martedì 9 gennaio 2007

ROSEMARY'S BABY- Nastro rosso a New York
( Rosemary's baby, USA 1968)
DI ROMAN POLANSKI
Con MIA FARROW , John Cassavetes, Ruth Gordon, Elisha Cook.
HORROR

















Prima ancora dell'indemoniata Linda Blair, intenta a sputare vomito verde su preti e consanguinei ne "L'esorcista", un chiaro segnale del ritorno del Maligno a inquietare gli schermi fu dato da "Rosemary's baby", film di culto e di successo destinato marchiare la vita del suo autore, Roman Polanski . Rinnovando il mito nero faustiano del contratto con il Diavolo per l'ambizione circa il successo personale,il film tratto da un romanzo di Ira Slevin, è un horror che non concede quasi niente al sangue, e all'esplicazione dell'orrore,lasciando il lavoro ad una montante, inesorabile tensione psicologica vissuta per conto degli spettatori dalla sua protagonista,la sventurata Rosemary, ignara a proposito del turpe progetto di una setta di adoratori del demonio che presentano facce di tranquilli vicini di casa, magari un pò petulanti. Il film è costruito con ingegnosa tecnica narrativa, facendo sì che l'inquietudine si insinui a piccole dosi in chi guarda, fino allo sconcertante finale, in cui si può leggere la logica del matriarcato come alibi di una società che comunque, in nome della propria sopravvivenza, accetta i più infami ed esecrabili compromessi. Mia Farrow è di una bravura ammirevole nel rendere il nervosismo che si fa terrore della protagonista, Cassavetes è un ambiguo marito, Ruth Gordon è una signora perbene che cela inconfessabili peccati. Uno degli horror più significativi, intelligenti e di buon gusto che il cinema abbia mai proposto.

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