IL GIOCATTOLO( I, 1979)
DI GIULIANO MONTALDO
Con NINO MANFREDI, Marléne Jobert, Arnoldo Foà, Vittorio Mezzogiorno.
DRAMMATICO Inquadrato fin dall'inizio come un uomo pavido e alle prese con situazioni troppo grosse per lui, Vittorio è un ometto sulla cinquantina senza pretese, che conduce una vita familiare monotona, ha una moglie con cui comunica relativamente, e spesso preferisce occuparsi della riparazione della sua collezione di orologi:fin quando non si ritrova nel bel mezzo di una rapina in un supermercato, dopodichè gli entra una fissa per le pistole e monta in lui una paranoia sempre crescente che lo porta ad affezionarsi troppo al peso di un'arma in mano. Su un tema del genere uscì, quasi contemporaneamente, "L'arma" di Squitieri con Stefano Satta Flores, ed è chiarissimo il riferimento all'operazione di Monicelli-Sordi con la riuscita di "Un borghese piccolo piccolo". Anche se il cast tecnico è di prima categoria(Morricone però fa un pò troppo il verso a se stesso e "Indagine su un cittadino..."), Montaldo infarcisce di eccessi retorici copione e film fino a renderlo da drammatico grottesco, vedasi l'incredibile declamazione finale in una scena altrimenti di forte impatto, e non sfrutta bene un Manfredi che vorrebbe ripetere il numero di Albertone in veste violenta:abbastanza ambiguo nella fin troppo sottolineata tesi di base( la violenza è punita solo se a praticarla è un poveraccio come il protagonista? e allora che deve fare un uomo per recuperare rispetto e dignità, secondo la sceneggiatura), "Il giocattolo" sembra andare avanti a tastoni, dimenticandosi di un personaggio imprescindibile per la storia come quello di Vittorio Mezzogiorno dopo la sua dipartita.E se la coppia al centro della vicenda ha momenti di credibilità concreta, soprattutto quando l'uomo, di fronte alle difficoltà adotta un modo di reagire bambinesco e passivo, molti dei personaggi di contorno sembrano tagliati con l'accetta.
mercoledì 3 giugno 2009
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