DI JOHN FORD
Con JOHN WAYNE, Jeffrey Hunter, Vera Miles, Natalie Wood.
WESTERN
Per essere uscito a metà anni Cinquanta è un film molto violento, e se all'epoca conobbe numerose posizioni avverse da parte della critica, in realtà è uno degli western più complessi mai prodotti. Tra uno scorcio di prateria che apre la storia e la figura solitaria di Wayne/Edwards che si staglia sullo sfondo che la chiude, una storia appassionante,lunga cinque anni e piena di tormenti e sofferenze, della ricerca di una ragazza rapita dai Comanches: Ethan Edwards è un uomo di pietra, con un passato burrascoso alle spalle, uno sconfitto nonostante le proprie risorse, violento fino alla psicopatia, ma custode di una segreta tenerezza che esplode nel sottofinale, al ritrovamento della giovane. Ford dipinge su sfondi naturali splendidi un'epica lotta per la sopravvivenza densa di crudezze, intrisa eppure di uno humour notevole, da assaporarsi tra le righe, con un'interpretazione possente di John Wayne, in un ruolo per niente facile, un personaggio che ha tutto per rendersi odioso, ma trasuda solitudine e consapevolezza del non sapersi adattare a niente, nemmeno in nome dell'amore nascosto per la cognata. Lungo due ore di grande spettacolo, l'autore di "Ombre rosse" elabora un film grandioso, un capolavoro che solo un atteggiamento grossolano avrebbe riconosciuto come reazionario, mentre l'anarchismo di cui la pellicola non manca è evidente nell'atteggiamento diffidente di Ford verso i "vincitori" che hanno sconfitto in guerra Ethan Edwards e distrutto la tribù di Scout, nemico del protagonista. Assolutamente imperdibile.
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