martedì 23 ottobre 2007
E' curioso che un divo-simbolo dell'ala "liberal" di Hollywood come Paul Newman abbia scelto di dirigere e interpretare un film ideologicamente così tendenzialmente conservatore.Forse alla star dagli occhi più azzurri del cinema è piaciuto l'intreccio familiar-patriarcale al centro della vicenda.Tratto da un romanzo di Ken Kesey, già autore anche di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", questo film pare mettersi contro gli scioperanti, e in difesa del crumirato.Però Newman ha modo di regalarsi , e regalare al film, almeno una scena splendida:quella in cui un personaggio muore incastrato da un tronco d'albero sott'acqua affoga sotto gli occhi del protagonista, dal divo de "Lo spaccone" interpretato, e i due uomini non possono fare altro che aspettare la fine lasciandosi andare ai ricordi e chiacchierando da amici.Confuso a livello drammaturgico,"Sfida senza paura" è un lungometraggio che lascia una sensazione strana nello spettatore, come di qualcosa che ha un sapore vagamente sgradevole, ma nella sostanza si puo'accettare.
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