DI STANLEY KUBRICK
Con KEIR DULLEA, Gary Lockwood, William Sylvester, Leonard Rossiter.
FANTASCIENZA
Prendendo spunto dal racconto "La sentinella" di Arthur C.Clarke ( che dopo egli stesso tramutò nel romanzo di fantascienza "2001", di ottimo livello), Stanley Kubrick realizzò uno dei titoli di maggior culto della storia del cinema, con un arco temporale che congiunge il principio della storia umana a un imminente futuro, che forse la tramuterà in qualcos'altro: si sa, Kubrick era marchiato come un "lucido pessimista" circa la razza umana, ma a mio avviso questa era una lettura superficiale della sua opera. E'verissimo che il primo ragionamento delle scimmie nel prologo, appena prima di avviarsi all'evoluzione che farà nascere l'Uomo, coincide con la concezione delle armi e di un assassinio, però "2001" è anche un viaggio attraverso e verso l'Infinito, spinto in primis dalla Curiosità, molla indispensabile per l'evoluzione e la conoscenza di altro. E' un film di fantascienza senza precedenti questo, che concepisce l'incommensurabile silenzio del cosmo, la logica senza inflessioni di una macchina dall'Uomo costruita, e che per troppa perfezione inizia ad assomigliargli troppo e assumerne i peggiori aspetti, la luce senza fine che comporta un'altra dimensione e giustamente si chiude senza materializzare cosa c'è oltre Giove. Commentato in larga parte da musiche senza tempo di Jonathan e Richard Strauss, rivedendolo mi è sembrato tanto meno lento di come lo ricordassi, e anche più corto, o perlomeno la parte con gli astronauti: rimane un capo d'opera difficilissimo da decifrare, e come le vere opere d'arte, per quanto sviscerate, esplicate, analizzate da studiosi di gran cultura, ognuno può trovarvi le domande, le risposte e le considerazioni proprie.
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