova edizione poco sangue, a me, considerato che si assiste a quattordici morti violente, pare questo un commento fuori luogo. Semmai c'è da dire che non c'è una sola scena che non sia prevedibilissima, inclusa l'ultimissima sequenza che chiude la pellicola, con risaputo rimando alla prossima occasione.Il tedesco Nispel ci mette mestiere e quasi nessuna ispirazione, con un paio di curiose estrapolazioni da "Profondo rosso" ( tanto per cambiare nel panorama horror-thriller), quali scegliere un'attrice che si chiama Amanda Righetti, come la scrittrice annegata nell'acqua bollente di quel classico, e la trappola mortale per l'assassino, ripresa oltretutto in un modo che non può non ricordare la conclusione del film argentiano:per il resto, la solita corsa al massacro per caratteri piattissimi, personaggi traducibili come uno stuolo di mentecatti, e tutti spendibili in un calar di coltello, anche quelli che sembravano principali.

venerdì 17 aprile 2009

L'UOMO SENZA VOLTO (Man without a face, USA 1993)
DI MEL GIBSON
Con MEL GIBSON, NICK STAHL, Margaret Whilton, Gaby Hoffman.
DRAMMATICO

Il tema del "diverso",violentemente emarginato dalla comunità,rimanda a molte pellicole che già hanno affrontato l'importante assunto,per sensibilizzare il pubblico:ma al primo film diretto da Mel Gibson va riconosciuta una coerenza di fondo che lo porta a non perdersi in melensaggini,sfiorando il dramma per giungere ad un finale che tutto sommato lieto non è,senza tuttavia rinunciare ad una buona dose di umorismo.C'è qualche ingenuità non indifferente,la storia non coglie tutte le possibilità di sviluppo che ha a disposizione,ma l'esordio registico di Gibson è degno di nota.Di buona fattura,capta certi aspetti della psicologia adolescenziale,e interpreta senza vacua enfasi il suo personaggio di uomo tormentato,mentre Nick Stahl esordisce figurando molto meglio che in futuro.
PIRAMIDE DI PAURA ( Young Sherlock Holmes, USA 1985)
DI BARRY LEVINSON
Con NICHOLAS ROWE, Alan Cox, Sophie Ward, Anthony Higgins.
COMMEDIA/AVVENTURA

Fantasia cinematografica su un eroe di letteratura e cinema,visto negli anni inediti della prima giovinezza,Sherlock Holmes:la creatura di Conan Doyle viene qui presentata e seguita dall'occhio dell'imbranato compagno di vita e d'avventure Watson,in un divertissement che ha come obbiettivo un pubblico giovane come i suoi personaggi.Levinson ,qui coprodotto da Steven Spielberg(e forse da questo film l'erroneo titolo di erede del regista di "Lo squalo"),dirige con qualche superficialità un buon soggetto che cede a un pò troppe ingenuità e a una vaga aria di conformismo:c'è qualche eco twainiana,un pò di Stevenson,lo script di Columbus ha motivi di divertimento,eppure "Piramide di paura" dà la sensazione di non sfruttare del tutto le proprie potenzialità di macchina da intrattenimento spettacolare.Buona l'ambientazione e la colonna sonora allarmante,peccato che Sherlock Holmes abbia l'inespressiva faccia un pò fessa di Alex Cox.
GREYSTOKE-La leggenda di Tarzan, signore delle scimmie
(Greystoke:the legend of Tarzan, lord of the apes,GB 1984)
DI HUGH HUDSON
Con CHRISTOPHER LAMBERT, Andie McDowell, Ralph Richardson, Ian Holm.
AVVENTURA

Molta la cinematografia sul re delle scimmie Tarzan, uno degli eroi più rappresentati e interpretati da più volti, con, su tutti, il mitico Johnny Weissmuller:però, il più fedele alla pagina di Edgar Rice Burroughs è questo film diretto dall'allora fresco di Oscar Hugh Hudson,con il quasi esordiente Christopher Lambert a dare una personificazione molto fisica ma anche pensosa del signore della jungla.C'è l'origine tragica dell'eroe, con i genitori veri uccisi dalle grandi scimmie, c'è l'infanzia del personaggio allevato da altri primati, c'è la sua lotta per sopravvivere ed emergere all'interno della comunità,e non manca la parte "civilizzata",ambientata in Inghilterra.Hudson allestisce uno spettacolo classicheggiante, a cui non mancano evidentemente i mezzi,ma soffre una certa letterarietà della materia,a volte irrigidendo troppo il racconto.Lambert,in una delle sue prove migliori ,è un Tarzan efficace.Due cose da ricordare:Andie McDowell,alla sua prima fulgida apparizione,venne doppiata in originale da Glenn Close,e Ralph Richardson ,passato a miglior vita sul set di questo film.
A PRIMA VISTA (At first sight, USA 1996)
DI IRWIN WINKLER
Con VAL KILMER, MIRA SORVINO, Kelly McGillis, Bruce Davison.
DRAMMATICO/SENTIMENTALE
Da un libro di Oliver Sacks, un film che ripropone una tematica simile a quella di "Risvegli",anch'esso ispirato dal medico americano,salvo trasferire dalla sindrome depressivo-immobilizzante del film con DeNiro e Williams ai non vedenti.Infatti,il protagonista,fisioterapista cieco riesce,grazie a un'operazione,a vedere,per breve tempo,per poi tornare al buio.Purtroppo Winkler,che ha sicuramente dei meriti come produttore,come regista è di grana grossa,e forse l'argomento avrebbe dovuto impegnare alri autori:il film è vedibile,prevedibile in larga parte,non riesce a coinvolgere lo spettatore emotivamente come avrebbe potuto.Kilmer e la Sorvino,altrove bravi,danno un'intepretazione corretta,ma non del tutto convincente.Praticamente,un tv-movie di quelli che trasmettono il pomeriggio,appena piu'cinematografico,ma nulla di piu'.

giovedì 16 aprile 2009

LOST IN SPACE (Lost in space, USA 1998)
DI STEPHEN HOPKINS
Con WILLIAM HURT, GARY OLDMAN, Mimi Rodgers, Heather Graham.
FANTASCIENZA
Ennesima riproposta in chiave cinematografica di una serie tv anni '60,"Lost in space" è un film di fantascienza abbastanza vecchio, sia nel racconto, che per effetti speciali non strabilianti:Hurt e Oldman non fanno nulla per nascondere che sono lì per incassare l'assegno della produzione, Matt Leblanc ha poco carisma, e Heather Graham è belloccia e qui di poca utilità.Hopkins conferma di essere un regista senza doti particolari, il film si lascia vedere , anche se ogni tanto risulta un pò noioso e scontato.Anonimo.

LONTANO DAL PARADISO (Far from heaven, USA 2002)
DI TODD HAYNES
Con JULIANNE MOORE,Dennis Quaid, Dennis Haysbert, James Rebhorn.
DRAMMATICO

Il lavoro quasi filologico di Todd Haynes nel ricostruire le atmosfere grevi di colore del melò anni '50,epoca in cui è ambientato "Lontano dal Paradiso", è senz'altro a vantaggio del film :la storia che sembra molto simile a quelle tipiche del suddetto filone rende più esplicito ciò che ai tempi veniva suggerito.E gli attori, dalla stolida eppur sensibile signora modello di Julianne Moore,al marito che nasconde un'omosessualità di cui si vergogna Dennis Quaid, al sobrio giardiniere nero di Dennis Haysbert, sono intonati e meritevoli di essere ricordati.L'autunno grondante rosso passione cede il passo al biancore benaugurante della primavera, forse anche per sottolineare di più le piccole miserie degli uomini.
PRIMA E DOPO (Before and after, USA 1995)
DI BARBET SCHROEDER
Con MERYL STREEP, LIAM NEESON, Edward Furlong, Alfred Molina.
THRILLER/DRAMMATICO
Nonostante l'utilizzo di due star come Meryl Streep e Liam Neeson, questo giallo a tesi di Barbet Schroeder convince a metà.Nell'illustrare lo sconvolgimento dell'ordine familiare,i dilemmi di coscienza e la tensione creatasi nel piccolo sobborgo dove la vicenda si svolge, il regista non mette a fuoco nessuno dei problemi affrontati, gli attori fanno il loro dovere,ma senza entusiasmare e la conclusione non è originalissimo:anzi,forse è piu'onesto ed efficace nello scioglimento un blockbuster dichiarato come "Presunto innocente", che non fu tra i picchi di Pakula.Merita la sufficienza "Prima e dopo",ma niente più.

007-LA MORTE PUO' ATTENDERE (Die another day, GB/USA 2002)
DI LEE TAMAHORI
Con PIERCE BROSNAN, HALLE BERRY,Rick Yune, Toby Stephens.
SPIONAGGIO/AZIONE

E'notorio,i nventare una storia dopo l'altra anche per un personaggio di collaudato successo non è uno scherzo:i film con protagonista l'agente 007 raggiungono quota 20 con questo, senza contare gli episodi apocrifi.E se il film, prodotto con gran dispendio di mezzi, a livello narrativo comincia a mostrare la corda a un certo punto c'è poco di cui meravigliarsi, data la fedeltà allo schema classico delle avventure di James Bond.Lee Tamahori, ingaggiato dopo il buon successo di "Nella morsa del ragno",fa tutto sommato un discreto lavoro, dando profondità alle immagini, e perlomeno impostando il film a un livello decoroso per la confezione: il guaio è che le direttive dategli sono abbastanza rigide, e le sitazioni cominciano a farsi ripetitive ben presto.Brosnan voleva rimandare alla volta dopo le dimissioni da superspia (e forse, visto che fuori da questo ruolo non ha avuto quasi mai molto appeal commerciale gli sarebbe convenuto), e comunque era il migliore dopo Connery,prima di Craig, a impersonare l'eroe fleminghiano,Halle Berry è bellissima e tonica,poco significativi invece i cattivi Toby Stephens,Rick Yune e Rosamund Pike,ammirevoli gli effetti speciali.Cavalcando col surf un'onda anomala nata sotto spinta di un ghiacciaio( proprio cosi'!),facendo a pugni muovendosi tra un raggio laser e l'altro,portandosi a letto sia la buona che la cattiva(mentre i due coreani cattivi sono più o meno velatamente gay), James Bond rimanda alla prossima volta che salverà il mondo.Ma è proprio indispensabile far durare i film di 007 oltre due ore?Tanto,dopo un quarto d'ora di proiezione si è già capito tutto ciò che accadrà dopo...
RITRATTO DI SIGNORA (Portrait of a lady, GB 1996)
DI JANE CAMPION
Con NICOLE KIDMAN, John Malkovich, Barbara Hershey, Mary-Louise Parker.
DRAMMATICO
Molto elegante e ricercato nelle riprese, nell'ambientazione e nella partitura musicale di Wojciech Kilar che molto attinge da Schubert, questo film della Campion, a conti fatti, è meno riuscito del precedente "Lezioni di piano", soprattutto per una questione di emotività.D'accordo che Isabel Archer(resa con molta bravura da Nicole Kidman) vive reprimendo i propri sentimenti,ma la passionalita'viscerale del film con Holly Hunter e Harvey Keitel era la chiave piu'congeniale per narrare una storia basata sugli impulsi del cuore femminile.Anche in "Ritratto di signora " vi sono momenti di grande cinema che può appassionare, come la scena in cui la Archer,r imasta sola in una stanza ,si abbandona al desiderio, immaginando di essere sedotta dai suoi spasimanti, ma sono episodi isolati in una pellicola spesso anche troppo cerebrale.