DI DANNY BOYLE
Con EWAN MCGREGOR, ROBERT CARLYLE, EWEN BREMNER, JOHNNY LEE MILLER
DRAMMATICO/ GROTTESCO
Un film che viaggia sui binari del grottesco a tutta birra, alternando momenti ilari e passaggi tragici, con una notevole spinta propulsiva di crudo sarcasmo.Infatti,"Trainspotting", così com'è, sarebbe stato impossibile da realizzare senza quell'humour nero che è tipico di un britannico DOC.Punteggiato da una colonna sonora che altalena tra il brit pop e la musica più da discoteca,il film ha più di un riferimento ad "Arancia meccanica", riprendendone alcune trovate scenografiche, e al quale si ricollega nella constatazone finale che il protagonista è perfettamente integrabile nella società borghese che inizialmente disprezza.Qualche cedimento nell'intermezzo in cui Renton(McGregor) prova a fare l'agente immobiliare, forse un pò pretestuoso nel contesto, ma la regia è di grande inventiva, il ritmo è coinvolgente, e il cast sa di vero.Ambiguo,"Trainspotting"?No, tutto sommato più onesto di "Cristiana F.", incline a un patetismo che per niente sapeva rendere la tragedia della tossicodipendenza, anzi mostrando una fastidiosa morbosità, nell'ammettere che un drogato è piu'che altro una persona debole, alla quale è la difficoltà di affrontare la vita a fornire il coraggio scellerato di regalarsi qualche momento di Eden artificioso, e un'esistenza di buia disperazione.
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