DI DARIO ARGENTO
Con ADRIEN BRODY,EMMANUELLE SEIGNER, Elsa Pataky,Robert Miano.
THRILLER
Un anno e passa da quando il film è stato montato, ma non ha mai trovato distribuzione nè possibilità di visione qui in Italia:considerando che è girato da un regista a tutt'oggi ritenuto importante da schiere di appassionati, anche se a livello di masochismo artistico non si è lesinato niente,con pellicole sempre più sconcertanti e oltre il senso del ridicolo,è una situazione singolare. "Giallo",che dopo il delirio totale de "La terza madre",uno dei film più brutti di sempre e quasi una parodia del genere da quanto era assurdo,era partito benissimo come progetto:un attore da Oscar come interprete principale e la signora Polanski come attiva coprotagonista,in una storia ambientata a Torino,come gran parte dei lavori argentiani,con un folle assassino che sequestra e poi uccide ragazze che hanno il difetto (nel contesto va visto come tale,viste le intenzioni del killer) di essere belle. Ma pur deprecando l'atteggiamento di produttori e distributori,perchè i primi hanno mollato il film bloccandolo di fatto,e i secondi non sembrano scalpicciare per proiettarlo, si constata che questo thriller è poca cosa davvero. Pare che, forse per tenersi al passo con i tempi, Argento abbia voluto inserire riferimenti al telefilm di successo "CSI" e ai torture-movie come "Saw", stravolgendo il proprio stile ormai quasi perduto,in un thriller senza suspence nè logica narrativa (ma se l'assassino raccoglie le vittime su un taxi,non esistono tabulati nel 2009 per capire iter dei mezzi e isolare l'auto del maniaco?), con un Adrien Brody sprecatissimo che fa lo scostante e non passa una scena senza fumare una sigaretta, una Seigner che si impegna alla ricerca di un personaggio senza consistenza,e un finale tronco di rarissima bruttezza,che appiattisce del tutto lo spettatore su una perplessità montante e infine sfumata in un'ennesima,cocente delusione.
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