DI LUCIO FULCI
Con CATRIONA MCCOLL, DAVID WARBECK, Sarah Keller, Veronica Lazar.
HORROR
Ritenuto dagli appassionati dell'horror all'italiana come uno dei più riusciti film del periodo "splatter" di tale genere, "L'aldilà" è indicato da numerosi fans del regista grossetano come il miglior lungometraggio di Lucio Fulci. In un periodo in cui era molto in voga la "casa maledetta" che sarebbe stata costruita dietro un disegno diabolico, addirittura su una delle porte dell'inferno, e i titoli che richiamavano entusiasti aficionados erano "La casa di Mary","Amityville horror", "Inferno" e appunto questo film ambientato in Louisiana (girato davvero lì,curiosamente non presenta neanche di sfuggita un personaggio afroamericano). Dopo un violentissimo prologo che si svolge nel 1927 nel medesimo albergo che farà da teatro ai successivi raccapricci che accadono nel 1981, Fulci mette in scena molto grand-guignol, che vede l'artigiano Giannetto De Rossi darsi assai da fare per sopperire a truculenze assortite, tra occhi che vengono trafitti, liquidi che decompongono velocemente, ragni che divorano e via rallegrando: benchè in effetti sia reperibile una cifra stilistica vera e propria, il copione è abbastanza sconclusionato, tanto che si prova spesso la sensazione,comune ad altri lavori del genere, che la storia sia solo una cornice montata alla bell'e meglio per far risaltare i picchi orrorifici voluti e presentati con abilità da imbonitori da luna park tetro. Il finale è una delle cose migliori, con il quadro abbozzato all'inizio che diviene reale dimensione vera e propria:però le caratterizzazioni sono poco elaborate, c'è un obitorio in cui si entra un pò troppo disinvoltamente(con i guai che ciò comporta...), una pistola che misteriosamente si ricarica da sola e un protagonista un pò duro di comprendonio che non si avvede che solo sparando in testa agli zombie può eliminarli e si intestardisce a sparar loro dappertutto. Intendiamoci, non è un film brutto, ma è molto tirato via per essere un vero cult.
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