martedì 9 gennaio 2007

IL CAIMANO ( I 2006 )
DI NANNI MORETTI
Con SILVIO ORLANDO , Margherita Buy, Jasmine Trinca, Nanni Moretti.
GROTTESCO/ DRAMMATICO















Atteso come il titolo italiano più importante del 2006, al punto che qualcuno si è addirittura chiesto se fosse pertinente farlo uscire prima delle passate elezioni politiche, "Il caimano" segna il ritorno alla regia per Nanni Moretti dopo la straordinaria affermazione, inclusi successo internazionale e palma d'Oro per il bellissimo "La stanza del figlio". E' risaputo, fulcro del decimo lavoro morettiano è la figura di Silvio Berlusconi, di cui lo stesso autore, che tra l'altro appare per poco nella pellicola,afferma , nei panni di un attore famoso che nicchia per interpretarlo in un film nel film, che comunque il patron di Mediaset ha inciso sull'Italia perchè ne ha stravolto mentalità e profilo, che lo si avversi o appoggi ; nell'inquietante finale, Nanni Moretti, impersonando un Caimano che si allontana dal tribunale che lo ha condannato, con alle spalle fuochi di rivolta reazionaria, lancia un proclama-summa di vent'anni di berlusconismo, politico e non. Costruendo in parallelo la storia di un produttore di film di serie B in crisi esistenzial-professionale, con la vita a pezzi, interpretato in modo coinvolgente da un Silvio Orlando all'apice della maturità d'attore, Moretti tesse un racconto metaforico di effetti di potere e conseguenze di una conformizzazione italica, una berlusconizzazione intesa come adeguamento a standard, a "come si deve essere", che qua e là concede qualche risata amareggiante, più spesso lascia il tempo di pensieri aspri. Politicamente, "Il caimano", dice cose che ,come viene affermato nel film, chi voleva capire sa già, e chi non ha voluto si è adeguato e ha fatto il resto: nella scena della gelateria, in cui il personaggio di Orlando viene fatto sentire ancor più escluso, perchè non ce la fa a rispondere alle regole di questo conformismo a zanne sorridenti, e per questo "non degno" neanche di poter acquistare una vaschetta di gelato, emerge un elogio dei perdenti, o semplicemente di chi non riesce a farcela, lancinante e acuto.

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