domenica 15 aprile 2007

LA MACCHIA UMANA ( The human stain, USA 2004)
DI ROBERT BENTON
Con ANTHONY HOPKINS, NICOLE KIDMAN, Gary Sinise, Ed Harris.
DRAMMATICO
Accolto con una certa freddezza al festival veneziano 2004,"La macchia umana" è tratto da un romanzo di Philip Roth, scrittore molto critico verso la società americana, componente una trilogia(con "Pastorale americana" e "Ho sposato un comunista") tra le più importanti uscite negli ultimi anni.Robert Benton, ex-sceneggiatore (che non ha scritto la screenplay di questo suo film), premiato con l'Oscar per "Kramer contro Kramer", è un director accorto per quanto riguarda la conduzione degli attori,a volte un pò superficiale nel non sviluppare del tutto le potenzialità drammatiche delle storie prescelte.Qui, infatti, viene appena accennato l'ostracismo sorto verso il protagonista, un preside e professore di lettere tenuto a distanza dalla comunità dove fino a poco prima era stimato, per un'uscita infelice,e che nasconde un segreto lungo cinquant'anni:Benton ,e la sceneggiatura di Nicholas Meyer, si concentrano più sulla storia d'amore disperato ,vera ultima spiaggia,dell'uomo,e di una donna molto più giovane,dall'esistenza disastrata."La macchia umana" è un melò dei nostri giorni, lo scandalo Lewinski è sullo sfondo, i rimandi,come molti giustamente osservano, a classici come "Lo specchio della vita" ci sono indiscutibilmente, ma Benton tiene sotto controllo la parte emotiva del film,riuscendo a rendere la relazione in alcuni punti molto toccante."Non è il mio primo amore, e non è il mio grande amore:ma è il mio ultimo amore" dice il protagonista, un Anthony Hopkins splendido interprete, che impasta malinconia, virile tenerezza, grinta e rancore nel suo tormentato personaggio:a tratti non sempre convincente la bellissima Nicole Kidman, che soffre leggermente le accelerazioni rancorose del suo personaggio.E il film appare , nonostante qualche pecca di cui sopra, magnificamente tinteggiato con la luce del suo direttore della fotografia, scomparso alla fine delle riprese, come una romantica, incoraggiante indulgenza al poter amare ancora.

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