lunedì 16 aprile 2007

DOGVILLE ( Dogville, DAN/SF/D/I, 2003)
DI LARS VON TRIER
Con NICOLE KIDMAN, Stellan Skarskard, Lauren Bacall, James Caan.
DRAMMATICO

Una cosa curiosa: non mi era mai capitato di vedere un film pensando che avesse un senso, per arrivare alla conclusione vedendolo in tutta un'altra maniera, trovandogli un significato più ampio ed esteso, che appunto negli ultimi venti minuti prende una forma differente cambiando anche tutto quello che succede prima. Lars Von Trier mi parve un pò pretenzioso, sia per il manifesto del "Dogma", sia per le implicazioni religiose di un film molto applaudito, ma che non ho stimato come "Le onde del destino": gli devo riconoscere questa volta di aver compiuto un atto di forte coraggio, artistico , etico e morale, con questo film che da noi viene presentato con una buona mezz'ora di meno."Dogville" passa da allegoria dell'America come terra di una comunità eterogenea ma molto più ostica del previsto, che accetta i nuovi arrivati, ma sottindendendo che hanno meno diritti dei nativi, a una metafora religiosa di plumbeo pessimismo, praticamente ribaltando la lezione di Cristo: questa Grace, giunta tra la gente, e umiliata, tradita, offesa,violentata e condannata al supplizio di un collare e una catena dagli stessi che lo avevano dapprima benvoluta, dinanzi alla scelta postale da un Padre potente , non vede alcun motivo per salvare quella parte di umanità di cui era ospite.Come si sa, scenografie nulle, la forte sensazione di stare assistendo a un allestimento teatrale su pellicola, un cast molto intenso sul quale brilla una Nicole Kidman molto più credibile e ispirata che nell'oscarizzato "The hours". E la regia compie , non dico un miracolo, ma un'azione cristiana di grande significato umanista(e lo dice uno molto ,ma molto laico) : far provare allo spettatore un minimo di pietà per quell'umanità meschina, indegna e vergognosa che va verso un massacro annunciato, è da considerarsi una ricerca di nuova speranza per il nostro incerto domani.

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