DI MARIO BAVA
Con ELKE SOMMER, JOSEPH COTTEN, Massimo Girotti, Rada Rassimov.
HORROR
Considerato oggi un antesignano del cinema horror all'italiana, Mario Bava, in realtà, godeva anche in vita della stima e dell'ammirazione di numerosi cineasti, che cercavano il suo apporto e la sua consulenza per pellicole anche celebri.Questa coproduzione italotedesca fu realizzata quando il regista era già in età avanzata,ed è ,tutto sommato,non uno dei suoi titoli più azzeccati. Si perde, infatti, anche in troppe chiacchiere, e la cupezza impressa ai cunicoli e alle zone buie degli ambienti non alimentano come dovrebbero la tensione nello spettatore: si nota, piuttosto, un'atmosfera davvero "pulp", per via delle macchine da tortura e riferimenti alla sanguinarietà di certi antichi nobili, argomenti molto in voga all'epoca del successo in edicola di giornaletti vietati ai minori come "Oltretomba" & C. . Le scene più efficaci sono quelle dell'inseguimento da parte del mostro della protagonista Elke Sommer nella bruma , giocata tra riflessi e ombre , e la fuga della bambina per la strada di campagna:però, a pensarci bene, è una pellicola alla quale deve aver pensato Argento quando ha realizzato , poco dopo,"Profondo rosso".Controllate, per esempio, la mise dell'omicida,che è praticamente identica a quella dell'assassino nel film argentiano, e Nicoletta Elmi che ritornò, tre anni dopo come presenza inquietante nel ruolo della figlia del guardiano della villa.
Nessun commento:
Posta un commento