DI BARBET SCHROEDER
Con JEREMY IRONS, GLENN CLOSE, Ron Silver, Annabella Sciorra.
DRAMMATICO
Per molti l'Oscar assegnato a Jeremy Irons per l'interpretazione di Klaus Von Bulow fu una sorta di "risarcimento" per non averlo considerato degno di tale premio due stagioni prima con il doppio e riuscitissimo ruolo di "Inseparabili": non credo che la Academy sia così autorevisionista, ci sono grandi dello schermo che non sono mai stati premiati, o altri che hanno preso alla fine la sudatissima statuetta, ma non certo per il miglior ruolo della propria carriera o onestamente troppo tardi (qualche caso?Paul Newman, Al Pacino...).Semplicemente, quella di Irons qui è una prestazione molto elegante,raffinata, un pò accademica, ma piaciuta molto ai giurati che assegnano prima le nominations e gli Awards poi. Nel proporre l'ambiguo caso del nobile Von Bulow che venne accusato di aver causato lo stato vegetativo della ricchissima moglie che non amava più da tempo, Schroeder mette su un tipico courtroom-drama, e cioè il classico thriller giudiziario-legale, che molto deve contare sugli interpreti per una sua riuscita.Irons a parte, anche gli altri non sono male, dall'arcigna, gelida marchesa di Glenn Close all'avvocato grintoso di Ron Silver, interprete poi un pò dimenticato ma di buon mestiere.Il film è leggermente noioso, spreca un buon tema, si lascia vedere ma non coinvolge mai.
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