martedì 13 aprile 2010

IL PROFETA (Un prophète,F 2009)
DI JACQUES AUDIARD
Con TAHAR RAHIM, Niels Arestrup, Adel Bencherif, Hichem Jacoubi.
DRAMMATICO
Un giovane uomo di etnia araba finisce in carcere e deve scontare sei anni:visto che deve gestire un lasso di tempo che potrebbe rivelarsi un infinito inferno, sceglie di diventare il tirapiedi della fazione più forte tra i detenuti,capeggiata da un anziano leader della mala corsa, e pur dividendosi tra l'appartenenza alla propria gente e gli alleati, fa carriera divenendo a sua volta un capo. "Il profeta" (ma mettere davanti "un" secondo me dà un altro significato,più ficcante e incisivo,alla pellicola,come nell'originale) è un dramma carcerario letto come l'analisi comportamentale di un organismo a sè stante,che sa adattarsi e rigenerarsi, quindi sopravvive ed anzi vince evolvendosi la sfida delle leggi naturali della Vita. Acclamato da molti spettatori e recensori come un capolavoro di questi anni, il film è un resoconto molto interessante di un mondo solitamente nascosto agli occhi comuni ma proliferante, che tiene conto appunto della crudezza delle regole che vigono in natura, forse per sottolineare che nonostante le teorie darwiniane l'Uomo rimane un animale capace di saper usare miratamente la violenza e la forza,ma non approda ad essere una specie nuova,che sappia dissociarsi dalla brutalità. Recitato con grinta, conta il solo (ottimo) Niels Arestrup di volti noti nei panni del vecchio boss corso, destinato a sbattere il grugno contro l'esautorazione e a rimanere solo, un anziano che probabilmente conoscerà una fine amara o violenta. Sceglie di non offrire risposte definitive il film di Audiard, concludendosi con il protagonista che esce dal carcere, guardandosi le spalle, ma verso un futuro che dal nulla ha costruito,benchè malavitoso, e forse,ma non è sicuro,prenderà il posto dell'amico prossimo alla fine:un film riuscito,anche bello,ma non mi è parso un capo d'opera.

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