domenica 4 gennaio 2009

NORMA RAE ( Norma Rae, USA 1979)
DI MARTIN RITT
Con SALLY FIELD,Ron Leibman, Beau Bridges, Pat Hingle.
DRAMMATICO
"La filanda" era sì una canzone di successo di Milva, ma pure una risorsa lavorativa per molti operai, e uno dei motori primordiali dell'industria: se a Prato c'è una crisi del tessile che ha peggiorato di fatto la condizione, non solo economica, ma anche sociale della città, nell'Alabama in cui è ambientato "Norma Rae" le condizioni dei lavoratori sono allarmanti, la salute degli stessi considerata poco importante, e in fabbrica ci si muore pure per la sottovalutazione dei problemi. Martin Ritt, uno dei registi americani più impegnati civilmente, si ispira ad una storia vera, accaduta appena prima ( il racconto si svolge nel 1978) sulla grinta della giovane venuta su da una famiglia di tradizione operaia che si gioca tutto nell'affermazione di una coscienza di classe che porterà i lavoratori a una presa di posizione inedita e alla nascita di un'adesione sindacale. Sally Field, vincitrice sia della Palma d'Oro che dell'Oscar per questa interpretazione molto riuscita, è bravissima: convince meno il sindacalista-amante nei cui panni si poteva trovare di meglio del non sempre convincente Ron Leibman, ma il fatto che i due concludano con una stretta di mano una battaglia vinta che va oltre la fine della loro relazione, e la donna rimanga sola, e con prole, vero, ma con una consapevolezza della propria forza e della propria autonomia è un passo che nella società regredente di oggi è difficile da trovare. E un'ultima considerazione: nonostante sia ormai luogo comune che i sindacati rompano più che altro i coglioni e siano aziende a sè stanti, se non c'erano col cavolo che un lavoratore comune potesse contare su cassa malattia, ferie e compagnia bella. Se oggi ci sono possiamo ringraziare chi ci si è rotto la schiena prima, anche se a qualcuno queste cose dispiace sentirle dire.

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