DI GABRIELE MUCCINO
Con STEFANO ACCORSI, PIER FRANCESCO FAVINO, CLAUDIO SANTAMARIA,GIORGIO PASOTTI.
DRAMMATICO
Forse era inevitabile che il gruppo di amici che sorprese non poco l'Italia cinematografica nove anni or sono tornasse sugli schermi a raccontare ciò che era successo dopo la conclusione de "L'ultimo bacio";e che Gabriele Muccino, dopo aver girato due film di consistente successo nella grande macchina hollywoodiana (più la prima volta della seconda, ma sono comunque cifre che qui ce le sogniamo,onestamente) si occupasse di nuovo dei temi che lo avevano portato ad un'affermazione sonora come quella. Quindi eccoci di nuovo con lo spaccato di ex-ragazzi oggi circa quarantenni che non hanno ancora trovato una certezza sentimentale e se c'è che si fa una ragione a malincuore di non poter riprendere ciò che era stato interrotto, qualcun altro si rituffa disperatamente tra le braccia di una donna provata a dimenticare:però quanta superficialità in questa lettura di una generazione ostinatamente impegnata a remare all'indietro (è la mia, ne sono consapevole...) nel flusso del tempo che maramaldo invece ha più forza, personaggi che all'inizio di una telefonata si proclamano un amore eterno ed una dipendenza irrevocabile dall'altra persona e pochi minuti dopo si lanciano parole d'odio assoluto, altri che stanno tappati in casa per problemi di nervi ma se qualcuno suona il campanello sono già pronti ad uscire per riabbracciare la vecchia cricca, e via elencando. Due ore e un quarto di barcamenaggi sentimental-irosi sono troppi, l'unica situazione che si fa interessante è il tormento del marito tradito Pier Francesco Favino (il miglior attore di questa mandata, insieme a Kim Rossi Stuart) che purtroppo si banalizza nel finale con una soluzione prevedibilissima e floscia.E mai che in un film italiano di questo tipo si racconti di gente che fa lavori normali come il pizzaiolo, l'impiegato in banca, il benzinaio o il barista,figuriamoci:vuoi mettere occuparsi di chi fa il broker, l'attore, il pubblicitario? Come la classe dirigente nazionale, si è perso di vista il cristo normale che mette insieme a fatica i conti per quadrare i bilanci, che magari ha anche i suoi crucci,per non dire peggio, sentimentali, personali o che altro, ma che non sembra estromesso dalla realtà dell'Italia di oggi come questi, o altri personaggi che forse vivono esclusivamente nella mente di sceneggiatori ed autori del tutto alieni a quello sopra indicato. Gli attori, costretti in personaggi che paiono aver già detto tutto nella puntata precedente,fanno quello che possono, ma se ne "Il primo bacio" avevano comunque consegnato un'istantanea generazionale efficacissima, qui sono unidimensionali e votati ad un irrevocabile destino piuttosto prevedibile (a proposito, il personaggio trascuratissimo di Marco Cocci, che esorta gli altri a partire per andare a coltivare il caffè in Brasile??Nel 2010?? Come se uno volesse andare in Germania a piantare i crauti,aspettavano tutti lui....):può darsi che tra altri dieci anni Muccino voglia ripresentare i suoi eroi alle soglie dei cinquant'anni, ma se siamo su questo livello, forse se ne può tranquillamente fare a meno.
Nessun commento:
Posta un commento