DI BILLY RAY
Con RYAN PHILIPPE,CHRIS COOPER, Laura Linney,Dennis Haysbert.
DRAMMATICO
Il cinema contribuisce moltissimo all'idea che noi, viventi nei tempi delle meraviglie tecnologiche e molto influenzati da ciò che appare su schermi grandi e piccoli(spesso meglio i primi,ma oggettivamente pesano purtroppo di più i secondi), e se si pensa all'FBI, a differenza dei giochi corrotti della CIA, si tende a farsi venire in mente le indagini contro il Ku Klux Klan, la persecuzione di trame antipresidenziali, la caccia alla corruzione interna al Sistema America,quindi a dare una valutazione tutto sommato positiva dell'operato degli uomini del Bureau. "Breach",specularmente all'europeo "Le vite degli altri",come è già stato fatto notare, è un film che narra invece,pur all'interno di un intrigo giallo-morale, l'atmosfera di ordinaria mestizia che permea gli uffici degli agenti federali, la regolarità della paranoia che regola i rapporti, e la comoda presentazione di supposti ideali come Famiglia e Chiesa di grandi ipocriti che si sono lasciati mangiare dalla corruzione come certi "impiegati" anziani. La tensione della relazione professionale e simbolica di discepolo e guida tra il giovane Ryan Philippe e Chris Cooper è ottimamente sviluppata dal regista Billy Ray,e le prove dei due sono assai convincenti,con speciale menzione per l'interprete più maturo,che offre ogni ambiguità necessaria al proprio personaggio;il lungometraggio si rivela piuttosto originale nell'intraprendere una via quasi opposta alla tradizionale maniera di narrare spettacolarmente anche questioni di Stato da parte del cinema USA, mantenendo una costante suspence narrativa che rende questa opera di Ray tra le più interessanti riflessioni sulla vita,politica e non, americana.
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