CHICAGO ( Chicago, USA 2002)DI ROB MARSHALL
Con
CATHERINE ZETA-JONES, RENEE ZELLWEGER, Richard Gere, John C.Reilly.
MUSICALE

Molti dei blockbuster americani usciti nella stagione 2002/03 guardavano al passato, e lì erano ambientati: è il caso, non solo di "Chicago", ma anche del rivale agli Oscar "Gangs of New York", così come "Prova a prendermi", "We were soldiers", "Era mio padre", fino in un certo modo anche a "The hours".Era il segno forse di un'America che, inquieta sul presente e terrorizzata dal futuro, cercava delle certezze nello ieri, anche se di celluloide?A parte questo, c'è di che divertirsi con "Chicago", concepito nel '75 come musical per Broadway da Bob Fosse e altri due collaboratori:l'esordiente alla regia cinematografica Rob Marshall dispiega un carnevale lucente di immagini vorticose, elegantissime e affascinanti , a ritmo serrato e facendo apparire molto più brevi le quasi due ore di proiezione.Più coinvolgente nella prima parte, con "numeri" musicali splendidi e musiche di gran livello, il film vincitore dell'Academy Award 2003 è meno cupo dell'altro grande musical di quegli anni, quel "Moulin rouge" che tanto piacque la stagione. prima.In un certo senso, se il film di Luhrmann espande i canoni del musical portando innovazioni e accelerando di parecchio i suoi tempi canonici,"Chicago" lavora di da dentro il genere, solo apparentemente rispettandone la struttura, in realtà dandogli non meno modernità e riletture. A prima lettura leggero, anche se ambientato per buona parte in un carcere per papabili condannate a morte, il film ha una morale sarcastica:in una società opportunista e senza pietà, due assassine possono diventare stelle per le triviali platee, basta che si sappiano riciclare e vendere.Bravissimi gli interpreti, anche nel canto,se possibile una spanna sopra tutti la stupenda Catherine Zeta Jones, qui una delle più belle donne mai comparse su uno schermo, che mette una grinta entusiasmante nel suo personaggio di femme traquée.