DI MARTIN SCORSESE
Con LEONARDO DICAPRIO, Ben Kingsley, Mark Ruffalo, Max Von Sydow.
THRILLER
Da noi reintitolato "L'isola della paura", "Shutter Island" è il più bel romanzo di un grande scrittore di gialli come Dennis Lehane, autore anche dei testi da cui furono tratti "Mystic River" che "Gone,baby,gone", storie in cui la componente della suspence si miscela ad un'introspezione dei personaggi e ad un'elaborazione di sentimenti, angosce, dolori e sensibilità come capita con pochi altri autori del genere. Presentato all'ultimo festival di Berlino, rinviato dalla fine del 2009 ad oggi, il film, che vede Leonardo DiCaprio tornare sotto la direzione dell'autore di "Cape Fear", non è all'altezza delle aspettative:c'è un'ottima messa in scena, i tempi,benchè la pellicola abbia un minutaggio robusto, sono elaborati con il passo lungo ma specie nella prima parte la proiezione scorre, però non viene resa come dovuta la tensione che nel libro monta sordamente fino alla rivelazione finale,che ribalta tutto ciò che si era seguito fino ad allora. Nel film Scorsese, e più che altro la sceneggiatura su cui lavora, scopre troppe carte precipitosamente lasciando intuire largamente allo spettatore l'esito del racconto, che invece è uno dei pregi maggiori di un romanzo densissimo, doloroso, memorabile. C'è il riferimento del trauma degli orrori sia della guerra mondiale che di quella fredda, dato che il protagonista è uno dei soldati americani che entrarono nel mattatoio di Dachau, e che nell'isola si insinui vengano condotti esperimenti atroci su soggetti da utilizzare nella fase più dura del conflitto "nascosto" tra USA e URSS, ma non si viene mai coinvolti nel dramma che cresce a spirale di un uomo che svela sempre di più la propria fragilità a mano a mano che il terreno gli scivola via sotto i piedi. Rimane la delusione, a titolo personale, dalla constatazione che un grande libro più un grande regista e un cast di valore,non sempre possano tramutarsi in un ottimo film.
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