lunedì 22 gennaio 2007

JARHEAD (Jarhead, USA 2005)
DI SAM MENDES
Con JAKE GYLLENHAAL, Peter Sarsgaard, Jamie Foxx, Kevin Foster.
DRAMMATICO

Non è la prima pellicola prodotta da una major sulla Guerra del Golfo numero I, alias "Desert storm", avavano già provveduto anni fa con "Il coraggio della verità" di Edward Zwick :da un regista che finora ha ottenuto diverse lodi, vinto un Oscar all'esordio, un lavoro incentrato sui soldati americani andati al desertico fronte iraqeno poteva rappresentare una sfida piuttosto interessante. Per dirla schiettamente, "Jarhead" (testa di barattolo, alludendo alla testa semirasata dei marines) è un film sonoramente sbagliato : nonostante sia ben fatto, con la colonna sonora efficace, un montaggio abile a rendere fluida una storia senza troppa azione e un'ottima fotografia, è perlomeno confuso su quel che intende dire. Se voleva essere una denuncia della guerra e della sua inutilità, dà troppo l'impressione di compiacersi del fanatismo machista dei militari ; e come cronaca pura della vita delle truppe da sbarco, pur probabilmente dandone una versione credibile e aderente, è troppo ambiguo ideologicamente per lasciar capire il proprio atteggiamento di fondo. Qualche scena suggestiva ( il sogno notturno, il cavallo lordo di petrolio a vagare assurdamente vicino ai pozzi in fiamme) non basta a scacciare la brutta impressione di propaganda involontaria per la funzione di portatori di Pace e Giustizia ( ma dopo la seconda guerra del Golfo, sono in molti ad esserne convinti?) degli USA, e le citazioni, a cominciare dall'inizio alla "Full metal jacket", sono ovvie e spesso di alcuna utilità al racconto.Il maggior segno di un film forse nato con intenzione antibellica e madornalmente indirizzato su posizioni antitetiche è espresso nella sequenza in cui il protagonista Gyllenhaal, ben immedesimato nel ruolo, ma troppo spesso sopra le righe, siede perplesso tra i cadaveri di una "prodezza" dell'aviazione statunitense ( civili iraqeni in fuga dai bombardamenti carbonizzati dalla pioggia di fuoco degli occidentali), il film sembra interrogarsi sulla natura di una potenza tanto forte da provocare simili tragedie, fino ad avere paura di se stessa.

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