martedì 14 aprile 2009

CAMERIERI (I,1994)
DI LEONE POMPUCCI
Con PAOLO VILLAGGIO,DIEGO ABATANTUONO,Antonio Catania, Enrico Salimbeni.
GROTTESCO Quando uscì,"Camerieri", a dispetto di un andamento commerciale disastroso( ottenne la copertina di "Tv Sorrisi e Canzoni",considerata una "spinta" straordinaria per l'esito presso il grande pubblico), mi parve un gran bel film, acidissimo, con quella voglia di mordere che da troppo mancava al cinema umoristico italiano. Rivisto oggi, conserva molta della malignità con cui è scritto e recitato, ma ha acquistato in indisponenza: forse perchè non si salva quasi nessuno, tranne il vecchio proprietario del ristorante, un'elegante partecipazione di Ciccio Ingrassia, la purezza ingenua e un pò triste di Enrico Salimbeni, giovanissimo nuovo accolito della squadra di camerieri e la festeggiata Pupella Maggio, vessata da un marito ricco e di un'arroganza memorabile. Leone Pompucci, che poi si è perso, ma all'epoca sembrava un nome su cui investire, gira con stile, sapienza nel costruire immagini e inquadrature, però ha il difetto di puntare fin troppo sull'eccesso e contradditoriamente agganciare un finale positivo che non ha gran senso,dopo quel che si è visto fino ad allora. E tra gli interpreti, bravi in molti, a partire da un Villaggio che finalmente mostra tutta la sfiducia nel genere umano nascosta dietro alla maschera fantozziana,meno bene Abatantuono che ripropone la sua versione classica del tanghero (e il personaggio si chiama quasi così) che affascina i miserandi e si ritrova solitamente a perdersi in bicchieri d'acqua pieni a metà. In sostanza, un film grottesco che non voleva far ridere, troppo cattivo per spingere al sorriso, intelligente ma che alla platea non concede niente, e un filo di troppo compiaciuto di se stesso.

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