lunedì 7 maggio 2007

IL SETTIMO SIGILLO ( Det sjunde inseglet, SW 1957)
DI INGMAR BERGMAN
Con NILS POPPE, MAX VON SYDOW,BIBI ANDERSSON, Gunnar Bjornstrand.
DRAMMATICO
Classico incontestato della cinematografia europea del dopoguerra,"il settimo sigillo" è tra i più celebri lavori di Ingmar Bergman.Non sto qui a sottolineare la bellezza di certe inquadrature e la visione a tratti desolata del panorama,visto che molti, più competenti e colti di me hanno già speso molte parole, ma è impressionante l'attualità di un film come questo, sul fraintendimento della moralità religiosa( si parla del cristianesimo, ma credo si possa coinvolgere ogni altro credo) e sull'approccio isterico-punitivo , così distante da un culto mediato da ragionevolezza e rispetto del prossimo. L'oscurantismo cupo e senza filtri dei flagellanti, la mancanza di "pietas" che invece il Cristo aveva fatto fulcro della propria missione, è la vera epidemia cui metaforicamente il maestro svedese fa riferimento con l'espandersi della peste: e l'ineluttabile farsi sotto della Morte, è una ciclicità che a questo punto non è l'aspetto peggiore delle cose, e Bergman riveste infatti il personaggio della Mietitrice di un senso dell'umorismo finissimo e quasi impalpabile.E in tempi come questi,sui quali premono voglie di un ritorno a un cattolicesimo reazionario e ingerente da parte di un clero da tempo così poco incline al dialogo,"Il settimo sigillo" è ancora di più un'opera sempreverde che porta a riflessioni serie

Nessun commento: