lunedì 8 febbraio 2010

IO, LORO E LARA ( I, 2010)
DI CARLO VERDONE
Con CARLO VERDONE, Laura Chiatti, Anna Bonaiuto, Marco Giallini.
COMMEDIA
Intercorrono quattro anni tra la penultima e l'ultima regia di Carlo Verdone, tra "Il mio miglior nemico" e "Io,loro e Lara":due titoli in cui ha un ruolo di spicco un nome "pesante" tra i giovani in ascesa, là Silvio Muccino e qua Laura Chiatti, quasi un riconoscimento o una preparazione ad un passaggio di testimone, o, più prosaicamente, una strizzata d'occhio alle frange più verdi del pubblico. Calatosi in abiti talari, come gli era capitato, ma da impostore, in "Acqua e sapone", Verdone interpreta un missionario in crisi di fede che torna a casa dopo dieci anni passati in Africa ma invece di un pò di pace per riflettere trova una situazione familiare turbolenta, tra il padre che si è appena risposato con la badante moldava, la sorella psicanalista nevrotica con figlia "emo" a carico, il fratello broker che pippa cocaina come se masticasse chewingum;in più, si aggrega alla già su di giri combriccola la figlia della neomoglie di papà che cela qualche segreto ed una vita sentimentale agitatissima. A voler essere pignoli, ci sono curiosamente un paio di errori di montaggio molto veniali ma che si notano, e soprattutto qualche situazione drammaturgica,soprattutt0 verso il finale, risolta in maniera facilona:però i dialoghi sono pastosi, si sorride spesso (più nella prima parte), il cast è di una bravura purtroppo non così comune nel genere della commedia italiana di questi tempi, e lo scavo nei personaggi principali è ben fatto. Certo, la conclusione è mezza positiva:quasi a dire, vogliamoci tutti bene,ma a debita distanza. Tuttavia la famiglia allargata è un concetto che il nostro cinema sta esplorando, con risultati balordi (l'ultimo Pieraccioni), e più saldi o meno superficiali che dir si voglia, come in questo caso: speriamo che non passi altrettanto tempo di qui alla prossima regia di questo autore quasi sempre intonato, sensibilissimo con i personaggi femminili, giunto ad una minor nevrotizzazione dei propri personaggi,che gli permette di controllare al meglio i suoi encomiabili tempi recitativi.

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