domenica 1 aprile 2007

ARANCIA MECCANICA ( A clockwork orange, GB 1971)
DI STANLEY KUBRICK
Con MALCOLM MCDOWELL , Patrick Magee, Warren Clarke, Adrienne Corri.
GROTTESCO


Il film tratto dal graffiante romanzo di Anthony Burgess è considerabile come un film-manifesto di più di una generazione, denso com'è di concetti, stile e tematiche. Chiunque abbia letto il romanzo non potrà non ritenere che in poche occasioni come questa si può parlare di film e libro come di due cose separate e ben definite.Il romanzo, in un vorticoso slang londinese era il diario del violento Alex, ostile al prossimo in modo naturale, per istinto, e non per secondi fini:nel suo epilogo dopo aver imperversato assieme ad altri compagni nelle notti di una citta'inglese allo sfascio, catturato e torturato in modo spersonalizzante dal governo, si accorgeva di essere invecchiato, realizzando che la violenza era un'espressione della propria giovinezza.Kubrick, come sempre, ha preso un canovaccio e l'ha in parte riscritto, elaborando una tesi personale, lasciando comunque il giudizio allo spettatore. Porre in chiave ironica un racconto fatto di stupri, risse, furti e torture programmatiche governatiche per alcuni era il modo meno adatto per sottolineare l' ignavia delle vicende narrate. A me sembra invece che il film sia molto più diretto e serio di certi polpettoni retorici che danno un'interpretazione abbastanza melensa dei valori da seguire. Coreografico nelle sequenze di violenza esplicita, allucinante e geniale nella descrizione della "cura Ludovico", riporta al concetto del libero arbitrio, nel film sostenuto da un prete, dato che non si può indurre a un comportamento ad un individuo senza porsi al livello della delinquenza e di chi non rispetta diritti nè umanità .Uno dei capolavori che costellano la filmografia di Kubrick, una bandiera degli anni Settanta che sta al cinema quanto un disco come "The dark side of the moon" sta alla musica di quel periodo.Molto attuale tutt'oggi, con la fobia del futuro, di stampo totalitario, con una società che si rifugia nell' ipocrisia di politici e uomini di scienza che adoperano metodi nazisti con un sorriso da rotocalco,ci sono i simboli dello specchio della personalità di un ragazzo nella camera-tana in cui alla fine di una giornata passa un pò di tempo con se stesso.Un'opera d'arte,c he come tale va giudicata, secondo gusti estetici e criteri d'interpretazione.

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