lunedì 16 aprile 2007

ALLA RICERCA DI NEMO ( Finding Nemo, USA 2003)
DI LEE UNRICH, ANDREW STANTON
ANIMAZIONE
AVVENTURA
La Pixar continua nella sua doppia corsa,nella ricerca di miglioramento della già straordinaria definizione digitale delle sue produzioni, e nei risulati miliardari delle sue uscite nelle sale e poi per l'home video."Alla ricerca di Nemo" , anche se procura divertimento e si fa apprezzare per più di un motivo, pare meno convincente dei gioielli "Shrek" e "Monsters & C.". Sicuramente conta anche il fatto che alla regia non ci sia John Lasseter,che dava più fluidità alla narrazione,e ammiccava di più a un citazionismo spassoso e irriverente:"Finding Nemo" , pur sostanzialmente riuscito, appare come una cosa fatta per piacere di più ai piccoli, e quindi è molto più disneyano dei suoi predecessori nella morale e nella linearità dei suoi personaggi, però in diversi dialoghi e situazioni, sembra troppo complesso per essere capito e goduto da un bambino.Ad esempio, la più bella gag del film ( tra l'altro praticamente sganciata dalla storia vera e propria), è quella che vede gli squali convertirsi a un rilancio d'immagine buonista, che la loro natura di predatori non saprà reggere fino in fondo: ma è un umorismo anche troppo sofisticato per le platee d'infanti.Praticamente un'apoteosi della forza della volontà( ed in questo molto americano, in senso positivo),"Alla ricerca di Nemo" abbozza , passando dal filone dei "searchers"(personaggi che compiono un viaggio per trovare o ritrovare qualcuno o qualcosa) a quello carcerario(con la comunità di prigionieri dell'acquario), e compiendo una cosa lodevole, facendo di un piccolo pesce che ha la caratteristica di una menomazione (ha una pinna atrofizzata) un eroe che non si sente diverso dagli altri.Meno esilarante di altri lavori pixeriani, ma era prevedibile, visto la storia narrata.

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