(The last temptation of Christ, USA 1988)
DI MARTIN SCORSESE
Con WILLEM DAFOE, Harvey Keitel, Barbara Hershey, Harry Dean Stanton.
DRAMMATICO
Picchetti davanti ai cinema dove veniva proiettato, una lunghissima scia di polemiche prima,durante e dopo la sua lavorazione, dichiarazioni di fuoco di alte personalità del clero e minacce poco velate a Scorsese per aver "osato" realizzare una versione filmica de "L'ultima tentazione di Cristo" dello scrittore greco Nikos Kazantzakis:il 1988 cinematografico fu segnato dall'attesa per quest'opera sentitissima dal regista di "Fuori orario", dalla cui visione non pochi recensori uscirono anche delusi. A mio modesto parere, è un film con una spiritualità forte, densa, che ad un ragazzo da sempre poco avvezzo a prendere in considerazione la figura del Cristo, fece invece guardare con nuovo rispetto il lato umano del Gesù-uomo, e pose pesanti interrogativi su tante cose:il Dubbio rovello infinito su un destino da rifiutare,subire o accompagnare con onestà e forza, la scelta di combattere la violenza degli Uomini in un modo non violento per loro inconcepibile, la difficoltà di spiegare al prossimo l'importanza del rinnegare la materialità come unica misura di tutto. Chi ha accusato questo film di blasfemia non l'ha visto o pecca di ignoranza o acuta superficialità:anzi, c'è una sottolineatura della sacralità del sacrificio di Cristo come modello su cui espandere il concetto di Pietà straordinario.Scorsese realizza un film importante, e sceglie un attore intenso come Willem Dafoe per il suo Gesù tormentato e lontano dalle versioni oleografiche di Hollywood, mentre mette in risalto il Giuda di Harvey Keitel combattente e apostolo più fedele,in controtendenza alla lettura sempiterna del traditore più celebre di tutti i tempi e lascia sullo sfondo la figura di Maria.A tutt'oggi, un'opera di alto livello,parola di un agnostico cui questa pellicola portò molte giovanili riflessioni.
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