lunedì 1 ottobre 2007

SETTE GIORNI A MAGGIO ( Seven days in May, USA 1963)
DI JOHN FRANKENHEIMER
Con KIRK DOUGLAS, FREDRIC MARCH, BURT LANCASTER, AVA GARDNER.
DRAMMATICO
"Formidabili quegli anni", recitava il titolo di un libro che parlava di anni Sessanta, da una certa prospettiva ,ovviamente, uscito diverso tempo fa, di Mario Capanna, e verrebbe da esclamare tale frase pensando a un'era in cui c'era un cinema che parlava di gravi problemi su scala mondiale rivestendoli da intrattenimento de luxe, con grandi attori celebri a dare interpretazioni di qualità: "Sette giorni a Maggio" è un thriller di fantapolitica, ambientato in un 1980 molto dissimile da quello che poi sarebbe stato davvero, che immagina il tentativo di un colpo di stato militare negli Stati Uniti. Frankenheimer, che è stato un signor regista, dona al film la capacità di tenere sulle spine lo spettatore costruendo la sua storia a segmenti, sottolineando la parte che ogni personaggio sostiene nel complesso intrigo: il monologo-discorso che Fredric March, nel ruolo del presidente USA fa in sottofinale, è un bellissimo omaggio-definizione di ciò che la democrazia è e comporta, e del beneficio, non sempre riconosciuto come deve, che porta alle nostre vite e culture. Un film che meriterebbe quasi un remake, o forse no, tanto è attuale ancora.

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