DI FRANCESCO BARILLI
Con MIMSY FARMER, Maurizio Bonuglia, Mario Scaccia,Orazio Orlando.
THRILLER/HORROR
Regia d'esordio di un attore che comunque poi girerà pochissimo altro, "Il profumo della signora in nero" è un thriller cupissimo e con trama "a spirale" su una follia forse indotta, e forse semplicemente alimentata,in una Roma fosca e borghese, quasi del tutto ambientato in un palazzo. Si è parlato di accostamenti al polanskiano "L'inquilino del terzo piano", e di molto cinema di Argento:nell'intenso momento di grande successo del thriller all'italiana,questo titolo fa la sua figura.Barilli adotta una cadenza quieta, disponendo gli elementi via via, dal qualcosa che la protagonista nasconde,alle sue visioni improvvise,dai riferimenti all'Alice di Lewis Carroll ai rituali di sette misteriose e crudeli, aumentando la dose di sanguinaria determinazione del thriller verso la conclusione:la quale è molto estrema, e giunge dove all'epoca quasi nessun altro film del genere era arrivato, in un silenzio mortuario in cui si esprime una ferocia impostata, ammantata di seriosa ineluttabilità. E' curioso che Mimsy Farmer si sia espressa al meglio in due ruoli di donne senza equilibrio mentale, e però l'attrice americana è qui molto brava a descrivere l'inabissarsi nella pazzia e anche in una trappola senza sbocco preparata da persone dalla facciata rispettabile,che ha per obbiettivo un intento di malvagità unica. E a favore del regista la sequenza agghiacciante del pasto dei due gatti, e la cura nell'esaltare i colori intensi che circondano la disgraziata protagonista:qualche lentezza,ma nella sua algida eleganza, una pellicola che avrebbe meritato maggiori fortune e considerazione. Ultima cosa, il rapporto con la bambina-spettro:sicuri che Ozpetek in "Cuore sacro" non gli deva qualcosa?
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