DI WIM WENDERS
Con BRUNO GANZ, SOLVEIG DOMMARTIN, Peter Falk, Otto Sander.
FANTASTICO


Tra i cult assoluti degli anni Ottanta, rilanciatore di Wim Wenders presso le cifre da incassi consistenti,"Il cielo sopra Berlino" è figlio di una sceneggiatura scritta a quattro mani dallo stesso Wenders e dallo scrittore, allora molto in voga, Peter Handke: generatore, qualche anno più tardi, di un seguito abbastanza ideale ("Cosi' lontano,cosi' vicino",1993), il film ha conosciuto addirittura un remake hollywoodiano,"City of angels", con Nicolas Cage e Meg Ryan, a dire il vero piuttosto malriuscito.Sopravvalutato, come ha scritto qualcuno?E chi lo sa, forse un pochino sì, è vero che forse la pellicola poteva durare una ventina di minuti di meno e rendersi più agile, però già l'idea di impostare un film per tre quarti su monologhi interiori percepiti dagli angeli , invisibili protagonisti ai passanti, è assolutamente geniale.E sugli avvilimenti quotidiani, sullo stato di depressione galleggiante della gente comune, coloro che hanno poteri ultraterreni, avanzano tra moti di compassione e tacita comprensione, addirittura,qualcuno, da rinunciare all'immortalità e diventare uno dei "comuni".Lento ma elegante nella ricchezza della fotografia seppiata che lo esalta,"Il cielo sopra Berlino" vale oggi come risposta a chi ha sempre sostenuto la plasticosa insensibilità tutta esteriore di quegli anni, in parte a ragione:ma la pellicola testimoniava che un altro modo di sognare era possibile.

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