mercoledì 21 ottobre 2009

BASTARDI SENZA GLORIA ( Inglorious basterds, USA/D 2009)
DI QUENTIN TARANTINO
Con BRAD PITT, MELANIE LAURENT, Christoph Waltz, Diane Kruger.
GUERRA
Girano varie versioni sulla particolarità del titolo originale dell'ultimo film di Quentin Tarantino, sul perchè della storpiatura in "basterds":a mio parere quella più convincente, vista l'estrosità cinefila e l'attitudine a giocare con il cinema del regista, è quella che sostiene l'errata catalogazione dell' "ispiratore" film di Enzo G.Castellari nella videoteca ove lavorava l'autore de "Le iene". E appunto se da Castellari si parte, si passa per Leone,Aldrich, Ford,fino ad arrivare a Dante:ma non, ovviamente, il letterato, ma il Joe di "Gremlins", al cui finale quello di "Bastardi senza gloria" si riferisce con la sala cinematografica usata come trappola definitiva e mortale per i cattivi. Se del citazionismo compulsivo di Tarantino sono stracolme le righe di libri di cinema a lui dedicati che ne elencano omaggi e desinenze, il ritorno al successo commerciale dopo l'immeritato naufragio di "Grindhouse" amplifica i clamori e le esplosioni di entusiasmo dei fans.Sinceramente, mi è parso nella prima parte molto avvincente e interessante, nella seconda l'effetto-dilatazione della suspence, se tutto sommato funziona nella sequenza della birreria clandestina, nel finale frammenta troppo il narrato,e volendo a tutti i costi disattendere ciò che lo spettatore normalmene si aspetta, rischia spesso di inciampare e autocompiacersi fin troppo. Di capolavoro appunto non parlerei, semmai di una nuova destrutturazione di un genere, qui il film di guerra, che dall'incursione tarantiniana in poi, probabilmente non sarà più lo stesso:Pitt, che tuttavia è quasi in secondo piano rispetto alla francese Melanie Laurent, il racconto della cui vendetta come orfana di guerra ebrea è il vero motore della storia, fa una divertita parodia del Lee Marvin di aldrichiana memoria, ma il migliore in campo è appunto il tedesco Christoph Waltz, apparentemente goffo e pronto a tramutarsi in una furia omicida da un fotogramma all'altro.

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