MINORITY REPORT ( Minority report, USA 2002)
DI STEVEN SPIELBERG
Con TOM CRUISE, Samantha Morton, Colin Farrell, Max Von Sydow.
FANTASCIENZA
Ogni decade cinematografica sembra avere il Phillip K.Dick adeguato. "Blade runner", nel 1982 segnò innegabilmente il cinema di fantascienza, creando una nuova visione del futuro;"Atto di forza", all'inizio dei novanta, fu un'interessante riflessione sull'identità e su certe ambizioni para-colonialiste delle superpotenze. Dopo il Duemila Steven Spielberg, con "Minority report" ha realizzato un film, come i sopracitati, a chiave di lettura multipla:mascherato da grande thriller futuristico d'azione, c'è un monito sul Controllo Assoluto, che dopo l'undici settembre 2001, qualcuno ha proposto come ineluttabile forma di rassicurante"segno dei tempi".Se il corpo di Polizia Pre-Crimine potrebbe simboleggiare Echelon, gli sventurati Pre-cog potrebbero rappresentare gli esseri umani, galleggianti e senza libertà, come prezzo per la "pace".Costruito con sapienza narrativa, anche se effettivamente ha forse un minutaggio eccessivo,"Minority report" è una falsa grande opera d'evasione, che con la luce livida di Janusz Kaminski, e attraverso il perfettamente convulso montaggio di Michael Kahn(a mio modesto parere, da Oscar), tiene lo spettatore sul chi vive per più di due ore.Non si scambi il finale per banalmente lieto, come qualcuno sembra indirizzato a fare, Spielberg non è esattamente l'uomo Disney, rammentate Quint diviso in due dal morso de"Lo Lo squalo", i momenti orripilanti sparsi qua e là nella gagliarda saga di Indiana Jones, gli orrori perpetrati dagli uomini in "Schindler's list"e "Salvate il soldato Ryan".Quel che Spielberg sembra intendere, in un finale con i personaggi verso un nuovo futuro, più incerto ma anche più speranzoso, è che solo l'uomo può distruggere se stesso, solo la sua umanità potrà salvarlo.
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