venerdì 3 luglio 2009

LA RAGAZZA DI TRIESTE (I,1982)
DI PASQUALE FESTA CAMPANILE
Con BEN GAZZARA,ORNELLA MUTI, Mimsy Farmer, Andrèa Ferreol.
DRAMMATICO
Caso quasi anomalo per il cinema italiano(Alberto Bevilacqua ha avuto un percorso similare,Andrea DiCarlo ci ha provato ma è scivolato nella completa indifferenza),Pasquale Festa Campanile con i suoi scritti riceveva spesso lodi e attestati di stima,mentre dietro la macchina da presa,benchè più di una volta abbia realizzato pellicole divenute successi di cassetta,ha avuto più stroncature che apprezzamenti:Tullio Kezich ironicamente definì il Festa Campanile scrittore un dottor Jekyll,mentre il regista un Hyde che sfregiava il lavoro dell'"altro"."La ragazza di Trieste" incontrò un certo interesse da parte del pubblico,incentivato dall'occasione di vedere la donna più bella del cinema italiano di quegli anni,Ornella Muti,in versione rasata a zero(anche se si tratta di una calotta).Tra l'altro,il film ripropone l'accoppiata Muti-Gazzara che aveva già rivelato una forte compatibilità nell'appena precedente "Storie di ordinaria follia".In sè,questo film,un melò moderno con qualche apertura erotica per adeguamento ai tempi,è un racconto che ha i suoi motivi d'interesse,tra l'altro forte dell'interpretazione di uno degli attori più duttili e bravi nell'esprimere con economia di gestualità i propri personaggi,Ben Gazzara,un interprete ottimo forse un pò sottoutilizzato.Però la scelta dell'Ornella nazionale per impersonare la bellissima schizofrenica di cui il fumettista s'innamora non è del tutto azzeccata,e per quanto la Muti ci metta impegno e coraggio,il personaggio non è reso con la dovuta credibilità:inoltre,ci troviamo di fronte a uno dei film montati peggio mai visti,ci sono scene che sembrano troncate con l'ascia,stacchi a dir poco bruschi,tali da compromettere a volte il filo del racconto.Il finale,effettivamente piuttosto ambiguo,è sospeso tra liberatorio e inquietante.

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