giovedì 8 gennaio 2009

UN GIORNO PERFETTO ( I, 2008)
DI FERZAN OZPETEK
Con ISABELLA FERRARI, VALERIO MASTANDREA, Monica Guerritore, Nicole Grimaudo.
DRAMMATICO
Credo di poterlo indicare come uno dei film più stroncati dell'appena terminato 2008. "Un giorno perfetto", dal libro omonimo di Melania Mazzucco, è un'altra volta il tentativo di un regista che piace ai distributori come al pubblico, e non del tutto ai recensori, di un approccio a un cinema forse più "alto" e, memore dei Pasolini, dei Pietrangeli, e di altri autori di uno splendido passato, va dato atto al regista italoturco di una mossa coraggiosa, così come lo era stata "Cuore sacro", altro film fuori dai suoi schemi e bocciato al botteghino: ma la crisi spirituale della bella Barbora Bobulova offriva il fianco a troppa ambizione di narratore e citava troppo esplicitamente "Teorema", aveva dei passi di sincerità non indifferente, e inquadrava in tempi non sospetti la perdita di certezze materiali che oggi ha colpito la nostra società. Qui, dopo più di dieci minuti ancora ci si interroga su dove ci stia portando il film, le caratterizzazioni sono spesso non felici ( no,non mi hanno convinto nemmeno gli altrove apprezzabili Mastandrea/Ferrari), la provvisorietà di tutto fa bene a sottolinearla Ozpetek, ma un'opera a un certo punto deve anche indirizzarti, o perlomeno assumere una qualche forma davanti a te. E qui non succede. C'è un quadro d'insieme di un gruppo di persone inizialmente non collegate apparentemente tra loro, e visto che oltretutto in apertura si annuncia già una tragedia, tutto "Un giorno perfetto" passa ferale e diretto verso il finale di orrida inevitabilità. L'autore di "Saturno contro" ha capito benissimo che il suo cinema che parla delle "sue" comunità aperte, dei personaggi con identità sessuali particolari, o semplicemente non canoniche viene quasi regolarmente premiato nelle sale, ma è lecito che provi altre strade: ecco, pur non considerandolo da vituperare come invece hanno fatto in molti ( sì, ma anche troppo veleno,via...) è un film sbagliato, riuscito proprio male. Perchè il dramma da cronaca nera delle famiglie sterminate da uno dei membri che le compongono, che spesso avvengono in quelle villette che i troppi debiti o altri problemi non riescono più a reggere, possono essere resi assai meglio, e non trasuda dalla pellicola: non coinvolge, ci sono dialoghi francamente imbarazzanti ( quella metafora dell'aquilone, per carità...) e credo che l'obbiettivo prefisso dalla regia sarebbe stato invece di coinvolgere. Il che non succede.

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