DI MICHAEL CIMINO
Con KRIS KRISTOFFERSON, ISABELLE HUPPERT, CHRISTOPHER WALKEN, John Hurt.
WESTERN
E' considerato il più grande fiasco di tutti i tempi, alla stregua di "Cleopatra", ma con una differenza fondamentale e per niente da poco: se il kolossal sentimental-storico di Mankiewicz era comunque un prodotto esclusivamente per grandi platee, questo western, crepuscolare che più non si può, oltre allo spettacolo, non nasconde di voler essere film d'autore, e una severa critica alla falsità del mito di un'America nata da una fusione di razze senza traumi. Venuto dopo il successo internazionale e gli Oscar de "Il cacciatore", il film di Cimino fece andare a gambe all'aria la United Artists e per cinque anni il regista non lavorò: inoltre, della pellicola esistono più versioni, come capita quasi sempre per i lavori complessi e che hanno avuto problemi tra produzione, lavorazione e distribuzione. Così com'è, "I cancelli del cielo" è un'epopea pessimista, con un triangolo di amicizia e amore sullo sfondo di un quadro politico e sociale ultrareazionario, con i grandi latifondisti intenti a ergersi a giudici,mandanti ed esecutori di una carneficina atta a spazzar via i fastidiosi immigrati ( ricorda mica qualche proclama politicoide recente e di successo?) , assoldare una bandaccia di assassini professionisti e avviarsi al massacro: lo sceriffo di Kristofferson, il bounty killer redento per amore di Walken e la prostituta contesa nei sentimenti Huppert sono personaggi fuori dal coro e in lotta con un fato crudele. Gran stuolo di nomi importanti( oltre al trio protagonista, si registrano John Hurt, Sam Waterston, Brad Dourif, Jeff Bridges e Mickey Rourke in un ruolo piccolissimo), convince il giusto il finale con il flashback tragico, che sembra sottolineare nuovamente un'incertezza di intenti da parte dell'autore. Quasi un capolavoro? Tuttavia, un film di serie A a tutti gli effetti e un'opera sfortunata.
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