martedì 2 gennaio 2007



IL CODICE DA VINCI (The Da Vinci code, USA 2006)
DI RON HOWARD
Con TOM HANKS, Audrey Tatou, Paul Bettany, Ian McKellen.
THRILLER
Premesso che il sottoscritto trova "Il codice Da Vinci"-romanzo sia un thriller con poca suspence narrativa, e Dan Brown uno scrittore non eccelso, va dato atto a questo best-seller di aver sollevato argomenti abili a suscitare la discussione, e di aver dato occasione, se ce ne fosse ancora bisogno, a certe correnti neo-oscurantiste della Chiesa di mostrare una volta di più la loro scarsa disponibilità al dialogo e diverse considerazioni. "Il codice Da Vinci"-film, comunque, ha realizzato ottimi incassi ( da noi il campione assoluto del 2005/06 ), la curiosità creata nel pubblico, la voglia di dire la propria di ognuno (e questo è un segno di vita, perlomeno cerebrale, cari signori prelati) , la professionalità con cui il lungometraggio è stato allestito hanno reso questa operazione un grosso affare. Ron Howard si conferma un regista di mano pratica con personalità altalenante, di tensione la storia ne sviluppa poca, la tesi che sostiene, con qualche differenza all'apparenza non cos' vistosa ma sostanziale (non c'è qui infatti l' " assoluzione" del vescovo Aringarosa), è di quelle che sollecitano la riflessione nell'uomo comune, quello che inconsapevolmente costruisce la Storia , nel crederci o no. Il cast, non del tutto convincente ( interessanti McKellen e Bettany, così così la Tatou, ormai un clichè Reno), ha il suo nome più celebre in Tom Hanks, interprete del professor Langdon, apparentemente osservatore attivo della vicenda, in conclusione depositario del Grande Segreto che è il quid di tutto. E a lui Howard concede il più bel momento cinematografico della pellicola, quella scena finale ammantata di lirismo, con la consapevolezza finale delle cose, atta quasi a schiacciare il protagonista, il quale non può fare altro che assorbirla.

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