lunedì 12 ottobre 2009

BASTA CHE FUNZIONI( Whatever works,USA 2009)
DI WOODY ALLEN
Con LARRY DAVID, Evan Rachel Wood, Patricia Clarkson, Lyle Kanouse.
COMMEDIA
Diciamolo, visto "Vicky Cristina Barcelona" e tirato le somme, ci aveva deluso e irritato il fatto che un cineasta amato come Woody Allen(forse anche troppo prolifico a scapito di una creatività comunque fruttuosa, ma un film l'anno è tanto per chiunque) si fosse messo a fare marchette che non fossero spot, e costruito un film di dubbia consistenza per essere ben pagato per fare inquadrature invoglianti per il turismo. "Basta che funzioni" è il ritorno a Manhattan del regista, che sceglie un non attore (Larry David ha recitato qualche volta,ma è un produttore) per fare un se stesso all'ennesima potenza,un pessimista di genio, nevrotico ed ossessionato dalla caducità delle cose. Ed in effetti, carnevale umano a parte, è la relativa fragilità delle cose umane la vera protagonista del nuovo lavoro alleniano, e anche se si vuole di tutta la sua opera: perchè anche se può sembrare sarcastico oltremodo, il creatore di "Alice" e "Tutti dicono I love you" non ci inganna. E' vero che ci si può barricare dietro una concreta sfiducia nel prossimo, in una aritmetica visione della crudeltà dei sentimenti, e pensare che il mondo pullula di esseri insignificanti (ovviamente sto parlando di come la mette giù l'autore filtrato dal personaggio principale, il fisico quasi Nobel Boris): ma tutta la parte conclusiva di "Whatever works" è volta ad un'accettazione della presenza decisiva del Caso nelle vite umane, e all'ammissione che in fondo ogni tortuoso percorso delle esistenze forse non porta il peggio, o perlomeno libera i cuori dalle convenzioni o dai passi sbagliati. Un cast ottimo, capeggiato da Larry David (il quale risulta infine così simpatico che farebbe piacere incontrare a prendere un caffè al bar),che alterna monologhi rivolti agli spettatori a momenti in cui prova a fronteggiare i piccoli caos che gli ballano intorno caratterizza uno dei più felici lungometraggi del regista in cui sconfessa ogni tendenza falso materialista che ostenta nelle interviste: che significato avrebbero altrimenti tutti i personaggi riuniti a guardare finalmente al futuro con il piacere dello stare insieme e con probabili speranze di serenità?

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