DI DAVID MAMET
Con LINDSAY CROUSE, JOE MANTEGNA, Mike Nussbaum,J.T.Walsh.
NOIR
Esordio per una delle penne considerate di maggior talento del mondo dello spettacolo americano dagli anni Ottanta in poi, "La casa dei giochi" è un dichiarato omaggio al noir puro, con le licenze di rappresentazione, leggi anche la maggior esplicitazione dell'erotismo e della violenza, moderne:David Mamet, molto atteso a questa prova, giunta sugli schermi appena dopo la grande affermazione de "Gli intoccabili", non delude. La scena iniziale, con il bluff al tavolo da gioco, è un inizio raffinato ed avvincente, che gioca con lo spettatore esattamente quanto con la protagonista Lindsay Crouse, invoglia a seguire il resto della storia come attrae il personaggio principale, che pure è una psicanalista e dovrebbe studiare meglio le persone del sottobosco malavitoso che girano attorno al truffatore Joe Mantegna. Peccato che lo stile registico di Mamet sia sempre stato troppo freddo, e questo ha influito sul fatto che non sia riuscito a divenire un autore di spicco davvero, non quanto invece come commediografo e sceneggiatore:il finale tragico, di perfetta coerenza con lo sviluppo della trama, un perpetuo gioco di inganni ben congegnati ma che alla fine mostrano il meccanismo, conferma l'aspirazione ad omaggiare i classici con Bogart, McMurray e la Stanwyck.
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