lunedì 29 marzo 2010

CUL-DE-SAC ( Cul-de-sac, GB 1966)
DI ROMAN POLANSKI
Con DONALD PLEASENCE, LIONEL STANDER, FRANCOISE DORLEAC, Jack McGowran.
GROTTESCO
Orso d'Oro a Berlino, "Cul-de-sac" giunse dopo l'affermazione soprattutto critica di "Repulsion", un horror modernissimo e a tutt'oggi uno dei più riusciti film sulla paranoia:molto meno diffuso e conosciuto oggi di altri classici polanskiani,quali ad esempio "Per favore non mordermi...", "Chinatown", "Rosemary's baby", è un lungometraggio a forte impronta grottesca, in cui un'unità di luogo come il maniero abitato da una coppia non molto normale, formata dall'ex abbiente Donald Pleasence e dalla fascinosa non fedele Francoise Dorleac, ospita un gioco dei ruoli a tratti surreale, e virante verso il dramma finale dopo l'arrivo del gangster male in arnese Lionel Stander. L'autore, come riconosciuto da molti spettatori, estrapola da Beckett e Ionesco l'assurdità delle situazioni, imbastendo un gioco al massacro che riguarda sia la coppia messa insieme quasi per sbaglio, che l'ospite indesiderato, in attesa di chi lo dovrebbe venire a prendere ed invece scivolato in quello che appunto è un "cul de sac", una trappola,benchè maestosa come il castello in cui la storia si svolge:e le scene in cui è manifesto lo humour marcato di slavo del regista,come quell'automobile con il bandito ferito che non può muoversi mentre monta la marea intorno, quegli ospiti di riguardo trattati a pesci in faccia, sono le migliori di una pellicola interessante nel percorso dell'autore franco-polacco,ma che non è tra le cose più belle da lui girate. Benchè spesso ispirato, la giravolta drammatica del finale smorza gli entusiasmi circa la cifra raggiunta di nonsense:ottimi gli interpreti, sia il petulante Pleasence, che la selvatica Dorleac, sorella della più celebre Catherine Deneuve, scomparsa purtroppo ancor giovane in un incidente automobilistico, fino al burbero gaglioffo di Stander, tutti stanno al gioco del regista con la disponibilità tipica degli attori di razza.

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