DI J.LEE THOMPSON
Con GREGORY PECK, ROBERT MITCHUM,Polly Bergen, Martin Balsam.
THRILLER
Classico nel genere thriller, in cui saranno le musiche di Bernard Herrman, sarà un certo taglio nel racconto, ma vi è recuperabile qualche traccia hitchcockiana, "Il promontorio della paura" fu tanto amato dai cinefili e dal pubblico in generale, che Hollywood lo rifece trent'anni dopo, come è risaputo, con la versione di Scorsese: al di là dell'adeguamento del tasso di violenza più alto dati anche i tempi, la connotazione erotica, maggiormente sfumata qui, nel nuovo "Cape Fear" è più sottolineata,e inoltre cambiano, e non di poco, i rapporti tra i due protagonisti e la personalità degli stessi. Se il Sam Bowden scorsesiano era un avvocato non in pace con la propria coscienza professionale e non, quello dell'originale è un uomo onesto che rischia di farsi prendere dal panico sì, ma giunto alla resa dei conti rinuncia ad una vendetta belluina e si "accontenta" di far vincere la legge;il Max Cady mitchumiano non ha le ossessioni parareligiose di quello di DeNiro, ma ha una carica animalesca maggiore, e porta una violenza più sorda, meno accennata, salvo lasciarla esplodere nel finale, inoltre ha meno "giustificazioni" della nuova versione. Esauriti i confronti, questo rimane un buon thriller, ben raccontato, con una dose di tensione sufficiente a tenere su di giri lo spettatore, ha forse qualche leggera lungaggine appena prima del gran finale, ma è tuttora godibilissimo.Nella sfida tra i due divi protagonisti, bravi entrambi ma Mitchum imprime al suo maniaco persecutore un'autocommiserazione finale che gli fa guadagnare punti e vincere il confronto.
Nessun commento:
Posta un commento