DI LUIGI COMENCINI
Con CLAUDIA CARDINALE, GEORGE CHAKIRIS, Marc Michel, Enrico Esposito.
DRAMMATICO
Solo tre anni prima il romanzo di Carlo Cassola "La ragazza di Bube" si era imposto al premio Strega, e Luigi Comencini, nel 1963, ne girò la versione per lo schermo: una coppia di star di livello internazionale(Chakiris era ancora reduce da "West Side Story" e la Cardinale era in ascesa piena), un dramma sentimentale con sfondo politico-storico e la ricostruzione di un dopoguerra pieno di buoni intenti e troppe amarezze. Diversi spettatori,soprattutto a sinistra, lo apprezzarono fino ad un certo punto e nulla più perchè il dramma dell'esperienza post-fascismo che contrapponeva le aspettative di chi non aveva mai accettato il regime, la non pacificazione di chi aveva scelto di combattere attivamente (i partigiani insomma) l'alleanza nazifascista, e tanti aspetti seri della reazione di un'Italia che in ogni modo metabolizzò anche a forza contrasti e rancori non sembrava reso con la dovuta profondità,per privilegiare l'aspetto sentimentale: in realtà Comencini coglie l'occasione per uno splendido ritratto di donna, che trova in una Cardinale intensa e partecipe un'interprete notevole, e la storia d'amore a tre è resa con delicatezza e ruvidità ad un tempo. Inoltre, la pellicola rende assai bene l'idea di un'Italia in ricostruzione, "a lato",proveniente da una dura realtà rurale ed a fatica integratasi nella vita di città.In quanto alle accuse di chi subì processi e anni di carcere per aver cercato vendetta dopo anni di soprusi e feroci prepotenze, viene da considerare che sono le conseguenze riscontrabili in ogni Paese ed era nelle fasi post-regime,vedere i violenti regolamenti di conti anche recenti in Afghanistan per farsene un'idea.
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