sabato 7 aprile 2007

FRANKENSTEIN DI MARY SHELLEY
( Mary Shelley's Frankenstein, USA /GB1994)
DI KENNETH BRANAGH
Con KENNETH BRANAGH, ROBERT DE NIRO, Helena Bonham-Carter, Tom Hulce.
HORROR
Almeno per la prima mezz'ora questo "Frankenstein" mostra doti spettacolari pregevoli, pur con qualche vocazione al prolisso nella narrazione, per il resto è una cocente delusione per gli appassionati del cinema. Sceneggiato dal Frank Darabont de"Le ali della liberta'" e de"Il miglio verde", non in maniera del tutto corretta, il kolossal soffre una scenografia che mostra spesso l'artificio(quel ghiaccio così visibilmente di plastica...) e attori non del tutto convinti. Anche perchè, diciamo la verità, Branagh ha capito una cosa fondamentale del dramma orrorifico shelleyano, e cioè che il Mostro non è la Creatura, ma il delirante scienziato che è voluto andare "oltre" e non ha voluto accettarne le conseguenze : ma è vero anche che l'autore di "Enrico V" non ha saputo dare ai personaggi quella grandezza tragica che era la vera chiave del romanzo. Lo scienziato non esprime il tormento di un'azione compiuta con insana passione e poi rinnegata con vile ipocrisia, e alla Creatura la profonda tristezza del sapere di essere "quasi" umano e perciò reietto : nè Branagh in un'interpretazione muscolare del barone-studioso, nè DeNiro nel pur riuscito makeup della Creatura danno una caratterizzazione memorabile delle due mitiche figure.Di buono c 'è la scena della nascita della Creatura,visionaria, barocca ma efficace,quasi coreografica, la comparsa della stessa a una folla che la insegue ottusa e inferocita(come in "Elephant man"), e la tragica danza di Victor frankenstein con l'amata moglie uccisa dal "figlio" rinnegato e ricreata follemente in laboratorio: ma basta la successiva scena con la contesa tra i due per la zombie a far precipitare il film nel ridicolo, così come ci riescono altre sequenze.E c' è di che risentirsi, come spettatori.

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